Classe di letteratura - volume 2

IN BREVE Il tiranno di cui parla Alfieri si delinea come una figura della fantasia poetica, come l incarnazione di un potere sospettoso e crudele, corrotto e corruttore, non limitato da alcuna legge esterna alla sua volontà. In altri termini, l autore non conduce un analisi razionale o storica della tirannide, ma una descrizione cupa e terribile dell oppressione, mettendo sotto accusa, con impeto libertario, la figura astratta del tiranno ed esaltando, al contrario, il coraggio della ribellione e lo spirito di libertà del singolo, senza alcuna proposta di azione collettiva. Il disprezzo che Al eri nutre sia per la tirannide sia per il popolo esaspera il suo individualismo elitario no a fargli assumere atteggiamenti titanici. Una visione aristocratica Per sconfiggere la tirannide, infatti, Alfieri non fa affidamento sul popolo, che considera un «turpissimo armento (cioè una mandria spregevole), né sulle pratiche riformatrici elaborate nel secolo dei Lumi. Egli riserva invece la propria ammirazione a pochi individui eccezionali dotati di «forte sentire : personalità che si elevano sul volgo e che, grazie al loro coraggioso antagonismo, scelgono l ipotesi del tirannicidio o del suicidio piuttosto che tollerare di vivere in schiavitù. La posizione ideologica alfieriana è quella di un aristocratico d ancien régime, la cui idea di virtù è modellata su Plutarco e sui classici latini, cioè sul culto degli eroi e delle personalità straordinarie. Il disprezzo della tirannide e del volgo, in Alfieri, sono due facce di una stessa medaglia: l idea del popolo come entità organizzata, portatrice di diritti e di una volontà legittima, è una parte della riflessione politica illuminista che gli rimane sostanzialmente estranea. Il suo individualismo esasperato e la sua titanica opposizione al proprio tempo lo avvicinano semmai alla sensibilità romantica, che si affermerà di lì a qualche decennio (e che vedrà nel nobile astigiano un proprio precursore). L eroe individualista e antisociale per eccellenza è l artista. Lo scrittore eroe In questa irriducibile lotta per mantenere l integrità morale in un universo degradato e liberticida, lo scrittore stesso è un eroe tragico. Nel trattato Del principe e delle lettere il nemico del tiranno è Giuseppe Antonio Orelli, San Bartolomeo davanti al tiranno (affresco), 1754. Bergamo, chiesa di San Bartolomeo e Santo Stefano. LA PAROLA TITANISMO / Il termine deriva da titano e fa riferimento alla ribellione dei Titani (i giganti figli di Urano e di Gea) contro gli dèi dell Olimpo e, in particolare, alla sfida di Prometeo contro il potere di Zeus. A partire dal Romanticismo, esso indica un atteggiamento di ribellione che si esprime, pur nella consapevolezza del proprio fallimento, contro tutte le forze superiori (divinità, destino, natura, potere dispotico sia politico sia economico-sociale ecc.) che dominano l uomo e ne opprimono gli slanci vitali, la libertà e la responsabilità stessa. L AUTORE / VITTORIO ALFIERI / 469

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento