Classe di letteratura - volume 2

195 200 205 210 215 esulando con esso, e la mal certa con le destre vocali orma reggendo: cui poi, tolto a la terra, Argo ad Atene, e Rodi a Smirna cittadin contende: e patria ei non conosce altra che il cielo. Ma voi, gran tempo ai mal lordati fogli sopravissuti, oscura e disonesta canizie attende . E tacque; e scosso il capo, e sporto il labbro, amaramente il torse, com uom cui cosa appare ond egli ha schifo. Gioja il suo dir mi porse, e non ignota bile destommi; e replicai: «deh! vogli la via segnarmi, onde toccar la cima io possa, o far che, s io cadrò su l erta, dicasi almen: su l orma propria ei giace . «Sentir , riprese, «e meditar: di poco esser contento: da la meta mai non torcer gli occhi: conservar la mano pura e la mente: de le umane cose tanto sperimentar, quanto ti basti per non curarle: non ti far mai servo: non far tregua coi vili: il santo Vero mai non tradir: né proferir mai verbo, che plauda al vizio, o la virtù derida . 194-195 Argo contende: l onore di aver dato i natali a Omero era conteso tra le città nominate (Argo, Atene, Rodi e Smirne). 202-203 non destommi: Manzoni si era già scagliato contro il malcostume imperante nelle satire I Sermoni (1803-1804). Le parole valgono meta Nell antica Roma, la meta era la parte del circo corrispondente alle due estremità della spina centrale dell arena e costituita da un elemento architettonico per lo più in forma di cippo conico o di obelisco: durante le corse, i carri in gara dovevano girare intorno alle due mete dopo aver percorso l arena lungo un lato della spina, per percorrerla poi sorreggendone gli incerti passi (mal certa [ ] orma) con la musica; poi, dopo che è morto (tolto a la terra), Argo, Atene, Rodi e Smirne se lo contendono come cittadino: ma sua unica patria è il cielo. Mentre una vecchiaia (canizie) oscura e senza gloria attende voi poetastri, sopravvissuti alle vostre sconcezze (mal lordati fogli) . E tacque; scosse il capo, sporse il labbro e lo piegò in una smorfia amara, come un uomo disgustato da ogni cosa. 202-215 Le sue parole mi diedero gioia, e accesero in me (destommi) una indignazione (bile) già conosciuta; e replicai: «Orsù! Indicami il cammino con cui (onde) io possa raggiungere l eccellenza poetica o far sì che, se cadrò durante l ascesa (su l erta), almeno si dica: è caduto su passi propri . Riprese: «Dare ascolto ai sentimenti e alle riflessioni (Sentir [ ] e meditar): accontentarsi di poco: mai distogliere lo sguardo dalla meta: conservare puri il pensiero e l azione (la mano): fare esperienza delle cose umane quel tanto che basti per non dare loro troppo peso: non ti sottomettere mai: non metterti d accordo (non far tregua) con i vili: non tradire mai la sacra verità: né dire mai parola (verbo) che esalti il vizio, o derida la virtù . in senso inverso sull altro lato. Per estensione di questo significato, il vocabolo indica il termine , il punto d arrivo : «giungere alla meta del viaggio ; «andare, girare senza meta ; «esser vicini alla meta, lontani dalla meta . In senso figurato, la meta è lo scopo, il fine a cui si tende o a cui si rivolge l azione. Componi una frase di senso compiuto che contenga la parola in quest ultima accezione. DENTRO IL TESTO La visione Un allievo di Parini I contenuti tematici L espediente del dialogo con i defunti prima che nella Divina Commedia ricorre in celebri passi di Omero e Virgilio. Viene più volte sfruttato nel Settecento in ambito classicistico e preromantico (per esempio da Vincenzo Monti), in genere al centro di una visione onirica, movimentata appunto dallo scambio di battute tra chi scrive e l anima che gli appare in sogno. ciò che accade nel carme manzoniano, in cui Imbonati si manifesta nottetempo al poeta, che per reverenza si trattiene dall abbracciarlo. Inizia allora la conversazione nella quale, al deludente bilancio dell educazione ricevuta da Manzoni in istituti religiosi, Imbonati contrappone nel passo qui riportato un programma per il futuro, al quale segue il risveglio del poeta in lacrime. Carlo Imbonati è chiamato dall autore a denunciare la corruzione dei tempi: il suo profilo di giusto solitario, disgustato dal mondo che ha appena abbandonato, deve molto alla suggestione dell opera di Vittorio Alfieri, allora venerato dai giovani letterati, come testimoniano i versi che Foscolo gli dedica nei Sepolcri. Simile è anche la reverenza con cui lo 746 / IL PRIMO OTTOCENTO

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Dal Seicento al primo Ottocento