Pagine di realtà - La pandemia e la rimozione della morte

cazion CA e CIVI Pagine di realtà Edu La pandemia e la rimozione della morte La pandemia da Covid-19, con l enorme numero di decessi da essa provocati in un breve lasso di tempo, ha costretto la nostra società a fare i conti con un tema sotto molti aspetti rimosso, quello della morte. Marco d Eramo (n. 1947) riflette su tale rimozione culturale, confrontando il nostro atteggiamento con quello che ha caratterizzato altre epoche: per esempio l età barocca, in cui il pensiero della morte come si vede dal sonetto di Ciro di Pers era quasi ossessivo. Guercino, Et in Arcadia ego, 1622. Roma, Galleria Nazionale d Arte Antica di Palazzo Barberini. Nessuno riflette a come (e se) la pandemia ha alterato il rapporto della nostra società con la morte. Tanto per cominciare, nessuno interroga il silenzio su di essa. Ci comportiamo come se fosse scortese nominarla. [...] Più in profondità ancora, il silenzio rientra in un duplice processo di più lunga durata: il primo riguarda i discorsi e gli studi sulla morte. Il secondo concerne il rapporto con la morte delle società occidentali. I decenni successivi al secondo dopoguerra, diciamo dagli anni 50 ai 60 del secolo scorso, videro una fioritura di contributi e di ricerche: un tema che era stato appannaggio di letteratura, filosofia e religione, fu annesso alle scienze umane, psicologia, antropologia, sociologia e storia [...]. Poi però, dalla metà degli anni 70 gli studi si diradarono, o per lo meno persero influenza e rilevanza: certo che su un argomento così centrale come la morte, di libri (film, documentari ) se ne sono continuati a produrre tanti, ma nessuno che abbia lasciato il segno sulla cultura generale come i testi delle generazioni precedenti. The Pornography of Death (La pornografia della morte) è il titolo di un breve articolo di Geoffrey Gorer1 pubblicato da Encounter nell ottobre 1955. Gorer notava come nei 50 anni precedenti la morte fosse diventata un tabù. [...] Dovremmo riflettere a fondo sull inversione di ruoli tra la sessualità e la morte, come oggetti dell indicibilità (Gorer sviluppò la sua tesi in uno studio più dettagliato apparso nel 1965: Death, Grief, and Mourning in Contemporary Britain, Morte, dolore e lutto nell Inghilterra contemporanea). Perciò la nostra rimozione della morte (tanto più oggi, quando siamo subissati da morti immeritate ) non è un atteggiamento inedito, bensì la conclusione di una tendenza radicata nella struttura industriale della nostra società. E qui entrano in gioco i francesi, in particolare gli studi di Philippe Ariès.2 Un titolo per tutti: Essais sur l histoire de la mort en Occident: du Moyen ge à nos jours (Saggio sulla storia della morte in Occidente: dal Medioevo ai giorni nostri, 1975). Ariès scandì varie fasi, da una morte sociale, a una familiare a una ospedaliera. Nel Medioevo se in una casa c era un moribondo, anche i passanti casuali andavano a salutarlo e a vederlo rantolare, partecipi. La morte era un esperienza comune. Poi protagonista della morte divenne la famiglia (con tutti i rituali del lutto romantico ottocentesco). Infine la morte, dopo essere stata sottratta alla società, fu tolta anche alla famiglia e confinata negli ospedali che sono diventati il luogo deputato al morire: quando arrivi in una città sconosciuta, capisci di essere nelle vicinanze di un ospedale dal numero di agenzie funebri che vedi in strada. [...] La rimozione della morte è quindi un processo radicato nell industrializzazione e nel progresso tecnologico. Persino il diffondersi della cremazione rientra in questa rimozione sociale, perché mentre la salma tumulata è un ricordo inamovibile (per quanto sepolto in fondo alla coscienza dei superstiti), le ceneri del cremato sono una scomparsa, sanciscono una rottura definitiva: è stato dimostrato che i loculi contenenti ceneri vengono visitati molto meno dei sepol- 1 Geoffrey Gorer: antropologo inglese (1905-1985) che ha ap- zione e sugli atteggiamenti di fronte alla morte, mantenendosi sempre in un ambito di storia delle mentalità, nel quale è stato uno dei più originali innovatori. plicato alla propria disciplina le teorie psicanalitiche. 2 Philippe Ariès: storico francese (1914-1984). Dai primi lavori di storia demografica, passò a studi sulla famiglia, sull educa- 64

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento