Pagine di realtà - La tortura nel XXI secolo

AGENDA 2030 cazion CA e CIVI OBIETTIVO Pagine di realtà GIUSTIZIA E 16 PACE, ISTITUZIONI SOLIDE Edu La tortura nel XXI secolo La pratica della tortura oggi è tutt altro che scomparsa, non solo nei regimi dittatoriali, ma a volte persino nei paesi democratici. Anzi, nel mondo occidentale (Stati Uniti ed Europa) in anni recenti si è persino teorizzata la possibilità di un ricorso eccezionale alla tortura, per esempio in nome della superiore esigenza di proteggere gli Stati dalle aggressioni terroristiche. Mauro Palma (n. 1948), presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, denuncia, nel testo di una conferenza tenuta all Università di Barcellona nel 2019, i rischi di una deriva antigarantista tesa a reintrodurre la tortura, se non di diritto quantomeno di fatto. Il presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma. Maltrattamenti e tortura [ ] sono tornati a essere in anni recenti ipotesi sempre più visibili, a volte anche esibite, come è stato nel caso del gran numero di immagini che entravano nelle case dai media descrivendo quanto era avvenuto ad Abu Ghraib,1 e come lo è oggi anche nei racconti di coloro che giungono in Europa dopo le detenzioni in Libia. Difficile dire se il complessivo numero di episodi di maltrattamenti gravi o torture sia effettivamente aumentato o se, invece, sia accresciuto il loro emergere, la loro visibilità. Difficile anche capire se la visibilità possa retroagire nell assuefazione: nel considerare il ricorso alla tortura come un opzione attorno a cui discutere. L assoluto bando vacilla in un contesto di apparente normalità. pur vero tuttavia che sapere è pur sempre premessa di responsabilità e che dire la parola indicibile tortura è già operazione di chiarezza. Invita a indagarne il significato, a vedere se o meno corrisponda a situazioni, pratiche, fatti che conosciamo, che sappiamo esistere; li rende presenti con tutti gli interrogativi che tale presenza determina. Da questo punto di vista è, quindi, positivo che la parola tortura sia tornata a essere detta. Ma, seppure tolta dall imbarazzo linguistico, non di meno la tortura continua a essere negata dagli apparati di potere che pure la praticano. Poiché «nessun regime neppure quello dittatoriale, ammet- terà mai il ricorso alla tortura perché significherebbe ammettere la propria illegittimità . Sono le parole dello psicanalista Miguel Benasayag, torturato durante la dittatura del generale Videla in Argentina, che ricorda come i suoi torturatori loro come altri, quasi sempre che pur realizzavano una sorta di prossimità feroce tra il loro corpo e il suo che martoriavano, si guardavano dall essere identificati come funzionari dello Stato; non affermavano la visibilità del potere assoluto, ma si celavano dietro una fantasiosa appartenenza a corpi separati, civili. [ ] Anche il dibattito sorto dopo il settembre 2001, in larga parte oltre Atlantico, ma per taluni aspetti ripreso nel Vecchio Continente, non ha superato il tabù della negazione: lo ha aggirato, attraverso locuzioni contorte che ruotano attorno a concetti di eccezionalità, necessità, utilità dando a essi sinistri significati. Neppure le immagini evidenti hanno rotto il tabù dell ammettere: lo stesso waterboarding2 è stato giustificato come tecnica di interrogatorio e le foto che giungevano dall Iraq sono state ridotte a pratiche decise individualmente da singoli, da censurare, sanzionare (almeno apparentemente) e in larga parte porre a tacere anche attraverso il loro annientamento mediatico. Eppure, la reificazione di una implicita tortura, rappresentata dalle gabbie di Guantanamo,3 dove le persone so- 1 Abu Ghraib: cittadina irachena situata a ovest di Baghdad do- 2 waterboarding: forma di tortura che consiste in un annega- ve nel corso degli anni Settanta del Novecento il regime iracheno costruì una prigione che, all inizio della guerra in Iraq, fu trasformata dal comando statunitense in centro di detenzione dei prigionieri iracheni. Divenne nota all opinione pubblica alla fine dell aprile 2004, quando i principali media degli Stati Uniti e internazionali iniziarono a diffondere alcune fotografie scattate nell autunno dell anno precedente da soldati statunitensi che li ritraggono nell atto di infliggere torture e umiliazioni ai prigionieri di guerra iracheni lì detenuti. 308 mento simulato, durante la quale il prigioniero è immobilizzato su un tavolato di legno. 3 Guantanamo: Città di Cuba, nel 1903 concessa agli Stati Uniti in affitto (prorogato a tempo indeterminato da un trattato del 1934), che ospita un centro di detenzione, utilizzato dal 2002 come carcere di massima sicurezza per sospetti di attività terroristiche. Il campo di prigionia è stato al centro di forti polemiche a causa delle violenze e delle accuse di sistematica violazione dei diritti umani a danno dei detenuti.

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento