Classe di letteratura - volume 2

CONSONANZE CONTEMPORANEE to. Quasi correva, a non perdere il treno per Palermo, dove l indomani, in quell Assise, aveva da provare l innocenza di un assassino. Ed ecco che improvvisamente si trovò come dentro una corolla cui tremende esplosioni, quasi esattamente concentriche, facevano da petali. Si buttò o fu buttato a terra, la borsa con le carte del processo stretta al petto. Dieci minuti dopo ché tanto, seppe poi, era durato il bombardamento si rialzo in un silenzio attonito, pauroso: un silenzio che pioveva polvere, fittissima e infinita polvere. Ma dapprima fu come cieco: fu il pianto, furono le lacrime, che gli aprirono lo sguardo a quella pioggia di polvere. Quando, secoli dopo, la polvere cominciò a diradarsi, vide che la strada non c era più, che non c era più la stazione ferroviaria, che non c era più la città. Uscì dalla corolla facendosi scivolare nell immenso fossato che c era intorno e poi faticosamente risalendolo. E si trovò davanti una grottesca statua di gesso, vivi e come appena trapiantati, atrocemente strappati a un uomo vivo e trapiantati nella statua, soltanto gli occhi. Gli ci volle del tempo, sul confine della follia, prima che dalla borsa che ancora teneva stretta al petto, si riconoscesse: in quello specchio piovuto quasi intatto da una delle case che non c erano più. E si trovò a pronunciare e a ripetere, a ripetere, la parola «candido . E così si rapprese in lui la coscienza di chi era, di dove era, di quel che era accaduto: attraverso quella parola. Candido, candido: il bianco di cui si sentiva incrostato, il senso di rinascere che cominciava a sgorgargli dentro. E sempre ripetendo la parola, si strappò da quella stupita e stupida contemplazione di sé nello specchio polveroso, nell improvvisa ansietà, dolorosa come una ferita di cui non si fosse prima accorto, di quel che poteva essere accaduto a sua moglie, al bambino che da un giorno all altro sarebbe nato, alla sua casa. Solo che non sapeva più da quale parte stesse, la sua casa: e muovendosi col passo che si può fantasticare abbia una statua di gesso, andava ora da una parte ora dall altra. E si cominciavano a sentire gemiti, grida d aiuto. Vagò senza sapere da quale parte andare finché di tra le macerie non spuntò una pattuglia di soldati guidata da un giovanissimo ufficiale. I soldati, trovandosi di fronte quella statua di gesso, risero nervosamente. L ufficiale gli domandò dove andasse, che cosa cercasse. L avvocato disse il nome della strada in cui abitava e il proprio, l ufficiale tirò dalla borsa che aveva a tracolla una pianta della città, la orientò sui resti fumiganti della stazione ferroviaria, indicò la direzione che l avvocato doveva prendere per trovare la sua casa; e gli augurò di trovarla. «Grazie disse l avvocato: e si avviò tra le macerie. Dopo un paio d ore ritrovò la sua casa. Intatta, soltanto tutte le porte e le finestre erano aperte e quasi di- 290 / IL SETTECENTO velte. Addossate a un angolo, sua moglie e la cameriera, stravolte, recitavano preghiere. Ne recitò un paio anche l avvocato. Poi riempirono due valigie di biancheria, presero gioielli, soldi e libretti di banca; e scesero in mezzo alla fiumana umana che fuggiva verso la campagna. Ebbero subito fortuna. All uscita dalla città, c era una colonna di autocarri militari, ferma al riparo degli alberi. Tutta quella massa in fuga furiosamente vi salì sopra, al capitano che aveva ordinato ai soldati di farla scendere fu minacciato, e specialmente dalle donne, di cavargli gli occhi e di tritarlo per polpette. Il capitano considerò la situazione: i suoi soldati erano pochi e moltissime le donne inferocite. Diede ordine che si partisse. «E dove andiamo? domandarono i soldati. «Dove porta la strada rispose il coro delle donne. Sembrò una risposta sensata, data la circostanza. Gli autocarri partirono. Avevano fatto una ventina di chilometri, quando apparvero quei terribili aerei americani a doppia coda. Lucevano nel crepuscolo che sarebbe stato bello guardarli scendere come volessero prendere terra. Solo che sventagliarono mitraglia. Dagli autocarri che si erano fermati sciamò, vociando terrore, la fuga verso la campagna. Quando il mitragliamento finì e gli aerei sparirono, gli autocarri erano tutti in fiamme. E c erano tre o quattro morti di cui nessuno si curò. In quella campagna, nella grotta che poi scoprirono, Candido Munafò nacque quattro ore dopo il mitragliamento. (Leonardo Sciascia, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, Adelphi, Milano 1990) PER SCRIVERNE L affermazione della verità, il rifiuto del dogmatismo, la libertà connaturata alla giustizia, l esercizio dello spirito critico sono tutti valori che Sciascia ha in comune con Voltaire. Confrontando il brano del Candido di Sciascia con i passi che hai letto del romanzo dello scrittore francese, quali analogie stilistiche ti sembra di poter riscontrare? In che modo l autore siciliano ha utilizzato il modello settecentesco? A quale dei due romanzi va la tua preferenza di lettore? Argomenta la tua risposta con opportuni riferimenti ai testi delle due opere.

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento