Classe di letteratura - volume 2

IN BREVE Alla seconda fase appartengono alcuni capolavori, tra cui Romeo e Giulietta; alla terza fase, oltre ai drammi romani, le tragedie più famose: Amleto, Otello, Macbeth e Re Lear. Le fasi centrali: i grandi capolavori Alla seconda fase (gli ultimi anni del Cinquecento e i primi del Seicento), che vede Shakespeare attivo con la compagnia dei Lord Chamberlain s Men ( Uomini del Lord Ciambellano ), risalgono Romeo e Giulietta, Il mercante di Venezia e l Enrico V, oltre che alcune commedie di grande leggerezza come Sogno d una notte di mezza estate, mutuate dal gusto italiano per il gioco del travestimento e gli equivoci del linguaggio. La terza fase (corrispondente all incirca al primo decennio del Seicento), in cui è impegnato con i King s Men presso il Globe Theatre, comprende i drammi romani (Giulio Cesare, Antonio e Cleopatra), le grandi tragedie (Amleto, Otello, Macbeth, Re Lear) e le dark comedies (Troilo e Cressida e Misura per misura), che insieme all Amleto rientrano nella categoria dei problem plays, i drammi dialettici , così definiti in quanto opere aperte, non risolte, prive dell elemento catartico. Anche nelle tragedie più cupe, comunque, non mancano inserti comici, come il dialogo fra i becchini in attesa della sepoltura di Ofelia, nell Amleto, o il grottesco monologo del portiere dopo il delitto, nel Macbeth; nell Otello, inoltre, Iago recita spesso la parte del buffone, e un buffone (fool) ha un ruolo importantissimo in Re Lear. D altro canto, anche le commedie composte in questa fase (Come vi piace, La dodicesima notte) sono più complesse delle precedenti, e il riso assume spesso un sapore amaro. Nell ultima fase Shakespeare compone drammi romanzeschi, come La tempesta. La quarta fase: i drammi romanzeschi All ultima fase (tra la fine del primo e l inizio del secondo decennio del Seicento) della produzione shakespeariana, in cui il commediografo lavora al teatro di Blackfriars, risale la svolta dei drammi romanzeschi, nei quali il motivo del perdono subentra alla soluzione tragica (Il racconto d inverno, La tempesta). Anche in queste opere, comunque, al lieto fine si intrecciano tinte più fosche, a dimostrazione di come sia impossibile collocare la produzione di Shakespeare nella gabbia dei generi. Nei suoi drammi Shakespeare combina elementi tragici e comici. Il comico e il tragico La scrittura shakespeariana si caratterizza dunque per la compresenza di elementi tragici e comici. Il comico assolve a diverse funzioni: risponde a esigenze di organizzazione interna del dramma, attraverso l inserto di scene comiche di sollievo (relief) che alleggeriscono situazioni di forte intensità emotiva; qualifica i personaggi come socialmente e moralmente bassi (nei drammi sulla storia d Inghilterra, per esempio, connota Falstaff figura ereditata dal teatro medievale e utilizzata ora come punto di vista dissacrante sulla retorica celebrativa del principe come incarnazione del vizio); si trasforma infine in ironia tragica, come accade nell episodio del contadino che, portando a Cleopatra l aspide da lei richiesto per suicidarsi, prova su sé stesso l efficacia del morso velenoso del serpente. Nell evidente impossibilità di soffermarci su tutti i drammi shakespeariani, qui di seguito focalizzeremo l attenzione su alcune opere di maggiore rilievo. FASI DELLA DRAMMATURGIA SHAKESPEARIANA 1a fase: ispirazione da Seneca e dalla storia inglese, senza pretese di realismo né di rispetto delle unità aristoteliche 154 / IL SEICENTO 2a fase: commedie incentrate sul travestimento e l equivoco; scrittura di Romeo e Giulietta 3a fase: drammi romani, le grandi tragedie (Amleto, Otello, Macbeth, Re Lear) e dark comedies 4a fase: il motivo del perdono subentra alla soluzione tragica

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento