INTERVISTA A ANDREA PREVOSTI: Essere un buon ascoltatore per accrescere l’esperienza

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Intervista a

Andrea prevosti

General manager del Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta

Essere un buon ascoltatore per accrescere l'esperienza

La carriera di Andrea Prevosti, iniziata come commissioniere all’Hotel Executive di Milano, è passata dall’esperienza londinese nell’Hyde Park Hotel per giungere al primo incarico di responsabilità come Food&Beverage manager dell’Hotel Eden di Roma. Questa serie di successi lo ha portato a partecipare all’apertura di diverse strutture alberghiere, come Le Meridien Lingotto di Torino, Aman Resort a Milano e Castelmonastero a Castelnuovo Berardenga.

Quali sono le qualità necessarie per diventare direttore d’albergo?

Anche seguendo un percorso scolastico classico, è importante acquisire subito una buona cultura generale. Come direttore di un grande albergo ci si confronta con persone di tutti i tipi, per cui è importante continuare a studiare e partecipare a corsi di formazione. La dote fondamentale è essere un buon ascoltatore, perché un lavoro come questo si arricchisce solo con l’esperienza. Bisogna prestare attenzione ai suggerimenti dei clienti e saper anticipare i loro desideri. Essere, insomma, anche un po’ psicologo, oltre che leader.

Qual è la giornata tipo di un general manager in un grande albergo?

Una giornata tipo non esiste: e questo è il bello. Ogni giorno ci sono impegni gestionali di diverso livello: è importante soprattutto essere presenti a fianco del personale, perché questo è un lavoro al servizio delle persone tramite le persone. Il ruolo di un direttore generale, però, non si esaurisce nel controllare il lavoro dei dipendenti: deve inventarsi sempre qualcosa di nuovo per riempire l’albergo. Gli stimoli provengono dal fatto che alla fine dell’anno si devono consegnare risultati concreti ai proprietari.

Un’esperienza all’estero è importante?

Un’esperienza fuori casa è fondamentale: uscire dal guscio, lasciare la coperta di Linus e accettare le sfide. Anche i momenti di crisi sono utili per mettersi alla prova. Trasformare i momenti di difficoltà in opportunità è l’essenza di questo mestiere.

Come si coniugano le comodità che oggi il turismo di lusso richiede con i valori della tradizione e della sostenibilità ambientale?

La tradizione dell’ospitalità in campo alberghiero è iniziata con il turismo di lusso, perché i primi villeggianti erano persone che potevano permettersi di spostarsi e lo facevano quando le condizioni climatiche delle loro residenze non erano ideali: si andava al mare d’inverno e in montagna d’estate. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, un albergo di standard elevati deve essere in linea con certi valori, come il rispetto dell’ambiente e la stagionalità delle proposte in cucina. Un hotel deve vendere prima di tutto un’esperienza, e in un mercato dove la concorrenza è mondiale, il rispetto delle tradizioni locali è fondamentale.

Come sceglie le persone del suo staff?

Mi è capitato di partecipare all’apertura di diverse strutture alberghiere e di dover selezionare una squadra. In quel caso le doti umane prevalgono sempre: energia positiva ed entusiasmo permettono di entrare in sintonia con i colleghi di lavoro e con i clienti. La professionalità si forma con il tempo: fare questo lavoro è come imparare a guidare un’automobile, all’inizio ci si concentra sulla tecnica, poi, man mano che il gesto diventa automatico, si fa attenzione al viaggio. In questo caso il viaggio è il qualcosa in più, che permette al cliente di ricordarsi di noi con piacere.

Protagonisti in Sala
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