Classe di letteratura - volume 2

65 70 75 80 85 turbe,34 munito di tutti quei sette passaporti, ad altercare, e gridare, e schiamazzar più di loro; mezzo col quale sempre si vien a capo dei Francesi. Ad uno ad uno si leggevano, e facevano leggere da chi di quelli legger sapeva, le descrizioni delle nostre rispettive figure. Io pieno di stizza e furore, non conoscendo in quel punto,35 o per passione sprezzando l immenso pericolo, che ci soprastava, fino a tre volte ripresi in mano il mio passaporto, e replicai ad alta voce: «Vedete, sentite; Alfieri è il mio nome; Italiano e non Francese; grande, magro, sbiancato; capelli rossi, son io quello, guardatemi; ho il passaporto; l abbiamo avuto in regola da chi lo può dare; e vogliamo passare, e passeremo per Dio . Durò più di mezz ora questa piazzata, mostrai buon contegno, e quello ci salvò. Si era frattanto ammassata più gente intorno alle due carrozze, e molti gridavano: «Diamogli il fuoco a codesti legni . Altri: «Pigliamoli a sassate . Altri: «Questi fuggono; son dei nobili e ricchi, portiamoli indietro al Palazzo della Città,36 che se ne faccia giustizia . Ma insomma il debole ajuto delle quattro guardie nazionali, che tanto qualcosa diceano per noi, ed il mio molto schiamazzare, e con voce di banditore replicare e mostrare i passaporti, e più di tutto la mezz ora e più di tempo, in cui quei scimiotigri37 si stancarono di contrastare,38 rallentò l insistenza loro; e le guardie accennatomi di salire in carrozza, dove avea lasciato la Signora, si può credere in quale stato, io rientratovi, rimontati i postiglioni39 a cavallo si aprì il cancello, e di corsa si uscì, accompagnati da fischiate, insulti e maledizioni di codesta genia. E buon per noi che non prevalse di essere ricondotti40 al Palazzo di Città, che arrivando così due carrozze in pompa stracariche, con la taccia41 di fuggitivi, in mezzo a quella plebaccia si rischiava molto; e saliti poi innanzi ai birbi della Municipalità, si era certi di non poter più partire, d andare anzi prigioni,42 dove se ci trovavano nelle carceri il dì 2 settembre, cioè quindici giorni dopo, ci era fatta la festa43 insieme con tanti altri galantuomini che crudelmente vi furono trucidati. Sfuggiti di un tale inferno, in due giorni e mezzo arrivammo a Calais, mostrando forse quaranta e più volte i nostri passaporti; ed abbiamo saputo poi che noi eramo stati i primi forestieri usciti di Parigi, e del regno dopo la catastrofe del 10 agosto. 34 turbe: gruppi di persone agitate. 35 non conoscendo in quel punto: non valutando in quel momento. 36 Palazzo della Città: l H tel de Ville, sede del municipio parigino. 37 scimiotigri: espressione originale per sottolineare la bestialità dei rapitori. 38 contrastare: creare impedimenti. 39 postiglioni: conducenti. 40 non prevalse di essere ricondotti: non prevalse la volontà di coloro che volevano riportarci indietro. 41 la taccia: il sospetto, l accusa. 42 prigioni: prigionieri. 43 ci era fatta la festa: ci avrebbero fatto la festa (cioè ci avrebbero uccisi). ANALISI ATTIVA In fuga dalla Rivoluzione I contenuti tematici Il capitolo descrive la fuga rocambolesca e drammatica di Alfieri da Parigi, insieme all amata contessa d Albany. Lo scrittore mostra tutto il suo disprezzo per i rivoluzionari francesi, che reputa, con un ossimoro, schiavi dominanti (r. 22), indicando con l espressione una condizione di subalternità plebea da cui essi non si potranno liberare mai, nemmeno prendendo le leve del potere. Da questi facitori di falsa libertà (rr. 17-18) Alfieri dichiara di essersi tenuto sempre alla larga, rifugiandosi nelle consolazioni dell amore e dello studio. Pieno di stizza e furore (r. 64), egli intende abbandonare la Francia, che non rappresenta più ai suoi occhi una fucina di libertà, ma una terra di violenza, teatro di un regime politico fondato sul terrore. 512 / IL SETTECENTO

Classe di letteratura - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento