Classe di letteratura - volume 2

A LTA A R I S T O C R A Z I A PIEMONTESE Qui accanto l ingresso di Palazzo Alfieri ad Asti, il cui nome è legato non solo a Vittorio, ma anche a un altro Alfieri: Benedetto, zio del poeta e importante architetto, che verso la metà del Settecento riprogettò parti dell edificio (di origine medievale). Nelle sale del palazzo, recentemente restaurate, si possono vedere alcuni arredi della casa natale di Vittorio e oggetti che testimoniano l attività letteraria, i viaggi e le passioni dello scrittore. Palazzo Alfieri ad Asti. rano nemmeno quando lo zio, nel 1758, lo fa entrare nell Accademia Reale di Torino, la scuola in cui i Savoia formano i propri quadri diplomatici e militari, e da cui Alfieri esce con la qualifica di portainsegna del reggimento; la disciplina militare, infatti, accresce il suo spirito di ribellione a gerarchie, ordini e imposizioni. Così, quando il re lo dispensa finalmente dal servizio, inizia una lunga serie di viaggi, approfittando delle notevoli risorse finanziarie di cui la sua famiglia dispone. re la donna. Molto travagliata è anche la relazione con la contessa Luisa Stolberg d Albany, moglie del nobile inglese Carlo Edoardo Stuart, pretendente al trono d Inghilterra: Alfieri la inseguirà più volte, tentando persino di organizzare una fuga a Roma al fine di sottrarla all anziano marito. La scrittura come salvezza Né le vicende sentimentali, né i viaggi, né il lusso, né gli svaghi come il grandissimo amore per i cavalli riescono ad appagare l animo del poeta, spesso affogato in un tedio insopportabile e in una mediocrità che contrasta dolorosamente con il suo desiderio di gloria e di ribellione. proprio questo continuo tentativo di trovare scampo alla mediocrità a spingerlo verso la letteratura e a portarlo a dar vita a eroi tormentati, attraversati da tensioni morali e da un assoluto desiderio di libertà al quale si contrappongono gli ostacoli della vita sociale e le forze più irrazionali dell animo umano. Alfieri viaggia ininterrottamente per sei anni, dal 1767 al 1772: prima in Italia, sostando a Milano, Firenze, Roma, Napoli e Venezia; poi in Francia, Inghilterra, Olanda, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Spagna, Portogallo e Russia. Non si tratta di viaggi appaganti, come quelli che soddisfano la curiosità di tanti intellettuali illuministi, ma piuttosto di fughe dettate dall incapacità di rimanere fermo e da un inestirpabile senso di scontentezza di sé e degli altri. Sono anche anni di passioni travolgenti e di amori conflittuali (in Inghilterra, per esempio, deve affrontare in duello il marito di una sua amante, Penelope Pitt), che lo spingono a fuggire di nazione in nazione. Alfieri disprezza Parigi, la Prussia di Federico II (che gli appare come una «universal caserma ), la Pietroburgo della zarina Caterina II; a Vienna si rifiuta di incontrare Pietro Metastasio, il poeta più celebre del tempo (e di cui pure apprezza l opera), colpevole ai suoi occhi di aver fatto la «genuflessioncella , cioè di essersi inginocchiato ai piedi dell imperatrice. Non gli piacciono le città né, tanto meno, l alta società, con le sue relazioni mondane e i suoi vuoti galatei. Il suo animo in perenne subbuglio si placa soltanto davanti ai paesaggi incontaminati, alle lande deserte e selvagge che si aprono a dismisura nei paesi nordici. In questa natura libera e indomabile Alfieri vede lo specchio del suo io, anticipando quel gusto per gli spettacoli sublimi che sarà proprio dei Romantici, di cui egli è per molti versi un precursore. L AUTORE / VITTORIO ALFIERI / 463

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento