Classe di letteratura - volume 2

25 30 35 40 45 50 55 «Te ricca di comune censo la patria loda; te sublime, te immune cigno da tempo che il tuo nome roda 25-28 «La patria, ricca di denaro pubblico (comune censo), ti loda; poeta sublime , cigno immune dal tempo che possa cancellare il tuo nome chiama gridando intorno; e te molesta incìta di poner fine al Giorno, per cui cercato a lo stranier ti addita. 29-32 ti chiama a gran voce (gridando intorno); e ti incita fastidiosamente (molesta) a terminare Il Giorno, per il quale ti indica agli stranieri che ti cercano. Ed ecco il debil fianco per anni e per natura vai nel suolo pur anco fra il danno strascinando e la paura: 33-36 Ma ecco che sei costretto ancora (pur anco) a trascinare in giro (nel suolo), fra il dolore e la paura, il tuo corpo (fianco) indebolito (debil) dalla vecchiaia (per anni) e dalla malattia (per natura): né il sì lodato verso vile cocchio ti appresta, che te salvi a traverso de trivii dal furor de la tempesta. 37-40 e la tua poesia tanto lodata non ti permette (appresta) nemmeno un umile carrozza (vile cocchio), che ti protegga agli incroci (a traverso de trivii) dalla furia del cattivo tempo. Sdegnosa anima! prendi prendi novo consiglio, se il già canuto intendi capo sottrarre a più fatal periglio. 41-44 Anima fiera (Sdegnosa)! Assumi un nuovo atteggiamento (consiglio), se vuoi salvare la tua testa ormai (già) canuta da pericoli ancor più gravi (più fatal periglio). Congiunti tu non hai, non amiche, non ville, che te far possan mai nell urna del favor preporre a mille. 45-48 Tu non hai parenti, né protettrici (amiche), né tenute di campagna che possano avvantaggiarti rispetto agli altri (preporre a mille) nella casualità della sorte (nell urna del favor). Dunque per l erte scale arrampica qual puoi; e fa gli atrj e le sale ogni giorno ulular de pianti tuoi. 49-52 Quindi arràmpicati come puoi sulle ripide (erte) scale; e ogni giorno fai riecheggiare (ulular) gli ingressi e le sale delle tue lamentose richieste (pianti). O non cessar di porte fra lo stuol de clienti, abbracciando le porte de gl imi, che comandano ai potenti; 53-56 Oppure non smettere di insinuarti (porte) tra la folla dei parassiti (clienti), implorando l aiuto (abbracciando le porte) di uomini infimi (de gl imi), che però hanno influenza sui potenti; 31 Giorno: la più celebre opera di Pa- rini; nel 1763 l autore aveva pubblicato Il Mattino e nel 1765 Il Mezzogiorno; da vent anni il pubblico attendeva il completamento del poema, con un insistenza che al poeta doveva risultare molesta (v. 30). 32 lo stranier: singolare collettivo. 36 fra il danno e la paura: il dolore per la caduta e la paura di essere travolto dalle carrozze. 48 favor: sono i favori assegnati dalla sorte (singolare collettivo). 49 erte scale: quelle dei palazzi nobiliari (come gli atrj e le sale del v. 51), difficili da salire non tanto per la loro oggettiva ripidezza, quanto perché per farlo il poeta sarebbe costretto a umiliarsi. 54 clienti: nell antica Roma i clienti erano coloro che offrivano i propri servigi a un nobile in cambio di protezione. 55 abbracciando le porte: si tratta di un antico rituale di supplica. 56 gl imi potenti: i cortigiani di infima condizione, che però sono nelle grazie dei potenti. L AUTORE / GIUSEPPE PARINI / 413

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento