Classe di letteratura - volume 2

Si tratta di un principio che diventerà un cardine della civiltà giuridica europea: all inizio della Rivoluzione francese, infatti, esso verrà accolto nella Dichiarazione dei diritti dell uomo e del cittadino del 26 agosto 1789, in cui si afferma che «la legge non deve stabilire che pene strettamente ed evidentemente necessarie ; la stessa Costituzione italiana del 1948 recita, all articolo 27: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato . Il rifiuto della tortura Il paragrafo 16 di cui abbiamo riportato gli stralci salienti presenta alcuni princìpi ancora oggi lontani dall essere universalmente affermati, a partire dalla cosiddetta presunzione d innocenza , in base alla quale un imputato va considerato innocente fino alla pronuncia di una sentenza definitiva (Un uomo non può chiamarsi reo prima della sentenza del giudice, r. 19). L autore si sofferma qui ad argomentare sull inutilità della tortura, e anzi sul danno che essa può causare nella ricerca della verità: la sopportazione dei supplizi, infatti, dipende dalla resistenza fisica dell individuo che li subisce, motivo per cui un colpevole potrebbe essere giudicato innocente solo perché capace di resistere ai tormenti; inoltre, è probabile che lo stress emotivo faccia cadere in contraddizione non solo chi è colpevole, ma anche chi è innocente; infine, l alterazione dei gesti e della fisionomia provocati dalla tortura finisce spesso per confondere o nascondere, anziché evidenziare, i segni di innocenza o di colpevolezza che si vanno cercando. La distinzione tra reato e peccato Beccaria individua l origine della tortura nella concezione religiosa dell espiazione dei peccati attraverso la sofferenza fisica, che si traduce nella pratica di far scontare una parte della pena al sospettato ancor prima che sia condannato. Storicamente, inoltre, l idea di poter provare con la tortura la colpevolezza o l innocenza dell imputato sembra risalire alla prassi medievale dei giudizi di Dio (r. 56). Ma per Beccaria la macchia civile (r. 42), vale a dire il reato, è altra cosa dalle macchie spirituali (rr. 42-43), cioè il peccato: la sfera civile e quella religiosa devono rimanere nettamente separate, secondo uno dei princìpi fondamentali della concezione moderna dello Stato laico e liberale. Una prosa semplice ed efficace Le scelte stilistiche L andamento dell esposizione si basa su assunti razionali, presentati in modo logico e strettamente consequenziale. Mirando sempre al cuore dei problemi, Beccaria si esprime con uno stile asciutto e preciso sia sul piano sintattico, attraverso periodi brevi e incisivi, sia su quello lessicale, con la scelta di vocaboli contemporanei e colloquiali, più che aulici e letterari. L obiettivo dell autore non è infatti tanto la realizzazione di un opera letterariamente accattivante quanto l efficacia argomentativa e l appassionata affermazione delle proprie idee. Il risultato è una prosa che come ha scritto lo studioso Sergio Romagnoli «evita le asperità filosofiche e «mantiene una costante distanza dal linguaggio strettamente giuridico . VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 Spiega il significato della domanda retorica che compare alle rr. 7-8: Le strida di un infelice richiamano forse dal tempo che non ritorna le azioni già consumate? 2 A che cosa si riferisce l espressione antica e selvaggia legislazione (r. 56)? 3 Uno dei tratti distintivi della prosa di Beccaria è l efficacia argomentativa. Spiega con quali mezzi espressivi viene perseguita. 4 Quali motivazioni venivano addotte, ai tempi di Beccaria, per sostenere il ricorso alla tortura? In che modo vengono confutate dall autore? ANALIZZARE 5 Trova nel testo alcuni esempi di vocaboli concreti e colloquiali. 6 Evidenzia almeno 5 termini appartenenti al lessico giuridico. INTERPRETARE 7 Beccaria afferma che l ignoranza è comune a quasi tutti gli scellerati e agl innocenti (rr. 50-51). Che cosa vuole sottolineare? Quanto egli affermava a proposito del Settecento è vero ancora nella società di oggi? L AUTORE / CESARE BECCARIA / 307

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento