T1 - L’incontro con Venerdì

Sebbene l autore segua la tradizione della letteratura biografica e di viaggio già presente nell età elisabettiana, nonché quella più recente della trattatistica morale, egli intende rinnovarle con le caratteristiche della mentalità borghese. Nell atteggiamento tenace e pragmatico di Robinson Crusoe il pubblico borghese si specchia e si riconosce, facendo del protagonista il prototipo dell uomo capace di orientare il proprio destino, anche in un ambiente selvaggio e ostile. Questo libro di Defoe rappresenta il primo romanzo che mette al centro le azioni quotidiane di un personaggio e il proprio continuo esame di coscienza , vale a dire l introspezione individuale. Si tratta di un importante traguardo letterario, la prima prova di un realismo narrativo totale (nel senso che vengono descritte sia le azioni esteriori sia l interiorità del personaggio). L esempio di Defoe fu seguito da altri scrittori che non condividevano la sua fede religiosa, ma che ritenevano comunque che la vita quotidiana dei personaggi fosse sufficientemente importante per assurgere ad argomento letterario. Robinson Crusoe e Venerdì, illustrazione del 1891. L incontro con Venerdì / T1 / Daniel Defoe, Robinson Crusoe Dopo ventiquattro anni di solitudine sull isola, Robinson Crusoe comprende che essa non è del tutto priva di altre presenze umane: occasionalmente gruppi di indigeni di terre vicine vi approdano conducendovi vittime che vengono uccise e mangiate. Sono, infatti, cannibali. Un giorno Robinson salva un uomo da alcuni di loro che stanno per sacrificarlo. Decide quindi di prenderlo con sé, ponendolo al proprio servizio. / L europeo e l altro / 5 10 Era un uomo aitante, di bell aspetto e di membra robuste e proporzionate: dritto e saldo, ma non troppo grosso, alto e ben fatto. A mio parere doveva avere circa ventisei anni. La sua espressione non era torva e feroce, ma al contrario appariva bonaria; e nondimeno il suo volto appariva marcatamente virile, pur recando in sé la fisionomia dolce e mite che può avere, nei suoi lineamenti, un europeo, soprattutto quando sorrideva. Aveva i capelli neri e lunghi, niente affatto crespi e lanosi; la fronte era molto alta e spaziosa e gli occhi brillavano, vivi e perspicaci. La pelle, pur non essendo nera, era molto scura; ben diversa, però, dal colorito giallognolo e disgustoso che hanno i Brasiliani, gli Indiani della Virginia e gli indigeni di altre regioni americane. Questa carnagione era di un bruno olivastro, assai difficile a descriversi ma di aspetto molto piacevole. Il volto era tondo e paffuto; il naso piccolo e non camuso come quello dei negri, una bocca di linea normale, con labbra sottili e bellissimi denti regolari, candidi come l avorio. 264 / IL SETTECENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento