LE OPERE
Il catalogo shakespeariano e la produzione teatrale Su gran parte della produzione di Shakespeare non esistono dati certi. Una delle fonti principali per la datazione dei suoi drammi è il First Folio, pubblicato nel 1623, che suddivide le opere in tragedie, commedie e drammi storici. La scrittura per il teatro si suddivide in quattro fasi. Nella prima, considerata il periodo di apprendistato (tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del Cinquecento), emerge già una caratteristica tipica dello stile di Shakespeare, la scelta di proporre rappresentazioni non basate su criteri di realismo: l’autore inserisce elementi soprannaturali e utilizza liberamente il tempo e lo spazio senza aderire alle regole del teatro classico. Nella seconda fase (gli ultimi anni del Cinquecento e i primi del Seicento) scrive Romeo e Giulietta; alla terza fase (corrispondente all’incirca al primo decennio del Seicento) risalgono i drammi romani, le grandi tragedie (Amleto, Otello, Macbeth, Re Lear, tutte in versi e in prosa) e le dark comedies. Nell’ultima fase (tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del Seicento) compone i drammi romanzeschi, nei quali il finale non è tragico. La scrittura shakespeariana si caratterizza per la compresenza di elementi tragici e comici.
Amleto è la tragedia del ▶ dubbio. Il protagonista, Amleto, è un personaggio malinconico, al centro di una vicenda completamente interiore: i suoi pensieri e i suoi dubbi lo immobilizzano, rendendolo incapace di agire. La follia del protagonista (che appare inizialmente una finzione ma diventa a poco a poco reale) è un riflesso della perdita di equilibrio politico e morale che caratterizza il regno di Danimarca. La lotta tra bene e male è resa tramite una serie di opposizioni e contrasti: reale e irreale, essere e non essere, sostanza e apparenza. L’opera possiede inoltre una dimensione metateatrale: il teatro appare uno strumento di conoscenza parziale che non prova nulla, se non la stessa impossibilità di una conoscenza certa. Del resto, il dramma può essere definito proprio una tragedia della conoscenza, perché il protagonista sembra aver paura di sapere quale sia la verità.
Gli altri drammi maggiori Romeo e Giulietta è una tragedia in versi e in prosa; lo stile è a tratti molto ricercato e ricco di concetti e immagini raffinate, attinte dal repertorio della poesia cortese e petrarchista; l’ ▶ amore, uno dei temi fondamentali delle opere shakespeariane, è descritto come un sentimento totalizzante, reso in termini di esaltazione emotiva e di acceso erotismo. Otello è la tragedia della gelosia; il protagonista e Iago sono due personaggi opposti (l’uomo tradito e il suo ingannatore) ma anche complementari (il generale e il suo uomo di fiducia). Macbeth è la tragedia del ▶ potere (altro tema centrale in Shakespeare) e del sangue: il protagonista si contraddistingue per la sua violenza omicida, sempre più spietata. Storia di crudeltà e violenza, Re Lear è la tragedia del tradimento: i protagonisti, attraverso le loro dolorose vicende, presentano al pubblico la lotta tra il bene e il male e la difficoltà nel riuscire a distinguerli. L’autore concilia la visione di un potere superiore che governa il destino (residuo del mondo medievale) con la rappresentazione del potere come mezzo per la realizzazione delle pulsioni individuali (mentalità moderna).
La produzione lirica Il catalogo attuale delle opere di Shakespeare comprende, oltre a 37 drammi, 2 poemetti narrativi (Venere e Adone, 1592-1593; Lucrezia violentata, 1593-1594), che costituiscono una rivisitazione di modelli poetici tradizionali e particolarmente in voga in quegli anni (il sensuale racconto mitologico e il compianto moralistico tratto dalla Storia antica), e 154 sonetti, costruiti in modo originale sul modello petrarchesco, dominante nel Rinascimento inglese. Nei Sonetti l’amore è rappresentato da tutti i punti di vista, dal tragico al comico.