Il segno

La comunicazione verbaLe e non verbaLe Ogni comunicazione può avere più funzioni contemporaneamente: un documentario può informare (funzione informativa), ma può anche spiegare le cause di un determinato fatto (funzione euristica), esprimere il punto di vista del regista (funzione personale), immaginare una situazione (funzione immaginativa). Esiste però sempre una funzione dominante che prevale sulle altre: una frase come Siamo arrivati può semplicemente informare sulla nostra presenza (funzione informativa), ma può anche servire per stabilire un contatto e iniziare una conversazione (funzione fàtica), oppure indurre il destinatario a un determinato comportamento (funzione conativa), o ancora esprimere una sensazione (funzione emotiva). Il prevalere di una funzione su un altra dipenderà dalla situazione comunicativa in cui agiscono l emittente e il destinatario. Il segno Ogni comunicazione, verbale e non verbale, è formata da segni, che devono essere conosciuti sia dall emittente sia dal destinatario: i due attori della comunicazione devono cioè condividere lo stesso codice. Se i segni sono conosciuti soltanto dall emittente, non ci sarà comunicazione. Se, per esempio, ti trovi a Tokyo e chiedi informazioni sull orario dei treni in italiano a una signora del luogo che parla giapponese, non potrà esserci alcun contatto tra voi. La situazione cambierà nel momento in cui ti rivolgerai alla signora giapponese in inglese, lingua probabilmente conosciuta da entrambi. Attenzione! La relazione tra significante e significato è convenzionale e arbitraria. Convenzionale perché è condivisa da tutti coloro che hanno in comune lo stesso codice. Arbitraria perché non è costretta da una consequenzialità obbligata: basti pensare che una stessa immagine mentale è associata a significanti diversi in lingue differenti (per esempio, l oggetto cane è indicato dalla parola dog in inglese, da chien in francese, e così via). Nei simboli, invece, il nesso tra significante e significato non è arbitrario, ma univoco per il valore dato al segno: ne sono un esempio i cartelli stradali. Il segno è formato da: un significato, che è il contenuto del messaggio, quello che si vuole dire, l immagine mentale legata a una certa espressione; un significante, che è la forma esteriore, l aspetto sonoro, visivo, tattile, quello che si sente, si vede, si tocca . Il segno principale della comunicazione verbale è la parola. Tqkq non è un segno perché ha un significante (la successione delle consonanti t-q-k-q), ma non ha alcun significato. Prrr invece è un segno perché oltre al significante (la successione delle consonanti p-r-r-r) ha anche un significato (indica una pernacchia con una parola onomatopeica). La denotazione e la connotazione La denotazione e la connotazione indicano due differenti aspetti del significato di una parola. L aspetto denotativo designa il contenuto di base, informativo, oggettivo, concreto. L aspetto connotativo allude a un contenuto in più rispetto a quello di base. La Luna sorge a est. In questa frase la parola Luna indica il satellite che ruota intorno alla Terra; essa dunque è usata nel suo aspetto denotativo, rappresenta cioè il primo livello semantico, quello concreto, di base. 15

Palestra di scrittura
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