Le forme

IN BREVE sa, la «coppia beata scopre di non avere idee da scambiare o sentimenti da condividere: «Ecco il tedio a la fin serpe tra i vostri / così lunghi ritiri . Anche gli oggetti di cui i nobili si circondano rivelano la loro lussuosa inutilità. Gli oggetti superflui A riempire questo mondo vuoto c è un accumulo di oggetti lussuosi ma superflui, descritti da Parini con un ironia che rivela la condanna di tutto ciò che risulta inutile per vivere (e che è negato ai più): i nobili hanno troppo, il popolo poco o niente. Sui «leggiadri arnesi che rendono comoda e confortevole l esistenza dell aristocrazia, il poeta versa dosi di veleno satirico, descrivendoli con perifrasi ricercate (per cui, per esempio, la brocca dell acqua diventa il «cristallino rostro ). In contrapposizione con l esistenza insulsa dell aristocrazia Parini esalta la vita contadina modulata sui ritmi della natura. L elogio della vita a contatto con la natura Circondato dallo splendore sfarzoso degli abiti e degli arredi, da «pareti adorne , «tabacchiere preziose e «auree cornici di cristalli e spegli [specchi] , il nobile, «che da tutti servito a nullo serve , vegeta in un mondo a parte, opposto ai ritmi della natura, ai cicli delle stagioni e all alternanza del giorno e della notte: dorme quando l umanità laboriosa è in attività e veglia durante la notte, che concede il riposo ai contadini e ai lavoratori stanchi. A questo proposito si è notato come nel Giorno vi siano molte descrizioni del lavoro dei campi, mentre gli altri mestieri hanno molto meno spazio, a eccezione di quelli appartenenti alla sfera della servitù. La celebrazione dell agricoltura equivale per Parini all elogio di una vita regolata dai ritmi naturali, coerentemente con la visione dei filosofi fisiocratici, alle cui idee, come abbiamo visto, egli era vicino. Si trova così, nel Giorno, una vera e propria poesia della natura, che si manifesta non soltanto nelle descrizioni del mattino, del tramonto, del crepuscolo e della notte, ma in tanti altri passi in cui al chiuso stagnante dei palazzi patrizi l autore contrappone come già nell ode La salubrità dell aria ( T1, p. 405) la freschezza salutare, in senso fisico e morale, della campagna. Le forme | LE FONTI | La satira sociale di Parini ha precedenti in testi sei-settecenteschi e in particolare nei Caratteri del moralista francese La Bruyère. Il modello illustre di La Bruyère Già prima di Parini, la futile esistenza dei giovani nobili era stata oggetto di pungenti satire, in Italia e all estero. La coltissima scrittura pariniana ha in effetti molti precedenti, alcuni ancor oggi celebri, altri dimenticati. Per esempio, il poeta impara a comporre i suoi tipi umani dalla grande satira sociale dei Caratteri (1688), del moralista francese Jean de La Bruyère (1645-1696). In questo senso, era mal fondato il risentimento del principe Alberico di Belgioioso, che si riconobbe nel bellimbusto pariniano, minacciando il poeta di spiacevoli conseguenze nel caso avesse osato pubblicare il poemetto. Antecedenti diretti e lontani influssi Sul piano tematico, un antecedente diretto del Mattino è il poema latino In antimeridianas improbi iuvenis curas (Contro le occupazioni mattutine di un giovane scellerato, 1672) del gesuita e professore di retorica Giovanni Lorenzo Lucchesini (1638-1716), che inizia proprio con la descrizione di un giovane signore infastidito dal servitore che vorrebbe svegliarlo. Altre fonti possono essere individuate nella produzione letteraria settecentesca, ricca di descrizioni, in stile rococò, del mondo galante, e nelle caricature del «damerino affettato composte dallo scrittore veneziano Carlo Gozzi (1720-1806). Sul piano stilistico, un vago influsso virgiliano è riscontrabile nel modello del poema didascalico (quali erano le Georgiche). Parimenti nota a Parini è però anche la tradizione del poema eroicomico: egli amava particolarmente il capolavoro del genere, La secchia rapita (1622) di Alessandro Tassoni (1565-1635). 422 / IL SETTECENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento