Cuore e popolo

IN BREVE Cuore e popolo Dal 1816 gli intellettuali milanesi della rivista Il Conciliatore ri ettono sul coinvolgimento della borghesia cittadina. Anche Manzoni crede nella letteratura utile . Un nuovo pubblico Come si è visto, l esortazione di Madame de Sta l a tradurre le opere più importanti della letteratura europea, per infondere nuova linfa nelle vene esangui della tradizione italiana, provoca un ampio dibattito in Italia a partire dal 1816 ( p. 547). Il gruppo di intellettuali raccolto intorno alla rivista Il Conciliatore comprende come ciò comporti un radicale ripensamento dei rapporti con il pubblico. La ricerca di una fascia di lettori situata tra i raffinati «Parigini e i rozzi «Ottentotti , per riprendere i termini dell antitesi proposta da Giovanni Berchet ( p. 551), riguarda la poesia non meno degli altri settori del sistema letterario. Non stupisce che questa consapevolezza maturi innanzitutto a Milano, dove lo sviluppo di una solida civiltà borghese garantisce terreno fertile a scrittori che sempre più spesso non provengono dalle file dell aristocrazia, siano traduttori come lo stesso Berchet, impiegati pubblici come Carlo Porta, o notai come Tommaso Grossi. Manzoni per primo sente con forza l esigenza di coinvolgere gli strati intermedi della società urbana intorno a una letteratura che abbia «l utile per iscopo . questo il popolo a cui guardano gli esponenti del primo Romanticismo italiano: non certo le masse analfabete contadine, che nelle campagne continuano a prestare orecchio alla voce dei cantastorie e degli attori di teatro. La poesia è spesso letta in pubblico. I suoi ritmi sono cadenzati e si presta a temi patriottici. Amore e patria Se il romanzo nasce in vista di una lettura solitaria e silenziosa, le poesie in epoca romantica sono ancora destinate spesso all ascolto pubblico. A ciò ben si presta il ricorso a cadenze facili , con una predilezione per i versi parisillabi, che imprimono spesso al ritmo un andamento da marcia militare. Del resto la vena patriottica (di cui si dirà più avanti) è una delle due grandi fonti d ispirazione, insieme ai sentimenti: in entrambi i casi l enfasi va a cadere innanzitutto sul concetto di libertà, intesa in chiave politica o amorosa. Nel Romanticismo italiano prevalgono novelle e ballate di tema epico. Tommaso Grossi scrive novelle in versi. Ballate e novelle in versi Le istanze romantiche legate alla ribellione, al conflitto con il mondo, all interesse per gli aspetti irrazionali dell esistenza trovano nella letteratura italiana un applicazione alquanto limitata: la stessa rappresentazione dell artista quale genio solitario e sciolto da ogni vincolo, che caratterizza altre culture europee, non ha fortuna in questa fase, conclusa l esperienza preromantica di Alfieri e Foscolo. Invece sono molti, a cominciare da Manzoni, i Romantici che perseguono vie alternative alla lirica soggettiva. Cresce in particolare la moda delle ballate, in cui si cerca di recuperare un respiro epico dislocando la vicenda in luoghi remoti nello spazio e nel tempo: le nebbie del Nord, il favoloso Oriente e soprattutto un Medioevo affollato di menestrelli, castellane e nobili cavalieri. Accanto alle ballate si impongono le novelle in versi, per lo più incentrate su amori contrastati. Le figure femminili salgono alla ribalta, nei panni di eroine decise a dar retta al cuore, a costo di patire violenze e strazi indicibili. Abilissimo nel suscitare il pianto intorno a vicende patetiche è soprattutto Tommaso Grossi (1790-1853), autore tra l altro della Fuggitiva (1816), in cui una giovane racconta il viaggio avventuroso compiuto in Russia per rivedere il fidanzato, soldato napoleonico, che ferito in battaglia spira fra le sue braccia. Vincenzo Vela, Statua di Tommaso Grossi, 1858. Milano, Palazzo Brera. 698 / IL PRIMO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento