Classe di letteratura - volume 2

65 70 75 80 85 90 95 100 nanti, uno dei quali doveva esser stato il suo re; che erano stati catturati moltissimi prigionieri, i quali poi erano stati trasportati in luoghi diversi dagli uomini che li avevano catturati nel corso della battaglia, per farne un festino, come appunto avevano fatto quegli scellerati che avevano condotto i quattro prigionieri sull isola. Ordinai a Venerdì di raccogliere i teschi, le ossa, i brandelli di carne e tutto ciò che restava, di farne una catasta e appiccarvi il fuoco, fino a ridurre tutto quanto in cenere. Mi accorsi allora che lo stomaco di Venerdì era ancora attratto da quella carne, e che in lui l istinto del cannibale prevaleva tuttora; ma io manifestai una così violenta ripugnanza alla sola idea di un pasto del genere e al minimo accenno a pratiche siffatte, ch egli non osò rivelare apertamente il suo desiderio; anzi, in qualche modo riuscii a fargli capire che, se ci si fosse provato, lo avrei ucciso. Fatto questo, tornammo al castello,2 dove mi misi al lavoro per il mio servo Venerdì. Per prima cosa gli diedi un paio di brache di tela [...] Con poche modifiche gli andarono benissimo. Poi gli fabbricai una giubba di pelle di capra, facendo appello a tutta la mia perizia, perché nel frattempo ero diventato un sarto abbastanza abile; da ultimo gli diedi un cappello che avevo confezionato con pelle di lepre, ed era comodo e abbastanza elegante. Così per il momento Venerdì era vestito in modo abbastanza soddisfacente, e fu molto contento di constatare che il suo abbigliamento non era molto dissimile da quello del suo padrone. In verità al primo momento mostrò di sentirsi alquanto a disagio in quei panni: indossare un paio di calzoni doveva essere piuttosto scomodo per lui, e le maniche della giubba gli irritavano le spalle e il lato interno delle braccia; ma dopo avergliele allargate un poco nel punto in cui diceva che gli facevano male, e dopo averci fatto un poco l abitudine, finì per adattarvisi benissimo. Il giorno dopo esser tornato a casa con lui, nel mio vecchio tugurio, cominciai a pensare al posto ove dargli alloggio. Per provvedere alle sue necessità nel migliore dei modi, e per conservare al tempo stesso le mie comodità, gli allestii una piccola tenda nello spazio disponibile fra le mie due fortificazioni, all interno della seconda e all esterno della prima; e siccome in quel punto si trovava l apertura, o ingresso, per la quale si penetrava nella mia grotta, fabbricai una vera e propria porta di assi, munita di stipite, sistemandola nel corridoio, un poco in dentro rispetto all ingresso. Inoltre feci in modo che la porta si aprisse solo verso l interno, ed ogni notte avevo cura di sbarrarla, ritirando anche la scala, cosicché Venerdì non poteva assolutamente raggiungermi penetrando nel recinto chiuso dal mio muro interno, a meno di scavalcarlo; ma in questo caso avrebbe fatto molto rumore e senza dubbio mi avrebbe svegliato. Adesso, infatti, quel primo muro era completamente ricoperto di pali che sovrastavano la mia tenda e formavano una specie di tettoia appoggiata al crinale della collina; e su questi pali ne poggiavano altri più sottili, disposti ad angolo retto, a formare dei traversini, e sopra c era uno strato di paglia molto spesso, solido come se fosse stato di giunchi intrecciati; e nel vano, o apertura, che avevo lasciato per entrare o uscire con la scala, avevo collocato una specie di botola che, se qualcuno avesse tentato di forzarla dall esterno, non avrebbe ceduto alla pressione, 2 castello: così Robinson ha deciso di chia- mare la sua abitazione sull isola. Le parole valgono castello Il significato della parola castello (dal diminutivo del latino castrum, fortezza ) è cer- 266 / IL SETTECENTO tamente noto: un edificio fortificato, cinto da mura con torri, eretto nell età medievale per dimora e difesa dei nobili proprietari di terre e dei signori feudali. Sono varie le espressioni figurate contenenti questo vocabolo: se facciamo «castelli in aria , ci dedichiamo a di- segni fantastici, a progetti di cose irrealizzabili; se qualcuno dice «un castello di menzogne , ci sta propinando un insieme di bugie. Che cos è sempre in senso figurato un «castello di carte ?

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Dal Seicento al primo Ottocento