Le opere

IN BREVE un anno in attesa degli eventi. Dopo la vittoria di Marengo (1800), con cui Napoleone riprende il controllo dell Italia settentrionale, e la proclamazione della Repubblica Ita liana (1802), Monti torna in Lombardia e viene nominato professore di Eloquenza e Poesia a Pavia. Gli ultimi anni Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo (1815) e la re staurazione del dominio austriaco su Milano, Monti vive una vecchiaia segnata dall amarezza e dal disagio. Assillato da difficoltà economiche, ormai quasi cieco e paraliti co, rifiuta la direzione del periodico Biblioteca italiana per non farsi strumento della politica culturale austriaca, pur provando a rendersi accetto ai nuovi governanti. Muo re a Milano nel 1828. | LE OPERE | Monti è autore di una produzione letteraria sterminata, che attraversa una grande quantità di generi. Egli mostra una straordinaria capacità di adattarsi alle varie situa zioni politiche in cui si trova a operare, riuscendo sempre a corrispondere efficacemente, sul piano ideologico, alle richieste dei committenti. Nei vent anni che trascorre a Roma scrive composizioni encomiastiche, poemetti, odi, testi teatrali. Testo PLUS Al signor di Montgolfier La fase papalina La carriera di poeta pienamente inserito nella Roma papalina ha ini zio nel 1779, quando egli legge, in Arcadia, la prima delle sue composizioni encomiastiche, la Prosopopea di Pericle, un ode in metro di canzonetta scritta in occasione del ri trovamento di un busto del grande generale e uomo politico ateniese. Di genere analogo è La bellezza dell universo (1781), composto per le nozze di un ni pote del pontefice; si tratta di un grandioso epitalamio ricco di echi letterari: dalla Bib bia al Paradiso perduto di John Milton, da Ovidio ad Ariosto e Tasso. Al periodo romano appartengono anche le lasse (strofe) di endecasillabi sciolti raccolte sotto il titolo di Pensieri d amore (1783), appassionata imitazione del poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe ispirata dall amore per la giovane educanda Car lotta Stewart. La rilettura dell amato Virgilio è invece all origine della Feroniade, poemetto in versi sciolti iniziato intorno al 1784, al quale Monti lavorerà a più riprese fino agli ulti mi giorni della sua vita. Sempre nel 1784 scrive una delle sue poesie più famose, l ode Al signor di Montgolfier, che trae spunto dalle prime ascensioni compiute con il pallo ne aerostatico, celebrate attraverso il ricorso a un repertorio mitologico di gusto pretta mente neoclassico: il poeta, novello Orfeo, canta le imprese degli Argonauti del cielo e la fede illuministica nei progressi della scienza. Forse indotto dal favore con cui l alta società romana aveva accolto le tragedie di Alfieri, Monti si volge poi al teatro drammatico, scrivendo l Aristodemo (1784 1786), rappresentato con trionfale successo, il Galeotto Manfredi (1788) e il Caio Gracco (17881800). la parola EPITALAMIO / In origine era il canto che, nell antica Grecia, si intonava presso la stanza nuziale (th lamos) la sera delle nozze; in senso più lato, indica un componimento dedicato agli sposi in occasione del matrimonio. In età ellenistica, con poeti come Callimaco e Teocrito, esso fa ceva spesso riferimento a episodi della mitologia, caratteristica ripresa anche da alcuni autori latini come Catullo. IL GENERE / LA POESIA ITALIANA DEL SETTECENTO / 249

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento