Classe di letteratura - volume 2

95 100 E se i duri mortali a lui voltano il tergo, ei si fa, contro ai mali, della costanza sua scudo ed usbergo. 93-96 E se gli uomini insensibili (duri mortali) gli voltano le spalle (il tergo), egli fa della propria coerenza (costanza) uno scudo e una corazza (usbergo) contro le avversità (mali). Né si abbassa per duolo, né s alza per orgoglio . E ciò dicendo, solo lascio il mio appoggio; e bieco indi mi toglio. 97-100 Non si umilia (si abbassa) per il dolore, e non si insuperbisce (s alza) per l orgoglio . E dicendo ciò, abbandono (solo lascio) il passante cui mi ero appoggiato; e mi allontano sdegnato (bieco) da quel luogo. Così, grato ai soccorsi, ho il consiglio a dispetto; e privo di rimorsi, col dubitante piè torno al mio tetto. 101-104 Così, pur essendo grato per l aiuto (ai soccorsi), disprezzo (ho a dispetto) i consigli; e privo di rimorsi, torno alla mia casa (tetto) camminando incerto (col dubitante piè). DENTRO IL TESTO Un incidente come pretesto narrativo I contenuti tematici L episodio di una caduta avvenuta sulle strade fangose della città è il pretesto per descrivere la condizione etica del poeta (e dell umanità in genere) in una società corrotta e prona nei confronti del potere. La situazione iniziale ha dunque una valenza simbolica: nella stagione invernale (la iniqua / stagione, vv. 5-6), metafora della vecchiaia, il poeta è posto di fronte alla propria debolezza fisica e morale. Il ragazzo che è invece emblema delle nuove generazioni prima lo guarda ridendo, poi prova compassione; un passante lo soccorre ma, dopo averlo riconosciuto, critica il suo modo di vivere e lo incita ad adattarsi ai tempi. Le ambigue lusinghe del passante Il passante è l espressione dell opinione comune. Stupito dal fatto che un poeta affermato versi in condizioni tanto misere da non potersi permettere nemmeno la più umile carrozza, egli rivela, nelle sue parole, l idea che la responsabilità per questo destino avverso sia dello stesso Parini, giudicato incapace di adattarsi alle circostanze. Il poeta è una vittima, ma la colpa della sua condizione è la sua Sdegnosa anima (v. 41), che dovrebbe invece piegarsi al modo di vivere dei più, supplicando favori, accodandosi alla fila dei postulanti, entrando a far parte di quel gruppo di infimi (in senso morale e sociale) che sanno ingraziarsi i potenti. L ottuso personaggio non riesce a spiegarsi come si possa essere famosi e celebrati senza ricavare da ciò vantaggi materiali, e si premura di offrire delle soluzioni al suo interlocutore: il poeta potrebbe suggerire ai detentori del potere di aver trovato modi inediti per sottrarre denaro al popolo, attraverso nuove imposte; oppure potrebbe usare la sua arte per distrarre gli aristocratici dalla loro atavica noia. Egli farebbe bene a trasformare la sua poesia, da arte nobile qual è, in volgare strumento per compiacere i gusti del pubblico nobiliare che, nascosti sotto una ricchezza ostentata e sfarzosa, sono in realtà rozzi e grossolani. La lezione etica del poeta Lo stesso passante, tuttavia, si rende conto che la mente illusa del poeta (v. 70) non può essere guarita , e che egli rimarrà fedele a sé stesso e ai suoi ideali. In effetti, al discorso dell interlocutore (che occupa gran parte del componimento, vv. 17-76) si oppone la fiera invettiva pariniana (vv. 81-98). Umano sei, non giusto (v. 84), commenta il poeta, come a dire che il viandante è stato pietoso nel soccorrerlo, ma sconveniente con le sue parole. L intento di ogni buon cittadino deve consistere nel continuo tentativo di migliorarsi; per Parini, questo significa elevare la propria arte senza svenderla: ogni richiesta d aiuto va fatta con onestà e con atteggiamento dignitoso; la costanza e l impegno devono diventare scudo ed usbergo (v. 96) contro le amarezze della vita. L AUTORE / GIUSEPPE PARINI / 415

Classe di letteratura - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento