Classe di letteratura - volume 2

352-354). Per questo, Desiderio si deve rallegrare di aver perso il potere: Godi che re non sei, godi che chiusa / all oprar t è ogni via (vv. 351-352). Se non è possibile agire correttamente, meglio allora non poter agire affatto. Poiché il potere si basa sull ingiustizia e sulla violenza, la sconfitta è provvidenziale in quanto essa libera il potente dalla responsabilità delle sue azioni: così, la perdita del potere corrisponde al recupero dell innocenza morale. Una concezione religiosa in evoluzione La solennità di un finale a più voci All altezza cronologica della composizione della tragedia, la religione non è ancora vista da Manzoni come impulso a un azione nella società (come sarà poi nei Promessi sposi), bensì quasi una sorta di privilegio spirituale, tutto individuale e interiore, di alcune anime elette. I personaggi dell Adelchi sono divisi tra i campioni della forza, della politica e della ragion di stato da una parte e, dall altra, gli spiriti toccati dalla Grazia. Tra queste due tipologie umane non può esservi né confronto né scontro, poiché esse parlano linguaggi diversi: la pace a cui aspira Desiderio (la fida / ora di pace dei vv. 333-334) è la tranquillità terrena, mentre la pace a cui allude Adelchi (Ora per me di pace, / credilo, o padre, è giunta, vv. 334-335) è la pace ultraterrena, quella che si consegue soltanto nella piena comunione con Dio. Il cristianesimo manzoniano qui è inattivo, impotente, sconsolato, ancora lontano da quello combattivo e militante, per le gioie del Cielo ma anche per l affermazione della giustizia sulla Terra, incarnato, nei Promessi sposi, da personaggi come fra Cristoforo, il cardinal Federigo o anche la stessa Lucia. Manca ancora, insomma, quella fede nel valore dell agire, quella fiducia nella possibilità degli uomini di collaborare al disegno provvidenziale, quella speranza di un riscatto che costituiranno la sostanza morale più profonda del romanzo, con il suo riconoscimento positivo dell agire terreno: la Storia, allora, non sarà più considerata il regno irredimibile del male, bensì svelerà la possibilità di riconoscervi un preciso significato. Le scelte stilistiche Nelle ultime scene della tragedia, lo stile è particolarmente solenne, come si conviene alla conclusione di una vicenda tanto drammatica: alla conclusione Manzoni attribuisce infatti la funzione di proporre in maniera chiara il messaggio che intende trasmettere. Diversi sono però i timbri delle voci che si alternano sulla scena. L eloquio di Adelchi il cui ruolo è anche qui, più che mai, quello del protagonista si distingue per il tono accorato e sentenzioso, caratterizzato da frasi brevi ed essenziali (Gran segreto è la vita, e nol comprende / che l ora estrema, vv. 342-343; Una feroce / forza il mondo possiede, e fa nomarsi / dritto, vv. 354-356). Le esclamazioni di Desiderio (Ahi lasso! ahi guerra atroce! / Io crudel che la volli; io che t uccido!, vv. 327-328; Oh desiato da quest occhi, oh quanto / lunge da te soffersi!, vv. 330-331 ecc.) attingono invece alla sfera del patetico, esprimendo il disperato dolore di un padre di fronte alla morte del figlio. Appare invece retoricamente e freddamente impostata la voce di Carlo (la tua preghiera / è parola di Carlo, vv. 391-392; Adelchi / è signor qui, vv. 396-397), il quale si presenta come il pio condottiero «sempre un poco convenzionale e accademico nella sua pietà (Gianni): la pietà in lui non è mai disgiunta dalla ragion di stato, che la bilancia e ne limita la portata. VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE ANALIZZARE 1 Aiutandoti con le note, fai la parafrasi del primo monologo di Adelchi (vv. 338-364) e poi sintetizza in poche righe la sua concezione del potere. 5 Individua nel testo altri esempi del tono patetico di Desiderio (oltre a quelli già segnalati nel commento). 2 Perché al v. 328 Desiderio accusa sé stesso di essere colpevole della morte del figlio? 6 3 Per quale ragione Adelchi afferma che con la propria morte il soglio di Carlo sarà più fermo (v. 362)? Quale figura retorica riconosci ai vv. 356-359 (la man degli avi [...] altra messe non dà)? Spiegane il significato. 4 Che cosa chiede Adelchi a Carlo? L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 771

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Dal Seicento al primo Ottocento