Classe di letteratura - volume 2

65 70 75 80 85 90 95 dicendo: Oh fortunate genti, che in dolci tempre quest aura respirate rotta e purgata sempre da venti fuggitivi e da limpidi rivi. 61-66 dicendo: Oh genti fortunate, che in un clima mite (dolci tempre) respirate quest aria sempre mossa (rotta) e purificata (purgata) da venti fugaci (fuggitivi) e da limpidi ruscelli (rivi). Ben larga ancor natura fu a la città superba di cielo e d aria pura: ma chi i bei doni or serba fra il lusso e l avarizia e la stolta pigrizia? 67-72 La natura fu ben generosa di cielo e d aria pura anche (ancor) nei confronti di Milano (la città superba): ma chi conserva ora quei bei doni, fra il lusso e l avidità (avarizia) e la dissennata indolenza? Ahi non bastò che intorno putridi stagni avesse; anzi a turbarne il giorno sotto a le mura stesse trasse gli scelerati rivi a marcir su i prati 73-78 Non fu sufficiente, ahimè, che avesse intorno stagni putridi; anzi, per inquinare ancor più la propria aria (il giorno), essa ha portato (trasse) fin sotto le sue mura le acque maledette (scelerati rivi) per farle marcire sui prati e la comun salute sagrificossi al pasto d ambiz ose mute, che poi con crudo fasto calchin per l ampie strade il popolo che cade. 79-84 e la salute collettiva (comun) fu sacrificata (sagrificossi) per procurare il pasto a lussuose pariglie (ambiz ose mute) di cavalli, le stesse che poi, con crudele ostentazione di ricchezza (crudo fasto), calpestano (calchin) sulle ampie strade il popolo, che ne è travolto. A voi il timo e il croco e la menta selvaggia l aere per ogni loco de varj atomi irraggia, che con soavi e cari sensi pungon le nari. 85-90 A voi il timo, lo zafferano (croco) e la menta selvatica riempiono in ogni luogo l aria dei loro vari effluvi aromatici (atomi), che stimolano (pungon) le narici con sensazioni (sensi) dolci e gradevoli (soavi e cari). Ma al piè de gran palagi là il fimo alto fermenta; e di sali malvagi ammorba l aria lenta, che a stagnar si rimase tra le sublimi case. 91-96 Invece ai piedi dei palazzi cittadini alti mucchi di letame (fimo) imputridiscono; e ammorbano con esalazioni nocive (di sali malvagi) l aria inerte (lenta), che è rimasta a stagnare fra gli alti (sublimi) edifici. 78 a marcir su i prati: le cosiddette mar- cite erano una tecnica agricola tipica della Pianura Padana: grazie all allagamento ar- tificiale dei campi, essa permetteva di produrre foraggio anche nella stagione fredda. 85 A voi: si riferisce ai contadini brian- zoli, contrapposti agli abitanti della città. L AUTORE / GIUSEPPE PARINI / 407

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento