La lingua

La lingua La standardizzazione della norma La norma linguistica elaborata nelle Prose della volgar lingua da Pietro Bembo nella prima metà del Cinquecento, e poi stabilizzata nella seconda parte del secolo dai letterati fondatori dell Accademia della Crusca, trova nel corso del Seicento un fondamentale strumento di divulgazione e codificazione nel Vocabolario degli Accademici della Crusca. Progettato e compilato a Firenze a partire dal 1952 ma pubblicato a Venezia nel 1612 e poi ristampato due volte nello stesso secolo (1623 e 1691), il Vocabolario non faceva tesoro solo della lezione delle Tre Corone (Dante, Petrarca e Boccaccio), ma anche di quella degli scrittori minori del Trecento. Esso costituisce, così, la prima compilazione lessicografica europea scientificamente incentrata su una lingua, con voci strutturate secondo criteri sistematici. Molto interessanti sono le soluzioni tipografiche adottate, che anticipano in parte quelle in uso nei moderni dizionari. Come possiamo vedere dall immagine sopra, il testo è disposto su due colonne e un elegante cornice riquadra la pagina; il lemma, evidenziato con carattere maiuscoletto, è poi definito accuratamente: non si fornisce la sua etimologia ma abbondano gli esempi, prelevati da un ampio repertorio di autori. Il Vocabolario incontrò immediatamente un enorme successo, ma fu al tempo stesso oggetto di molte critiche, a partire da quelle degli studiosi che non ne condividevano lo scopo normativo e il favore esclusivo accordato alla lingua toscana. Non mancarono neppure le obiezioni di scienziati, giuristi, professionisti di varia natura che lamentavano l assenza, nell opera, del lessico scientifico e settoriale. Non a caso, la seconda e la terza edizione provvidero ad ampliare il ventaglio delle voci, includendo molti termini scientifici (in primo luogo, quelli di Galileo Galilei), nautici e tecnico-professionali e, al tempo stesso, marcando più spesso gli arcaismi come «voci antiche (V.A.), per segnalarne la funzione puramente documentaria. Una pagina del Vocabolario degli Accademici della Crusca del 1623. Il rinnovamento della lingua D altro canto, lo sforzo normativo degli Accademici della Crusca non impedì, in tutto il Seicento, la fioritura di forme linguistiche diverse o addirittura in controtendenza. La lingua poetica si aprì alle soluzioni sperimentate dai lirici barocchi: autori come Giovan Battista Marino ampliarono il lessico, raccogliendo elementi della tradizione, ma anche vocaboli stravaganti, prelevati da un repertorio del tutto inedito per la poesia, comprendente anche colloquialismi, dialettalismi e neologismi. La prosa scientifica ebbe una straordinaria diffusione in campi diversi: non solo quelli dell astronomia e della fisica, influenzati anche linguisticamente da Galilei, ma anche quelli delle scienze naturali, nei quali si distinse per risultati e per brillantezza espressiva l aretino Francesco Redi (1626-1698). Anche altre forme di prosa portarono a un notevole rinnovamento espressivo: si pensi allo sviluppo della letteratura di viaggio, in cui convivevano le descrizioni geografico-naturalistiche e le notazioni strettamente documentarie, comprese le notizie di ordine etnolinguistico; oppure alla crescita della predicazione religiosa, con il suo ricco apparato retorico di esclamazioni, interrogazioni, invocazioni, enumerazioni, ossimori ecc. La forza dei dialetti Un discorso a parte, infine, merita la lingua popolare, che si dimostra estremamente vitale anche nella scrittura e non solo nell oralità. Soprattutto negli Stati regionali dove la classe dirigente ricorreva a termini dialettali (in particolare a Napoli, Venezia e Milano), accadeva che anche letterati colti usassero il dialetto: come scrive lo studioso Claudio Marazzini, in tal modo «la letteratura popolare entra nella letteratura colta . L esempio più noto è Lo cunto de li cunti (1634-1636) dello scrittore napoletano Giambattista Basile, fine letterato capace di usare anche la lingua nazionale, ma che sceglie il dialetto per raccontare le fiabe attinte alla viva tradizione del folclore locale. L EPOCA E LE IDEE / 35

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento