ORTAGGI DA FIORE
Di questo tipo di verdure si usa prevalentemente il fiore, che può essere semplice o composto da più elementi (infiorescenza). Sono alimenti ricchi di vitamine e fibre.
Di questo tipo di verdure si usa prevalentemente il fiore, che può essere semplice o composto da più elementi (infiorescenza). Sono alimenti ricchi di vitamine e fibre.
Si coltivano soprattutto due varietà, diverse per forma: il cavolo broccolo, piramidale e di colore verde chiaro brillante, tipico dell’area romana, e il cavolo broccolo ramoso con fusto cilindrico e molte ramificazioni, di colore verde scuro. In cucina, dopo il lavaggio, i broccoli vanno tagliati separando le infiorescenze che, sbollentate per mantenere vivo il colore, si possono poi saltare nei primi piatti a base di pasta, usare nelle minestre o come contorno. Il gambo, pelato e tagliato a listarelle, dadi o rondelle, è ottimo cotto in padella.
Anche del cappero si consumano soprattutto i fiori in boccio (capperi) e più raramente i frutti (cucunci o capperoni): la sua coltivazione è diffusa in tutto il Mediterraneo fin dall’antichità.
In cucina si impiega di solito per aromatizzare le pietanze, dalla pasta alla carne e al pesce. Capperi e cucunci si conservano sott’olio, sotto aceto o sotto sale. La grande diffusione dell’uso culinario tradizionale in Sicilia di questa pianta ha fatto sì che i capperi siano stati inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come prodotto tipico siciliano. Il cappero di Pantelleria, invece, è un prodotto IGP.
Di questa pianta mediterranea si raccolgono i fiori in boccio: le fitte foglie sovrapposte una all’altra sono molto dure all’esterno e sempre più morbide avanzando verso l’interno. Il cuore, la base su cui le foglie s’innestano, è ricoperto da una fitta peluria e lo stelo è spinoso. Le varietà di carciofo sono più di 100; le più note sono il carciofo ligure (tipico quello di Perinaldo), il carciofo siciliano (carciofo di Menfi), il carciofo romanesco o mammola (carciofo di Castellammare), il carciofo veneto (violetto di Sant’Erasmo) e il carciofo campano (bianco di Pertosa). La raccolta avviene da settembre a giugno.
In cucina i carciofi si prestano a numerose tecniche di cotture: si possono friggere, lessare, gratinare, usare in frittate e salse per primi piatti; si possono anche farcire con ripieni di carne, pesce e verdure, o consumare crudi (insalata e pinzimonio).
Questo ortaggio, reperibile da novembre ad aprile, produce una gran quantità di infiorescenze che formano una sfera di colore bianco, crema o violetto. In cucina, le infiorescenze vanno sempre sbianchite, anche se sono usate nelle fritture o gratinate in forno. Le foglie esterne, che spesso abbracciano l’infiorescenza, si possono usare in zuppe e minestre.
Anche questo ortaggio consiste in numerosi steli verdi con foglie e grappoli di fiori simili a quelli del broccolo ramoso, che sostituiscono facilmente perché hanno un tempo di cottura inferiore. Il caratteristico sapore amarognolo è sfruttato in cucina per preparare primi piatti o contorni, o insalate.
Di questo ortaggio coltivato in tutta Italia e appartenente alla stessa famiglia di cetrioli, zucche (p. 170) e angurie, si usano spesso i fiori maschili (o fiorilli) di un bel giallo vivo: deliziosi fritti in pastella, sono impiegati anche in molte preparazioni di primi piatti e contorni.
Di questo tipo di verdure si usano le foglie, spesso molto grandi, ricche di fibre e vitamine.
L’acetosa o erba brusca (Rumex acetosa) cresce spontanea ovunque in Italia, ma è anche coltivata. Le foglie hanno un sapore acidulo e piccante, ma sono proibite a chi soffre di calcoli, artrite, reumatismi e iperacidità. Non vanno conservate in recipienti di rame. In cucina: si può consumare cruda in insalate a cui dà un sapore che ricorda quello del limone; o cotta come gli spinaci o la bietola da taglio, dei quali ricorda aspetto e sapore. Le foglie meno tenere si servono in zuppe e salse per pesci e carni bianche.
Antico ortaggio biennale di cui si consumano gli steli (bieta da costa, con grandi foglie lucide, di colore intenso e nervature centrali molto sviluppate) e le foglie (bieta da taglio, di colore più chiaro, foglie lisce e coste con meno nervature), è presente in più varietà. In cucina le foglie più tenere della bietola da taglio si usano in insalata come gli spinaci; le foglie più dure si cucinano al vapore, saltate in padella, gratinate o usate come ingrediente nelle farce della pasta, per i soufflé o le frittate. Le coste, dopo essere state mondate, si cucinano bollite, fritte, gratinate o servono per preparare torte salate e ripieni di vario genere.
Se ne coltivano più di 400 varietà, tutte con foglie consistenti, di norma ricoperte da uno strato ceroso. I più usati sono: cavolini di Bruxelles, cavolo cappuccio, cavolo cinese, cavolo nero e cavolo verza. Vediamo qualcosa di più su ciascuno.
Ampiamente diffusa nel Mediterraneo, cresce spontanea e coltivata in numerose varietà fra cui le più note sono la cicoria riccia, con foglie strette e molto dentellate, dal sapore amarognolo, e la scarola, con foglie larghe, meno arricciate e più chiare all’interno, dal sapore più dolce. Molto diverse tra loro, le varietà vengono suddivise in alcuni gruppi: vediamo i più consistenti.
Questa pianta ha piccole foglie lucide e rotonde, color verde scuro, dal sapore leggermente piccante. In cucina è usata cruda per dare sapore alle insalate o nella preparazione di salse aromatizzate e per accompagnare primi e secondi piatti.
Chiamato anche spinacio da senape giapponese è una varietà di Brassica rapa. Le foglie si possono consumare in qualsiasi fase della crescita. In cucina: crude nelle insalate o saltate in padella, in salamoia, in aggiunta alle zuppe o in gustose frittate.
È un ortaggio mediterraneo per tutte le stagioni, con oltre 100 varietà diverse per forma, colore e sapore. Le più diffuse sono la lattuga cappuccio, globosa, con foglie compatte che variano dal verde al rosso; la lattuga riccia, cespugliosa, con foglie ampie fittamente ondulate di colore verde e rosso ai bordi; la lattuga romana, poco compatta, con foglie allungate che variano dal verde al rosso. In cucina è usata soprattutto cruda in insalata, condita con salse e combinata con altre varietà di ortaggi; cotta può essere ridotta a purè, o – tagliata a julienne, pezzetti o tocchetti – usata in zuppe, creme e minestre. Le foglie lessate possono essere fatte ripiene.
Mibuna (Brassica rapa japonica) e mizuna (Brassica rapa nipposinica) sono ortaggi tradizionali giapponesi che crescono in fitti cespi da taglio. Mizuna ha foglie piumate con sottili gambi bianchi, mibuna foglie stondate e dritte; tutte hanno un sapore di senape dolce; mibuna un po’ più piccante. In cucina: crude nelle insalate; aggiunte alle zuppe, saltate in padella o in piatti della cucina giapponese.
Questa varietà di Brassica juncea è di origine giapponese; ha grandi foglie e un sapore decisamente piccante che ricorda quello della senape. In cucina: nelle insalate si usano solo le foglie giovani, dal sapore meno forte; cucinato, questo ortaggio è ottimo in zuppe, lessato o saltato in padella.
Anche questa è una varietà di Brassica juncea di origine asiatica: le foglie hanno un colore che diventa sempre più intenso con la crescita. Anche il sapore di senape, moderato nelle foglie giovani, diventa sempre più intenso. In cucina: le foglie giovani nelle insalate; la pianta cotta al vapore, saltata in padella o nelle zuppe.
È il nome di un genere che raggruppa 100 specie diverse; quella commestibile (Portulaca oleracea) è così diffusa da noi da essere infestante. I suoi steli ramificati, di consistenza gelatinosa come le foglie, hanno un sapore piccante leggermente acidulo. In cucina: le foglie più tenere, all’apice dello stelo, si usano crude come il crescione o come ingrediente del fattouch, insalata libanese di verdure e pezzetti di pita (pane arabo) condita con olio e aceto di vino. La portulaca serve anche per minestre, salse e frittate.
È una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia dei ravanelli e del crescione. Ha foglie lunghe, strette e frastagliate di colore verde intenso, dal sapore pungente e piccante.
In cucina si consuma cruda in insalata o nella preparazione di pesti, salse, zuppe, minestre e farce per pesce o carne.
Noto anche come valeriana, è una pianta tipica del periodo primavera-estate ma viene coltivata tutto l’anno come la lattuga. È caratterizzata da foglie piccole e croccanti di forma arrotondata. In cucina si usano i ciuffetti per preparare insalate e decorare i piatti.
Le varietà coltivate e spontanee sono numerose. Ortaggio prevalentemente invernale, è coltivato tutto l’anno. Ha foglie scure, lisce, arricciate o bollose, fissate alla base su una rosetta. In cucina, gli spinaci novelli possono essere consumati crudi in insalata; le foglie più sviluppate sono cotte al vapore, saltate in padella, gratinate oppure usate come ingrediente nelle farce della pasta, per i soufflé o le frittate. Prima di lavorarle, si consiglia di separare le foglie dai gambi perché hanno tempi di cottura differenti.
Il Taraxacum officinale ha tanti nomi, legati alla forma delle sue foglie (dente di leone o di cane), dei suoi semi (soffione), delle sue qualità diuretiche (piscialletto). È una specie infestante dal sapore amarognolo leggermente acidulo, e le foglie vanno raccolte giovani, prima che la pianta produca fiori. In cucina: crudo in insalata con vinaigrette, oppure brasato abbinato a salumi (lardo, pancetta o prosciutto). Si usano anche le radici, da cui, fra l’altro, si può ottenere un surrogato del caffè.
Protagonisti in Cucina
Corso di enogastronomia per il primo biennio