La struttura del testo

IN BREVE Lo stesso discorso vale per le pene disumane e sproporzionate, come la tortura. Fra le garanzie che la società deve dare ai suoi membri, conformemente al patto originario, c è inoltre quella che i cittadini non debbano essere trattati come condannati finché non sia stata provata la loro colpevolezza ( presunzione d innocenza ). | LA STRUTTURA DEL TESTO | L opera possiede una precisa struttura espositiva e argomentativa, scandita dalla successione di 47 paragrafi di varia lunghezza. L Introduzione al trattato sostiene la necessità di abolire i vecchi privilegi attraverso concreti interventi riformistici. Le parti introduttive Il trattato si apre con un appello rivolto «A chi legge , che, insieme alla successiva «Introduzione , rappresenta uno dei brani fondamentali dell Illuminismo italiano ed europeo. L eredità di più di un millennio di tradizione giuridica è sottoposta a una critica radicale, con un energia e una passione straordinarie; la legislazione vigente viene equiparata ad «alcuni avanzi [ ] di un antico popolo conquistatore , a «uno scolo [residuo] de secoli i più barbari , da cancellare e ricostruire lottando contro i privilegi, con la speranza e la volontà di giungere alla «massima felicità divisa nel maggior numero . Beccaria indica anche la via politica per mettere in pratica questi princìpi: l alleanza dei filosofi con i sovrani assoluti, indispensabile per abbattere le resistenze delle forze più conservatrici e aprire così il campo alle riforme. Facendo poi appello agli «oscuri e pacifici seguaci della ragione e mirando a suscitare in loro «quel dolce fremito con cui le anime sensibili rispondono a chi sostiene gl interessi della umanità , lo scrittore si addentra nell esposizione della sua materia, sostenendo che è tempo di dare inizio alla lotta contro «la crudeltà delle pene e l arbitrarietà delle procedure criminali. Le leggi devono essere formulate in modo chiaro, tanto che magistrati e giudici possano applicarle alla lettera. La necessità di leggi chiare Esaminando il «Diritto di punire (par. 2), l autore polemizza contro magistrati e giudici, che dovrebbero, a suo modo di vedere, applicare letteralmente la legge, non interpretarla, giacché l interpretazione conduce all incertezza e all arbitrio, e l arbitrio al dispotismo (par. 4). parimenti necessario lottare contro l «Oscurità delle leggi (par. 5), che ne consente la comprensione soltanto a poche persone: se le leggi sono conosciute da molti, i delitti saranno meno frequenti, e la chiarezza del codice renderà più difficile l interpretazione arbitraria delle norme. Le pene dovono essere commisurate ai reati. Il concetto di proporzionalità e il fine delle leggi Le leggi penali dovrebbero fondarsi sulla «Proporzione fra i delitti e le pene (par. 6), tale per cui a un delitto più grave corrisponde una pena più severa; se questa proporzione viene meno, cadono anche la funzione deterrente della pena e la sua «utilità comune : infatti, di fronte a due possibili delitti puniti nello stesso modo, il reo opterà per quello che gli dà maggior vantaggio, cioè il più grave per la società. Il criterio utilitaristico dà vita a una nuova «Divisione dei delitti (par. 8), cioè a una classificazione dei reati relativa al «danno della società che essi causano. Tutto ciò sulla base del la parola UTILITARISMO / Concezione filosofica che individua nell utilità il criterio dell azione morale. Motivi utilitaristici erano già presenti nella filosofia dell illuminista francese Claude-Adrien Helvétius (1715-1771), ma il fondatore di tale concezione è considerato l inglese Jeremy Bentham (1748-1832), al quale si deve la formulazione del principio fondamentale dell utilitarismo, secondo il quale è utile ciò che ha come conseguenza la più grande felicità del maggior numero di persone. A Bentham risale anche il tentativo, tipico di tutti gli utilitaristi, di fare dell etica una scienza esatta attraverso un rigoroso edonismo basato sul calcolo della differenza quantitativa tra i piaceri. 300 / IL SETTECENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento