SAUL T’intendo:
morti or cadono tutti…
MICOL Oimè!… I fratelli?…
ABNER Ah! più figli non hai.
SAUL – Ch’altro mi avanza?…
Tu sola omai, ma non a me, rimani. –
Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo:
200 e giunta è l’ora. – Abner, l’estremo è questo
de’ miei comandi. Or la mia figlia scorgi
in securtà.
MICOL No, padre; a te dintorno
mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
non vibrerà il nemico.
SAUL Oh figlia!… Or, taci:
205 non far, ch’io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va: ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
tosto di’ lor, ch’ella è di David sposa;
210 rispetteranla. Va; vola…
ABNER S’io nulla
valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
te pur…
MICOL Deh!… padre… Io non ti vo’, non voglio
lasciarti…
SAUL Io voglio: e ancora il re son io.
Ma già si appressan l’armi: Abner, deh! vola:
215 teco, anco a forza, s’è mestier, la traggi.
MICOL Padre!… E per sempre?…
ATTO V, scena quinta
SAUL Oh figli miei… – Fui padre. –
Eccoti solo, o re; non un ti resta
dei tanti amici, o servi tuoi. – Sei paga,
d’inesorabil Dio terribil ira? –
220 Ma, tu mi resti, o brando: all’ultim’uopo,
fido ministro, or vieni. – Ecco già gli urli
dell’insolente vincitor: sul ciglio
già lor fiaccole ardenti balenarmi
veggo, e le spade a mille… – Empia Filiste,
225 me troverai, ma almen da re, qui…* morto. –
* Nell’atto ch’ei cade trafitto su la propria spada, soprarrivano in folla i Filistei vittoriosi con fiaccole incendiarie e brandi insanguinati. Mentre corrono con alte grida verso Saul, cade il sipario.