Classe di letteratura - volume 2

cui persino le frustate) sono ben poco adatti a convincere Tom ad accettare le regole a cui si vorrebbe che egli si uniformasse. Fortunatamente, però, Allworthy sa comprendere Tom e apprezza i lati positivi del suo carattere. La caratterizzazione di un personaggio antieroico I personaggi di Fielding non sono mai interamente realistici, come egli stesso dichiara a un certo punto nel romanzo: «Io non descrivo uomini, bensì costumi; non un individuo, ma una categoria . In effetti la caratterizzazione del protagonista e degli altri personaggi del libro rivela questo interesse dello scrittore per i «costumi , tanto che il suo romanzo offre una vivida galleria di tipologie umane di diversa estrazione sociale, che però interagiscono tutte nell arena della vita. Tom, per esempio, si definisce a poco a poco come un personaggio decisamente antieroico ma di indole buona; la sua vita non è in senso stretto virtuosa, eppure il suo animo è generoso. Scrive di lui l autore: «Non si comporta sempre bene, eppure non fa mai altrimenti senza provare sentimenti e senza soffrirne . Il sentimento e la sofferenza sono i concetti-chiave per spiegare la visione che Fielding ha della natura umana. Tom rappresenta un tipo di protagonista decisamente nuovo, la cui vita come leggiamo, sempre nel romanzo «era una continua lotta tra il senso dell onore e le inclinazioni naturali . Le scelte stilistiche Il romanzo come finzione Fielding cominciò a scrivere romanzi quando le due forme più popolari di narrativa erano la pseudo-autobiografia alla Defoe e il romanzo epistolare alla Richardson. Entrambe presentavano il vantaggio di offrire racconti indistinguibili dalla realtà, quanto meno agli occhi di un lettore inesperto. Tali forme narrative erano particolarmente apprezzate da quella middle class puritana a cui apparteneva la maggior parte dei lettori (giacché il puritanesimo condannava la finzione come una forma di menzogna). Fielding non apparteneva alla classe media e non era puritano, ed è probabilmente per questo che non si fa scrupoli a presentare la sua opera come frutto di invenzione, a svelare apertamente, cioè, i meccanismi del patto narrativo . Il narratore onnisciente Nel brano riportato, come in tutto il romanzo, Fielding stabilisce una relazione complessa tra la voce del narratore, i personaggi e il lettore. Diversamente che nel Robinson Crusoe di Defoe (in cui l impressione di verità era affidata a un protagonista che narrava in prima persona), qui la voce che racconta è quella di un narratore esterno onnisciente, che sa sempre dove si trovano i suoi personaggi, che cosa fanno, pensano, temono o sperano, ma anche dove saranno e che cosa faranno in futuro. Il narratore manifesta nei confronti dei personaggi sentimenti di simpatia e stabilisce con il lettore un atteggiamento di complicità: il suo tono è quello di una persona erudita che chiacchieri informalmente con i suoi simili. Tale narratore è chiaramente vicino all autore. In altre parole, Fielding non cerca di scomparire dal processo narrativo. Spesso, infatti, si rivolge direttamente al lettore o, come si dice con termine tecnico, al narratario (vale a dire al lettore implicito che lo scrittore postula per il suo romanzo), accordandosi ai suoi gusti, suggerendogli gli atteggiamenti e i giudizi da assumere in merito a quanto accade sulla scena, commentando quanto accade, offrendo spiegazioni che non sempre riguardano da vicino i fatti raccontati. Ciò accade anche nei brevi sommari posti all inizio di ogni capitolo, nei quali il lettore viene spesso chiamato esplicitamente in causa. Si crea così un senso di complicità tra autore e lettore, anche attraverso il frequente ricorso alla modalità retorica dell ironia. Si veda per esempio, nella sequenza dell interrogatorio di Tom da parte del signor Allworthy, l uso insistito di termini tratti dal linguaggio giuridico: un lessico solenne a proposito di una marachella infantile sortisce un effetto, appunto, ironico. W.R.S. Stott, illustrazione per un edizione a fumetti di Tom Jones pubblicata a Londra nel 1934. IL GENERE / IL ROMANZO EUROPEO DEL SETTECENTO / 279

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Dal Seicento al primo Ottocento