T14 - La nascita delle Grazie

/ T14/ / La bellezza educa il mondo / La nascita delle Grazie Le Grazie, Inno I, A Venere, vv. 66-117 Impietosita dalle condizioni dell umanità, che vive abbrutita in uno stato bestiale, Venere sorge dalle acque del mar Ionio insieme alle Grazie, che portano nel mondo la purezza e l armonia. METRO Endecasillabi sciolti. 75 80 85 90 95 66-81 Tutto quel mare splendeva quando fece affiorare dalle sue acque, sostenendole (sostenne), le Grazie sedute (assise) su una conchiglia e accarezzate (vezzeggiate) dalla dea: e sulla superficie, come numerosi sono gli sciami (frotte) delle api che si librano in volo (vaghe) al primo soffio del vento di primavera (Zefiro), e si succedono ronzando, quasi a gara (invide) le une con le altre, formando nell aria lunghi grappoli fatti di insetti, e aleggiando (al ando) sui calici dei fiori, carichi di nettare, e si rallegrano già per la speranza del miele (mèle) futuro, così, altrettanto numerose, a pelo dell estesa acqua luminosa (raggiante), le Nereidi abitatrici del mare (oceanine), colme d amore, osavano (ardian) mostrarsi a petto seminudo; e seguendo agilmente la divinità alata della Gioia, messaggera degli dèi, gettavano perle fra le acque, desiderando il bacio delle pure (ingenue) Grazie. Poi come l orme della Diva e il riso delle vergini sue fer di Citera sacro il lito, un ignota violetta spuntò a piè de cipressi; e d improvviso molte purpuree rose amabilmente si conversero in candide. Fu quindi relig one di libar col latte cinto di bianche rose e cantar gl inni sotto a cipressi ed offerire all ara le perle e il fior messagger d Aprile. 82-91 Non appena i passi (l orme) della dea e il sorriso delle Grazie resero sacre le sponde (lito) dell isola di Citera, una viola spuntò alle radici dei cipressi e di colpo molte rose rosse graziosamente (amabilmente) si fecero candide. Divenne quindi usanza religiosa (Fu quindi relig one) versare in onore della dea (libar) latte in vasi cinti di rose bianche e cantare inni sotto ai cipressi, e offrire al suo altare le perle e i fiori appena sbocciati, che annunciano la bella stagione appena iniziata (messagger d Aprile). L una tosto alla Dea col rad ante pettine asterge mollemente e intreccia le chiome di marina onda spumanti; l altra sorella a Zefiri concede, a rifiorirle i prati a primavera, l ambrosio umore ond è irrorato il petto della figlia di Giove; vereconda 92-101 Una subito con il pettine luminoso (rad ante) alla dea deterge (asterge) e intreccia dolcemente i capelli, stillanti delle acque azzurrine; l altra offre all aria primaverile il profumo dell ambrosia con il quale è cosparso il petto di Venere, figlia di Giove, per favorire la fioritura stagionale dei prati; l ultima, pudica (vereconda), sistema la veste sul divino corpo della dea, e lo sottrae al desiderio dei mortali sbalorditi (attoniti) da tanta bellezza. 66 tutto quel mar: l Egeo. 68 dalla Diva: dalla dea Venere. 69 quante: è posto in correlazione al 638 / IL PRIMO OTTOCENTO tante del v. 75. La lunga similitudine è un calco omerico (Iliade, II, vv. 87-90). Zefiro: vento della primavera. PARAFRASI 70 Splendea tutto quel mar quando sostenne su la conchiglia assise e vezzeggiate dalla Diva le Grazie: e a sommo il flutto, quante alla prima aura di Zefiro le frotte delle vaghe api prorompono, e più e più succedenti invide ronzano a far lunghi di sé aerei grappoli, van al ando su nettarei calici e del mèle futuro in cor s allegrano, tante a fior dell immensa onda raggiante ardian mostrarsi a mezzo il petto ignude le amorose Nereidi oceanine; e a drappelli agilissime seguendo la Gioja alata, degli Dei foriera, gittavan perle, dell ingenue Grazie il bacio le Nereidi sospirando. 80 ingenue: pure (latinismo da ingenuus, naturale , libero ). 92 una: sottinteso delle Grazie .

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento