Conservare con gli additivi chimici
Un “additivo” è una sostanza “che si aggiunge” all’alimento e che non ha funzioni nutritive. Può essere scelto per scopi tecnologico-sensoriali, come nel caso degli addensanti, degli edulcoranti, dei coloranti (p. 305) ecc., oppure come conservante: è il caso degli antiossidanti e dei conservanti antimicrobici. Questi ultimi possono essere:
- di origine naturale, come la lecitina e l’acido citrico, ad azione antiossidante, o il salnitro (o nitrato di potassio) antimicrobico;
- di sintesi: rappresentano la maggior parte degli additivi e sono prodotti dall’industria chimica.
L’EFSA (p. 24) ha regolamentato l’uso degli additivi alimentari elencando quelli che si possono usare in liste suddivise per funzione dei vari composti, costantemente aggiornate. Ha studiato inoltre i profili tossicologici di ciascuno di essi, definendo i limiti massimi di utilizzo, ha disciplinato l’etichettatura, definendo la denominazione o la sigla europea corrispondente a ogni additivo: ad esempio, il nitrato di sodio è individuato dalla sigla E251.