T12 - Le "urne de’ forti"

/ T12 / / La funzione civile delle tombe dei grandi uomini / Le «urne de forti Dei Sepolcri, terza parte (vv. 151-212) «Le reliquie degli Eroi destano a nobili imprese, e nobilitano le città che le raccolgono (vv. 151-154); esortazione agl Italiani di venerare i sepolcri de loro illustri concittadini; que monumenti ispireranno l emulazione agli studi e l amor della patria, come le tombe di Maratona nutriano ne greci l abborrimento a Barbari (vv. 154-212) . METRO Endecasillabi sciolti. 160 165 170 175 155-158 quel grande di che sangue: lo scrittore e politico Niccolò Machiavelli (1469-1527). Sulla scorta di Rousseau, Foscolo propone un interpretazione del Principe come un testo di ispirazione repubblicana (interpretazione che giungerà sino al critico risorgimentale Francesco De Sanctis), in cui l autore fiorentino, fingendo di consigliare ai principi come rafforzare il proprio potere, in realtà illustrerebbe ai sudditi il vero volto di esso, spronandoli così a rivoltarsi contro i potenti. 159-160 colui a Celesti: lo scultore, pittore, architetto e poeta Michelangelo Buonarroti (1475-1564); il nuovo Olimpo (una nuova sede adatta alla divinità cristiana, come l Olimpo era quella degli dèi pagani) da 626 / IL PRIMO OTTOCENTO 151-172 Le tombe dei grandi (l urne de forti) incitano (accendono) gli animi nobili a compiere grandi imprese (egregie cose), o Pindemonte; e rendono bella e sacra la terra che le accoglie (ricetta) a colui che la visita (al peregrin). Quando vidi la tomba (monumento) in cui riposa il corpo di quell uomo celebre che, fingendo di rafforzare (temprando) il potere ai principi (lo scettro a regnatori), in realtà lo spoglia di ogni nobile parvenza (gli allòr ne sfronda), e svela ai popoli quanto esso grondi di lacrime e sangue; e quando vidi il sepolcro (l arca) di colui che a Roma innalzò alla divinità un nuovo tempio degno dell Olimpo; e quello di colui che vide ruotare sotto la volta celeste (etereo padiglion) i pianeti (mondi), e il Sole illuminarli restando immobile (immoto), e con questa teoria (onde) aprì per primo la strada per la comprensione dei moti celesti (le vie del firmamento) all inglese (Anglo) che vi spaziò così ampiamente con il suo ingegno (tanta ala vi stese): felice te, o Firenze, esclamai, per la tua aria salutare e piena di vita, e per le acque (pe lavacri) che dalle sue cime (gioghi) l Appennino fa scendere fino a te! La Luna, rallegrata dalla tua aria tersa, ricopre di luce limpidissima le tue colline, festose durante la vendemmia, e le valli circostanti (convalli), popolate di case e coperte di uliveti, emettono verso il cielo mille profumi (incensi) di fiori: PARAFRASI 155 A egregie cose il forte animo accendono l urne de forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta. Io quando il monumento vidi ove posa il corpo di quel grande che temprando lo scettro a regnatori gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela di che lagrime grondi e di che sangue; e l arca di colui che nuovo Olimpo alzò in Roma a Celesti; e di chi vide sotto l etereo padiglion rotarsi più mondi, e il Sole irrad arli immoto, onde all Anglo che tanta ala vi stese sgombrò primo le vie del firmamento: Te beata, gridai, per le felici aure pregne di vita, e pe lavacri che da suoi gioghi a te versa Apennino! Lieta dell aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi: e tu prima, Firenze, udivi il carme che allegrò l ira al Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l id oma 173-185 e tu per prima, o Firenze, hai udito il poema (carme) che alleviò (allegrò) lo sdegno del ghibellino esule, e sempre tu hai dato gli amati genitori (i cari parenti) e la lingua madre (id oma) lui eretto a Roma è la cupola di San Pietro. 160-162 chi immoto: lo scienziato pisano Galileo Galilei (1564-1642), che sostenne la validità scientifica del sistema eliocentrico a partire dalle sue osservazioni con il cannocchiale. 163 all Anglo vi stese: allo scienziato inglese Isaac Newton (1642-1727), il quale, partendo dalle scoperte galileiane, sviluppò ulteriormente la conoscenza delle leggi naturali, elaborando la teoria della gravitazione universale. 173 e tu udivi: secondo una notizia divulgata da Boccaccio, qui ripresa da Foscolo e poi smentita successivamente, Dante avrebbe scritto a Firenze i primi sette canti dell Inferno. 174 Ghibellin fuggiasco: Dante, in esilio (fuggiasco). Alighieri in realtà non era ghibellino (l appellativo deriva da Boccaccio) ma guelfo di parte bianca, benché si possa parlare genericamente di ghibellinismo (ideologia antipapale) per l avversione dantesca nei confronti della politica temporale dei papi (in particolare di Bonifacio VIII, il pontefice che fu all origine del suo esilio) e per l alta considerazione che Dante aveva del potere imperiale. 175 i cari l id oma: non i natali, poiché Petrarca (a cui si riferiscono questo e i versi successivi) era nato ad Arezzo da genitori fiorentini.

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento