T7 - In morte del fratello Giovanni

6 Vergine nacque / Venere (vv. 4-5); non tacque [ ] l inclito verso (vv. 6-8); l acque / cantò fatali (vv. 8-9); baciò la sua petrosa Itaca Ulisse (v. 11). Quale figura retorica si trova in questi versi? a Anafora. c Iperbato. b Anacoluto. d Anastrofe. INTERPRETARE 7 Che valore assume la forte negazione presente nell incipit? 8 Rispetto alla negazione iniziale, quella finale del v. 12 svolge una funzione simile o differente? perché? SCRIVERE PER... ARGOMENTARE 9 Il fato non consente a Foscolo di tornare in patria. Il suo può essere interpretato come il lamento di un migrante costretto a lasciare la propria terra. Ragiona sull attualità di questa tragica condizione in un testo argomentativo di circa 30 righe. CONFRONTARE 10 A quasi due secoli di distanza si ricorderà del sonetto foscoliano il poeta Umberto Saba (1883-1957) nel comporre Ulisse: quali analogie e differenze cogli tra le due liriche? Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede, coperti d alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi. Quando l alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. In morte del fratello Giovanni / T7 / Sonetti, 10 L 8 dicembre 1801 il ventenne Giovanni Dionigi Foscolo, tenente dell esercito cisalpino, si suicida, forse per un debito di gioco. Nel 1803 il poeta, prendendo a modello i versi di Catullo, trae spunto dall evocazione della sua tomba per esprimere motivi insieme soggettivi e universali (l esilio, la caduta delle speranze, gli affetti familiari, la sventura). / Il lutto e l esilio / METRO Sonetto con schema di rime ABAB ABAB CDC DCD. 4 Un dì, s io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de tuoi gentili anni caduto. 8 La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i miei tetti saluto. 7 deluse palme: le mani del poeta sono vuote, deluse per la sofferenza dell esilio e la speranza frustrata di un ritorno impossibile. Nel sostantivo palme agisce un eco 602 / IL PRIMO OTTOCENTO virgiliana (invalidas tibi tendens, hau non tua, palmas, tendendo invano a te le mani, ahimè non più tua , Georgiche, IV, v. 498). 8 sol saluto: unicamente da lontano (da lunge) il poeta può salutare la sua patria (i miei tetti).

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento