Classe di letteratura - volume 2

135 140 145 150 155 160 non da me, no, ma da miei figli. I figli, del mio fallir sono innocenti micol O stato, cui non fu il pari mai! Dal ver disgiunto, padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi saul Oh gioja! Pace hai sul volto? O fero veglio, alquanto miei preghi accetti? io da tuoi piè non sorgo, se tu i miei figli alla crudel vendetta pria non togli. Che parli? Oh voce! «T era David pur figlio; e il perseguisti, e morto pur lo volevi . Oh! che mi apponi? Arresta sospendi or, deh! Davidde ov è? si cerchi: ei rieda; a posta sua mi uccida, e regni: sol che a miei figli usi pietade, ei regni Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l occhio; foco il brando e la man; dalle ampie nari torbida fiamma spiri, e in me l avventi Già tocco m ha; già m arde: ahi! dove fuggo? Per questa parte io scamperò. micol Né fia, ch io rattener ti possa, né ritrarti al vero? Ah! m odi: or sei saul Ma no; che il passo di là mi serra un gran fiume di sangue. Oh vista atroce! sovra ambe le rive, di recenti cadaveri gran fasci ammonticati stanno: ah! tutto è morte colà: qui dunque io fuggirò Che veggo? Chi sete or voi? D Achimeléch siam figli. «Achimeléch son io. Muori, Saulle, muori . Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve. 135-136 I figli sono innocenti: i figli non hanno responsabilità dei miei errori (del mio fallir). Saul continua il suo delirante monologo senza badare alle rassicurazioni che Micol gli ha appena rivolto, e nello stesso tempo chiede che i figli vengano risparmiati dal dolore e dalle possibili conseguenze dei suoi gesti estremi. La scelta lessicale del verbo fallire esprime efficacemente i risvolti psicologici del dramma di Saul, le cui vere ragioni sono riposte nella sua mancata accettazione della vecchiaia e della perdita progressiva delle forze vitali. 136-137 O stato mai: o stato d animo pieno di dolore, incomparabile con qualsiasi altro. Micol compiange la perdita della ragione da parte del padre. 137 Dal ver disgiunto: lontano dalla realtà; Micol cerca di far notare al padre il ca- 478 / IL SETTECENTO rattere delirante delle sue parole. 139 fero veglio: terribile vecchio (si rivolge nuovamente all ombra di Samuele). 140 miei preghi: le mie preghiere. non sorgo: non mi sollevo. 141-142 se togli: se prima non distogli la crudele vendetta di Dio dai miei figli. 142-144 «T era volevi : il pensiero sconvolto di Saul genera anche voci che lo accusano delle sue azioni passate. 144 che mi apponi?: di che cosa mi accusi? 144-145 Arresta deh!: fermati smetti ora (di accusarmi), ti prego (deh)! 146 ei rieda: egli torni (congiuntivo esortativo). a posta sua: a suo piacere. 147 sol che regni: il vecchio re, un tempo risoluto e deciso, è in balia di intenzioni continuamente mutevoli, specialmente verso David, che ora vuole lontano, ora vicino. La sua ossessione è comunque la salvaguardia dei figli: nonostante non riesca più a controllarsi, egli è consapevole che i suoi gesti possono ripercuotersi su di loro. 149 foco il brando e la man: la spada e la mano come fuoco. nari: narici. 150 in me l avventi: la rivolgi contro di me (la preposizione in per contro è un calco dal latino). 151 tocco: forma contratta per toccato . 152-154 Né fia vero?: non accadrà che io ti possa trattenere né ricondurti alla realtà? 154-155 il passo serra: mi impedisce il cammino. 158 ammonticati: ammucchiati. 159 veggo: vedo. 162 ravviso: riconosco.

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento