Classe di letteratura - volume 2

L inevitabile conflitto con la Chiesa La nuova immagine del mondo e della natura entra inevitabilmente in contrasto con le verità rivelate dai testi sacri, nella cui difesa la Chiesa cattolica si impegna strenuamente. Per arginare e indirizzare la ricerca scientifica entro i canali della cultura dominante o in campi d indagine che non interferiscano con la religione, la Chiesa tenta di impedire o nascondere le scoperte più innovative e dirompenti; si spiegano così il ripiegamento di molti scienziati su studi considerati inoffensivi (come la meccanica) e l abbandono di argomenti troppo compromettenti (in particolare le ricerche astronomiche, che mettono maggiormente in discussione i dogmi circa l ordine del cosmo e il ruolo che l essere umano ricopre in esso). Quando ciò non avviene e l autorità ecclesiastica ve- de la verità di fede insidiata da quella della ragione, la censura interviene impietosamente. L esempio più noto è la condanna di Galileo da parte dell Inquisizione (1633), ma anche altre esperienze testimoniano questo clima: è il caso dell Accademia dei Lincei (fondata a Roma nel 1603 da ammiratori di Galileo e così chiamata in omaggio all acutezza della vista della lince, indispensabile per la ricerca scientifica) e dell Accademia del Cimento (fondata a Firenze nel 1657), costrette a una vita travagliata prima della chiusura loro imposta, rispettivamente, nel 1650 e nel 1667. Tuttavia, se in Italia lo sviluppo delle scienze è impedito e ostacolato, non è così nel resto d Europa, in particolare in Francia e in Inghilterra, dove il pensiero galileiano rappresenterà il punto di partenza imprescindibile per ogni indagine razionale sulla struttura della realtà. Una licenza poetica Un famoso processo del 1573 anticipa il dibattito secentesco sulla libertà degli artisti. Chiamato dall ordine domenicano a realizzare un Ultima cena per il refettorio del convento veneziano dei Santi Giovanni e Paolo, il pittore Paolo Caliari, detto il Veronese (1528-1588), rappresenta Cristo al centro, individuato dai colori della veste e da un leggero bagliore intorno alla testa, ma confonde gli apostoli tra una folla di personaggi totalmente disinteressati alla presenza del Salvatore, nessuno dei quali compare nel racconto del Nuovo Testamento. La rappresentazione non passa inosservata: Veronese deve giustificare le sue scelte iconografiche e stilistiche di fronte al tribunale della Santa Inquisizione, dove si difende rispondendo che «se nel quadro li avanza spacio, io l adorno di figure secondo le invenzioni , e rivendicando la «licenza che si pigliano i poeti e i matti . Al termine del processo, il pittore è costretto dal tribunale a cambiare il titolo: da Ultima cena, la tela diventa una Cena in casa di Levi, con riferimento all episodio in cui il ricco Levi (il futuro apostolo Matteo) offre a Cristo un lussuoso banchetto, un soggetto che si adatta meglio alle scelte e alle licenze dell artista. Paolo Veronese, La cena in casa di Levi (particolare), 1573. Venezia, Gallerie dell Accademia. 24 / IL SEICENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento