Classe di letteratura - volume 2

100 105 110 115 la terza ancella ricompone il peplo su le membra divine, e le contende di que selvaggi attoniti al desio. Non prieghi d inni o danze d imenei, ma di veltri perpetuo l ululato tutta l isola udia, e un suon di dardi, e gli uomini sul vinto orso rissosi, e de piagati cacciatori il grido. Cerere invan donato avea l aratro a que feroci; invan d oltre l Eufrate chiamò un dì Bassarèo, giovine Dio, a ingentilir di pampini le balze: il pio strumento irrugginia su brevi solchi sdegnato; e divorata innanzi che i grappoli recenti imporporasse a rai d autunno, era la vite: e solo quando apparian le Grazie, i predatori e le vergini squallide, e i fanciulli l arco e l terror deponean, ammirando. 104 l isola: Citera. 107 Cerere: la dea delle messi, in greco De- metra. L agricoltura segna, rispetto alla caccia, uno stadio ulteriore della civilizzazione. 108 d oltre l Eufrate: dall Oriente, da un territorio che stava oltre il fiume Eufrate. 109 Bassarèo: Bacco, detto Bassarèo da Bassara, città della Lidia, dove il suo culto era particolarmente sentito. 111-112 su brevi solchi: i solchi erano pic- 102-117 L isola non sentiva allora canti di preghiera o suoni di danze nuziali (danze d imenei), ma l eterno ululato dei cani da caccia (veltri), il suono delle frecce (dardi) scoccate, le urla degli uomini che si contendevano il corpo dell orso ucciso e le grida dei cacciatori feriti (piagati). Invano Cerere aveva donato l aratro a quelle genti primitive: invano, da una terra che stava oltre l Eufrate, chiamò un giorno il giovane dio Bassareo, per rendere meno aspre le rupi con i tralci di vite (di pampini): l aratro sacro agli dèi (il pio strumento) arrugginiva sugli stretti solchi, disprezzato (sdegnato); la vite veniva subito divorata prima che i chicchi maturassero ai raggi del sole d autunno: e solo dopo l apparizione delle Grazie, i barbarici cacciatori dell isola, le loro donne trascurate (vergini squallide) e i bambini deponevano gli archi e smettevano di terrorizzare, ammirando la bellezza. coli, stretti e corti, perché il lavoro veniva rapidamente abbandonato. 112 sdegnato: quei popoli mostrano di disprezzare l aratro, cioè il lavoro dei campi. Le parole valgono peplo Il peplo era l abito tipico delle donne dell antica Grecia fino alla seconda metà del VI secolo a.C., quando fu sostituito (eccetto che a Sparta) dal chitone: consisteva in un ret- tangolo di stoffa di lana, di colori vari, talvolta ricamato, che, ripiegato e fermato sopra le spalle da fibule, era tenuto aderente alla persona da una cintura e restava aperto lungo il fianco destro. Il vocabolo indica anche un abito femminile di foggia simile che fu di moda, con lo stesso nome, nel XIX secolo. Molti vocaboli che usiamo oggi per riferirci a capi d abbigliamento sono forestierismi (francesismi, anglismi ecc.). Sapresti elencarne qualcuno? DENTRO IL TESTO Un ideale estetico assoluto Mito e civiltà I contenuti tematici Al progetto delle Grazie è sotteso un ideale grandioso quanto inattuale: la bellezza intesa come mezzo per salvare l uomo e l epoca contemporanea dall abbrutimento. Alle speranze politiche concrete, ormai svanite nel 1812 e 1813, quando Foscolo compone il poema, l autore sostituisce una sorta di miraggio, sostenuto però da una forte tensione etica. L educazione al bello, la cultura, e la poesia che ne è parte, possono sollevare l umanità dallo stato ferino e ingentilirla, accendendo i suoi impulsi nobili e limitando quelli violenti e prevaricatori. La mitologia greca rifiorisce così nei versi del poeta, per il quale le immagini dell antica civiltà classica non sono semplici orpelli decorativi, ma retaggi culturali che hanno conservato nella loro sostanza un profondo significato morale e filosofico. L apparizione delle Grazie dalle acque del mare (vv. 66-81), sedute su una conchiglia e vezzeggiate da Venere, con lo sciame delle Nereidi che si affrettano a festeggiarle, è una visione neoclassica in cui sono racchiusi molteplici simboli. Se dal punto di vista visivo essa ricorda un icona indelebile della cultura rinascimentale, la Venere di Botticelli, al contempo inaugura allegoricamente il processo civile che emancipa gli esseri umani dal caos delle origini e dalla brutalità primitiva, a partire dall introduzione dei riti religiosi, tappa fondamentale nell allontanamento dei popoli dalla barbarie. L AUTORE / UGO FOSCOLO / 639

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Dal Seicento al primo Ottocento