Dalle riforme alla Rivoluzione

nosi conflitti, in particolare delle tre guerre di successione spagnola (1700-1714), polacca (1733-1738) e austriaca (1740-1748); si tratta però di conflitti finalizzati non all annientamento del nemico, ma all intervento in delicati passaggi dinastici in grado di alterare i rapporti di forza nel continente. Anche a questo proposito, non mancano differenze di atteggiamento da parte delle diverse potenze. Mentre Francia e Austria si muovono secondo una vecchia logica di predominio politico, l Inghilterra partecipa ai conflitti soprattutto per sostenere i propri interessi economici e commerciali. Tali diverse motivazioni sono evidenti nella guerra dei Sette anni (1756-1763), in cui Francia e Inghilterra sono le principali avversarie. La seconda vi uscirà nettamente rafforzata, diventando la potenza egemone sui mari in virtù della sua flotta mercantile e di quella militare. La situazione italiana La penisola italiana continua a essere politicamente frammentata e asservita alle potenze straniere. Al dominio spagnolo si sostituisce, nel corso del Settecento, quello dell Austria, che nella seconda metà del secolo arriva a controllare quasi interamente la penisola. Già con la pace di Utrecht del 1713 (che contribuisce a chiudere la guerra di successione spagnola) il Regno di Napoli, la Sardegna, il Ducato di Milano e lo Stato dei Presìdi in Toscana passano agli Asburgo d Austria, mentre la Sicilia è assegnata ai Savoia (ma dopo pochi anni Sicilia e Sardegna saranno oggetto di scambio tra Austria e Piemonte); nei decenni successivi, poi, anche il Ducato di Parma viene attribuito all Austria, mentre la Toscana va a Francesco di Lorena, marito dell imperatrice austriaca Maria Teresa. Nel contesto italiano cambia la potenza straniera dominante, ma rimangono invariate le condizioni che impediscono la formazione di entità statali in grado di giocare un ruolo autonomo nello scacchiere europeo. Solo Venezia mantiene una certa influenza politica ed economica nel Mediterraneo, ma non è in grado di confrontarsi alla pari con i grandi regni continentali. Anche lo Stato della Chiesa è formalmente libero, ma di fatto subordinato alla politica austriaca. Tra gli Stati indipendenti, è il Piemonte sabaudo a mostrare maggiore vitalità; sotto la guida di Amedeo II (dal 1675 al 1730) e di Carlo Emanuele III (dal 1730 200 / IL SETTECENTO al 1773), il Regno di Sardegna come è denominato dopo l acquisizione dell isola, concordata con l Austria in cambio della cessione della Sicilia rafforza le sue strutture amministrative e l esercito, ponendo le basi per una politica di espansione che darà i suoi frutti nell Ottocento. | DALLE RIFORME ALLA RIVOLUZIONE | Il dispotismo illuminato Negli ultimi decenni del secolo si sviluppa in alcuni paesi europei l esperienza del dispotismo (o assolutismo) illuminato. Con questa formula si indica l apertura di alcune monarchie assolute alle idee filosofiche e politiche maturate nel corso del Settecento, che si traduce nell introduzione di una serie di riforme in ambito amministrativo, economico e giuridico. I sovrani illuminati tentano in primo luogo di modernizzare le strutture statali, anche al fine di favorire la crescita economica. Limitando i privilegi della nobiltà, dei ceti tradizionalmente dominanti e della Chiesa (i cui beni sono in alcuni casi incamerati dallo Stato), si creano spazi d azione per la borghesia mercantile e imprenditoriale, che viene però mantenuta ai margini del potere politico. Sul piano economico, il dispotismo illuminato mette in discussione la concezione mercantilista dominante nel Seicento, ispirandosi invece alle idee della nuova scuola fisiocratica , la quale raccomanda l eliminazione dei dazi e dei vincoli legislativi che soffocano la libertà di iniziativa economica. la parola MERCANTILISMO / Secondo la concezione mercantilista, la ricchezza di uno Stato si misura in base alla quantità di metalli preziosi detenuti entro i suoi confini sotto forma di riserve auree e di moneta circolante. Ne derivano politiche economiche volte a stimolare l attività manifatturiera interna e a limitare le importazioni attraverso l imposizione di dazi sulla circolazione delle merci. FISIOCRAZIA / Scuola economica francese fiorita tra il 1750 e il 1780 che individua nell agricoltura il fondamento della ricchezza di un paese e ne incoraggia lo sviluppo in senso capitalistico attraverso l abolizione dei dazi doganali. Il principale rappresentante di questo orientamento economico è Fran ois Quesnay (1694-1774).

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento