Classe di letteratura - volume 2

IN BREVE di subalternità: «Io servo, non ha dubbio, ma non mi posso vergognare della mia servitù, perché servo a un de primi re del mondo , scrive da Parigi, quando si trova alla corte di Maria de Medici e del figlio, il re Luigi XIII. Attraverso una lunga serie di polemiche incendiate ad arte, egli si costruisce l immagine di una personalità eccentrica e sregolata; la sua ricerca di successo non è infatti mai disgiunta dalla profonda conoscenza del suo pubblico di riferimento, quel mondo di gentiluomini e accademici che ammirano le estrose e ardite fantasie dei suoi versi. La poetica di Marino ruota intorno al concetto di meraviglia , cioè al potere della poesia di sorprendere il lettore. La poetica della meraviglia Successo mondano e ricerca letteraria vanno dunque di pari passo. Marino sa adeguarsi al mutamento di sensibilità avvenuto negli ambienti aristocratici e culturali già alla fine del Cinquecento, in base al quale l esigenza fondamentale della poesia non sta più nella proposta dei contenuti, ma nella dimostrazione di ingegno e abilità formale. Si ritiene, in altri termini, che l intelligenza del lettore vada stimolata non tramite i significati delle opere, ma attraverso la varietà dei temi e delle soluzioni formali. I princìpi estetici della misura, dell armonia e della verosimiglianza propri dell arte rinascimentale sono ritenuti superati: l obiettivo diventa elaborare giochi stravaganti e arguzie sempre più innovative, perché secondo la sua celebre dichiarazione programmatica «è del poeta il fin la meraviglia . La grande abilità di Marino è quella di riprendere formule della tradizione poetica riutilizzandole con liberi accostamenti. Un maestro della citazione In un certo senso, Marino non inventa nulla; egli asseconda semplicemente ma con abilità inarrivabile la moda trionfante del decorativismo che caratterizzava già la produzione poetica di Tasso, e che in epoca barocca diventa un fenomeno di costume, il gusto estetico dominante. Il suo modo di lavorare, in questo senso, è indicativo: egli conosce perfettamente le frasi, le espressioni, le immagini e le figure della tradizione; tra esse sceglie le più fantasiose e le decontestualizza, in modo da rompere ogni regola costituita e creare una sorta di shock nel lettore. Si serve cioè dei modelli in modo analitico, leggendo come egli afferma «col rampino (vale a dire, metaforicamente, con un gancio), selezionando e annotando le idee da sfruttare. Ciò spiega le accuse di plagio mossegli dai suoi rivali, a cui del resto egli risponde con coerenza ed efficacia indubbie, ribadendo la propria visione della poesia: l eccezionalità di un opera sta nella stupefacente variazione dei materiali a disposizione, nell abile e raffinata tecnica combinatoria e nella libertà del poeta di ricercare e sfruttare quanto di più prezioso e raro ci sia nella produzione letteraria del passato. la parola DECORATIVISMO / Prevalenza, in un opera d arte figurativa e, per estensione, anche letteraria o musicale, di motivi puramente decorativi. Fra le sue opere si ricordano tre raccolte di poesie: La lira, La galeria, La sampogna. Le raccolte di liriche e gli scritti religiosi A tali princìpi Marino conforma tutta la sua opera, a partire dalla raccolta intitolata La lira (1614), contenente poesie organizzate in base ai metri e agli argomenti (rime amorose, marittime, boscherecce, eroiche, lugubri, morali e sacre). Al 1619 risale la prima edizione della Galeria, composta da oltre 400 sonetti e madrigali ispirati alle opere dei più apprezzati pittori e scultori del tempo. Del 1620 è invece La sampogna, comprendente 8 idilli favolosi di argomento mitologico e 4 idilli pastorali . Ispirazione religiosa hanno invece le Dicerie sacre, vere e proprie prediche a tema edite nel 1614, e il poema in 4 libri La strage degl innocenti, pubblicato postumo nel 1632. Il capolavoro di Marino è il poema in ottave di endecasillabi L Adone. Il soggetto, ripreso da Ovidio, è l amore fra Venere e il pastore Adone, argomento che dà al poeta l occasione di esaltare il piacere e la sensualità. L Adone L opera maggiore di Marino è il poema mitologico L Adone, composto da 20 canti in ottave di endecasillabi, pubblicato a Parigi nel 1623. La trama è apparentemente semplice: vi si racconta l amore tra Venere e il bellissimo pastore Adone, alla fine ucciso da un cinghiale mossogli contro dalla gelosia di Marte. Il poeta latino Ovidio, nelle Metamorfosi, aveva narrato questa favola in 73 versi; Marino ne scrive più di 40 000, con un infinita moltiplicazione dei materiali narrativi, una miniera di eclettiche fonti evocate, una LA CORRENTE / LA POESIA BAROCCA / 49

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento