Classe di letteratura - volume 2

60 65 70 75 tante e così ben velate e varie e saldissime basi, che non eccedendo i tiranni, o rarissimamente eccedendo i modi coll universale, e non gli eccedendo quasiché mai co privati, se non sotto un qualche velo di apparente legalità, la tirannide si è come assicurata in eterno. Or ecco, ch io già mi sento dintorno gridare: «Ma, essendo queste tirannidi moderate e soffribili, perché con tanto calore ed astio svelarle e perseguirle? . Perché non sempre le più crudeli ingiurie son quelle che offendono più crudelmente; perché si debbono misurare i mali dalla loro grandezza e dai loro effetti, più che dalla lor forza; perché, in somma, colui che ti cava ogni giorno poche oncie23 di sangue ti uccide a lungo andare ugualmente che colui che ad un tratto ti svena, ma ti fa stentare assai più. Tutte le facoltà dell animo nostro intorpidite; tutti i diritti dell uomo menomati o ritolti;24 tutte le magnanime volontà impedite o deviate dal vero; e mille e mille altre simili continue offese, che troppo lungo e pomposo declamatore parrei, se qui ad una ad una annoverarle volessi; ove la vita vera dell uomo consista nell anima e nell intelletto, il vivere in tal modo tremando, non è egli un continuo morire? E che rileva25 all uomo, che nato si sente al pensare e all operare altamente, di conservare tremante la vita del corpo, gli averi, e l altre sue cose (e queste né anco sicure) per poi perdere, senza speranza di riacquistarli giammai, tutti, assolutamente tutti, i più nobili e veri pregi dell anima? 23 oncie: unità di misura qui utilizzata in senso fi- gurato per indicare una piccola quantità. 24 menomati o ritolti: diminuiti o sottratti. 25 rileva: importa. DENTRO IL TESTO Una visione aristocratica e utopica Un pensiero paradossale? I contenuti tematici La riflessione politica di Alfieri è radicale quanto utopica: egli aborre il dispotismo con tutto sé stesso, ma non approda alla proposta di un sistema politico alternativo; non ragiona sulle possibili vie che la politica potrebbe perseguire per costruire un sistema di governo nuovo né, tanto meno, è animato da uno spirito di riforma che possa correggere e migliorare lo stato presente delle cose. Walter Binni ha osservato in proposito che Alfieri non solo «si distacca dalle più comuni posizioni del riformismo illuministico, ma le combatte apertamente, distrugge l ideale settecentesco del dispotismo illuminato e del buon principe [ ] preferendo le tirannidi estreme a quelle moderate . Alfieri è infuocato da un idea distruttiva, vagheggiata però in termini piuttosto astratti. Per abbattere la tirannide non si può fare affidamento sull universale (r. 3), cioè sul popolo, sulla moltitudine, sempre dipinta come cieca, sorda e destinata a subire in eterno l oppressione del potere; la speranza è semmai riposta nelle mani di pochi individui dotati di un animo feroce e libero (r. 15), capaci di eliminare fisicamente il tiranno. Ma si tratta di una soluzione illusoria: un nuovo tiranno, reso ancor più crudele dalla paura di perdere il potere e la vita, sostituirebbe il primo. La vera soluzione sta allora nell azione degli stessi tiranni che, divenendo irragionevoli e sfrenati nel loro esercizio del potere, possono portare il popolo all esasperazione e alla rivolta. Per argomentare questi passaggi del suo pensiero, Alfieri presenta delle situazioni ipotetiche e paradossali: solo un buon cittadino (r. 34) che si facesse ministro di un tiranno potrebbe spingere costui all eccesso; ma una tale figura di uomo buono (r. 48) non esiste, perché si troverebbe costretto a farsi prima egli stesso scellerato ed infame (rr. 49-50); d altra parte, un ministro scellerato davvero (r. 53) non spingerebbe il tiranno alla rovina, sapendo che la fine del despota sarebbe anche la sua. Questi paradossi sono funzionali al rigore dell argomentazione, e mostrano come i punti di riferimento dell analisi politica alfieriana siano il razionalismo classico e la spregiudicatezza di Machiavelli, mentre la sua sfiducia verso il po- 488 / IL SETTECENTO

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Dal Seicento al primo Ottocento