T4 - Il canto dell’usignolo

Il canto dell usignolo / T4 / Giovan Battista Marino, L Adone, VII, 32-37 / Le meraviglie canore di un uccellino / Giunto nel giardino dei piaceri, Adone ammira le delizie dei sensi, di cui apprende tutti i segreti. Nel giardino dell udito (canto VII) egli può ascoltare il canto di uccelli delle più diverse specie; tra questi spicca l usignolo, di cui l autore descrive le straordinarie melodie. METRO Ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC. 10 15 20 33 Udir musico mostro, o meraviglia, che s ode sì, ma si discerne apena, come or tronca la voce, or la ripiglia, or la ferma, or la torce, or scema, or piena, or la mormora grave, or l assottiglia or fa di dolci groppi ampia catena, e sempre, o se la sparge o se l accoglie con egual melodia la lega e scioglie. 34 O che vezzose, o che pietose rime lascivetto cantor compone e detta. Pria flebilmente il suo lamento esprime, poi rompe in un sospir la canzonetta. In tante mute or languido, or sublime varia stil, pause affrena e fughe affretta, ch imita insieme e nsieme in lui s ammira cetra flauto liuto organo e lira. 4 sirena: l usignolo è associato alla cre- atura favolosa della mitologia classica in quanto riesce ad ammaliare allo stesso modo con il suo canto. 9 mostro: dal latino monstrum, prodigio . 12 or scema, or piena: le due espressioni ottava 32 Ma la sirena dei boschi, l usignolo (il rossignuolo), effonde (versa) la sua melodia (spirto) palpitante (tremulo) e leggera (sottile) più di ogni altro grazioso (vago) e delicato (gentile) uccellino che dispieghi (spieghi) in modo amabile (leggiadro) il suo canto e [le ali per] il volo, e modula (tempra) il ricercato (peregrino) stile in modo tale (in guisa) da sembrare il maestro di tutti gli altri uccelli (alato stuolo). In mille maniere varia (distingue) il suo canto e trasforma la sua voce in mille voci diverse. PARAFRASI 5 32 Ma sovr ogni augellin vago e gentile che più spieghi leggiadro il canto e l volo versa il suo spirto tremulo e sottile la sirena de boschi, il rossignuolo, e tempra in guisa il peregrino stile che par maestro del alato stuolo. In mille fogge il suo cantar distingue e trasforma una lingua in mille lingue. ottava 33 Oh che meraviglia udire un prodigio musicale (musico mostro) che si sente sì, ma a stento (apena) si distingue, come ora interrompa (tronca) la voce, ora la riprenda (ripiglia), ora la smorzi, ora la attorcigli, ora la attenui (scema), ora la rinforzi (piena), ora la mormori in tono grave, ora la renda sottile, ora produca una lunga concatenazione (ampia catena) di dolci gruppi di note (groppi), e sempre, sia che canti a voce spiegata sia che trattenga l emissione sonora (o se la sparge o se l accoglie), la lega e la scioglie con una melodia continua (egual). ottava 34 Oh che scherzose, oh che patetiche rime, compone e detta il sensuale (lascivetto) cantore! Prima emette (esprime) il suo lamento debolmente, poi interrompe il suo leggiadro canto con (in) un sospiro. Con tante variazioni (mute), ora languido ora sublime cambia stile, allunga le pause, accelera le fughe in modo che (ch ) contemporaneamente (insieme) imita e nel suo canto (in lui) si possono ascoltare con meraviglia (s ammira) insieme ( nsieme) la cetra, il flauto, il liuto, l organo e la lira. sono qui interpretate come verbi, ma secondo alcuni studiosi si tratterebbe invece di due aggettivi con funzione predicativa, come il successivo grave. 14 groppi: nel linguaggio musicale, per gruppi si intendono gli accostamenti di note brevissime. 22 fughe: componimenti musicali nei quali un tema melodico principale (soggetto) e uno o più temi secondari si intrecciano attraverso la sovrapposizione di varie voci. LA CORRENTE / LA POESIA BAROCCA / 57

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento