Classe di letteratura - volume 2

IN BREVE sentano una ricchezza e una duttilità straordinarie ma hanno potenzialità d impiego limitate dal fattore geografico. Per risolvere questo problema, Goldoni inventa un italiano che si serve di strumenti linguistici di diversa provenienza, approdando a un originale miscela plurilinguistica costituita da un toscano dialettizzato da termini lombardi, venetismi, francesismi e forme colloquiali fiorentine. Le battute dei personaggi ricalcano il parlato, con una sintassi semplice e un lessico quotidiano. Lo stile al servizio della naturalezza espressiva La lingua è, per Goldoni, soprattutto un mezzo di comunicazione, efficace se raggiunge un pubblico ampio. Per questa ragione, al fine di rendere chiari i discorsi dei suoi personaggi, Goldoni li fa interloquire con un linguaggio non letterario, caratterizzato da una sintassi semplice (i periodi sono sempre brevi), che privilegia la paratassi alla subordinazione; il lessico quotidiano e familiare, inoltre, è sempre coerente con l ambiente di provenienza dei protagonisti della scena. Intendendo ritrarre con naturalezza e realismo il mondo in cui gli spettatori si devono riconoscere, Goldoni mira insomma all «imitazione delle persone che parlano più di quelle che scrivono . Rivendicando di essere un «poeta comico e non un «accademico della Crusca , egli attinge il linguaggio direttamente dalle conversazioni che ascolta tra le persone, dai dialoghi tra uomini e donne, che riflettono le mentalità e gli orizzonti culturali delle diverse classi sociali. Il realismo dei personaggi è accentuato dal fatto che parlano molto spesso in dialetto, per lo più veneziano. Il dialetto come strumento realistico Il ricorso al dialetto veneziano si spiega proprio in relazione a questo principio di verosimiglianza, che in alcuni casi porta Goldoni a sacrificare la fruibilità delle sue commedie da parte di un pubblico non veneziano per esaltare l effetto realistico della lingua. Il dialetto veneziano è utilizzato sia in concomitanza con l italiano, per caratterizzare i personaggi del popolo o le maschere più tradizionali (come Arlecchino), sia come lingua esclusiva di alcune commedie (I rusteghi, Sior Todero brontolon, Le baruffe chiozzotte). Si tratta di una scelta meditata e non caricaturale, compiuta per dare forza e credibilità all intento mimetico che la riforma goldoniana si propone. Il dialetto, infatti, esprime perfettamente la concretezza delle esperienze quotidiane, rende con immediatezza sentimenti e riflessioni, fa scaturire la comicità dalla semplicità e dall istintività delle reazioni. Non a caso, Goldoni vi ricorre per rappresentare un umanità popolare genuina e autentica, che egli descrive dall interno, mettendone in luce vizi e virtù senza scadere in atteggiamenti parodistici o paternalistici. LINGUA DELLE COMMEDIE DAI TEMI ai testi: T2 > p. 343 Testo PLUS Todero: il vincitore scon tto (Sior Todero brontolon) italiano dialetto veneziano toscano dialettizzato meno letterario e più vicino al parlato utilizzato per ragioni di verosimiglianza (a volte alternato all italiano, a volte in modo esclusivo) sintassi semplice, lessico quotidiano e familiare intento mimetico L AUTORE / CARLO GOLDONI / 335

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento