Classe di letteratura - volume 2

Enrico Baj, Tu quoque Brute fili mi (particolare), 1964. VIDEO Una finestra su Carlo Emilio Gadda una decisa istanza morale, che mette a nudo quell infrazione dell ordine razionale delle cose che egli individua nella società del suo tempo. Una commedia umana disgustosa Nella giornata tipo di un giovin signore , rampollo esemplare della nobiltà della Milano del Settecento, l autore del Giorno descriveva, con iperbolica ironia, una classe aristocratica viziata e scioperata, che conosceva bene poiché la frequentava quotidianamente. Allo stesso modo, Gadda getta lo sguardo velenoso su un ambiente a lui ben noto in quanto, in fondo, vi apparteneva: quella borghesia avida, frustrata e corrotta, di cui egli ambiva a essere una sorta di giustiziere o, se si preferisce, di moralizzatore (in una lettera scrisse che desiderava «essere il Robespierre della borghesia milanese ). Nella sua produzione narrativa, naturalmente, non troviamo più la dama sfaccendata, il vacuo cicisbeo e il servile cortigiano né leggiamo le direttive del «Precettor d amabil Rito , intento a fornire al suo discepolo i mezzi per non sfigurare nel bel mondo dei palazzi neoclassici; vediamo invece speculatori e arricchiti, manichini impegnati in una vuota commedia di apparenze sociali, dove una falsa morale nasconde cumuli inconfessati di ipocrisie e opportunismi. Neppure il popolo, che traspare nei versi pariniani come una sobria e sana alternativa vivente all arroganza dei nobili, si salva dal quadro impietoso fornito dai racconti e dai romanzi di Gadda, puntualmente affollati di squallidi borgatari e avidi maneggioni. La parola feroce Questa massa informe di uomini e donne, immersa nei rumori e nei cattivi odori della città (ma nessuna tentazione all idillio campestre affiora nelle pagine di Gadda, a differenza che in quelle di Parini), viene descritta con un linguaggio esorbitante, che sperimenta soluzioni espressionistiche e intreccia arcaismi, termini desueti, espressioni dialettali e neologismi per dare conto di quell «ordigno caotico, deforme e magmatico che è la realtà. La parola si fa dunque strumento di critica: in Parini, ciò avviene attraverso la sproporzione tra le descrizioni altisonanti e la grettezza del contesto rappresentato e delle frivole stoltezze di chi lo abita; in Gadda, lo stile ampolloso e sovrabbondante costituisce lo specchio di un mondo ingarbugliato. Un ingegnere con il vizio della letteratura Carlo Emilio Gadda nasce a Milano nel 1893. La sua è una famiglia illustre, che annovera tra gli antenati ministri, funzionari e professionisti di prim ordine. Anche il padre è uno stimato imprenditore tessile che però inanella una serie di investimenti sbagliati: in particolare, la pretenziosa costruzione di una principesca villa per le vacanze in Brianza svuota il suo patrimonio. Spinto dalla madre, con la quale intrattiene un rapporto tormentato, Gadda si iscrive alla facoltà di Ingegneria dell Università di Milano, ma allo scoppio della Prima guerra mondiale abbandona momentaneamente gli studi e si arruola volontario nel reparto degli alpini. Catturato dai nemici e deportato in Germania, racconta la propria esperienza in un diario, pubblicato postumo con il titolo di Giornale di guerra e prigionia. Rientrato a Milano e ottenuta la laurea, Gadda inizia a lavorare presso società e industrie elettriche e chimiche, per le quali viaggia molto, in Europa ma soprattutto in Sudamerica, dove si trattiene dal 1922 al 1924. Al 1931 risale la decisione che gli cambia la vita: abbandonare la professione di ingegnere, che pure gli garantisce una solida posizione economica, per dedicarsi a tempo pieno alla letteratura. Nello stesso anno pubblica il primo romanzo, La Madonna dei filosofi, cui segue, nel 1934, la raccolta di racconti Il castello di Udine. L AUTORE / GIUSEPPE PARINI / 455

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento