IL MONDO DEL TÈ

il mondo del tè

Il tè è la bevanda in assoluto più antica della storia dell’umanità, anche se le sue origini sono ancora misteriose. I cerimoniali spesso legati alla preparazione e al servizio di questo infuso dai mille sapori avvolgono di eleganza e piacevole relax la pausa dedicata a una tazza di tè.

Dalla pianta alla tazza

Il tè si ricava dalle foglie della specie Camellia sinensis: a seconda della varietà botanica da cui derivano le foglie, del modo di trattarle e delle tecniche di preparazione del tè (con l’aggiunta finale, a piacere, di latte, di limone, di zucchero o di miele), questa bevanda si trasforma, di volta in volta, in un caleidoscopio di sapori.

L’albero del tè

Le varietà principali da cui si prendono le foglie per il tè sono Camellia sinensis sinensis, di origine cinese, e Camellia sinensis assamica, di origine indiana. Entrambe sono piante che crescono bene in ambienti tropicali e subtropicali, e oggi sono coltivate oltre che in India e in Cina anche a Ceylon, in Giappone e in vari Paesi africani e del Centro America. Particolarmente sensibili a temperatura e precipitazioni, prediligono ambienti caratterizzati da un’estate calda e umida e da un inverno anche freddo, ma non troppo secco. Le piantagioni delle quote più elevate (alcune si trovano anche oltre i 2000 m) e quelle in parte ombreggiate da alberi, danno raccolte inferiori, ma di qualità superiore.

La varietà sinensis è un piccolo albero (arriva a 5 m d’altezza) sempreverde, robusto e resistente al freddo e al caldo, che viene potato a un’altezza massima di 2 m; le foglie sono piccole, lunghe 3-6 cm, e da fresche hanno un contenuto di caffeina di circa il 4%.

La varietà assamica, invece, può crescere fino a 20 m, e ha foglie molto grandi, lunghe fino a 20 cm. Anche questi alberi vengono potati bassi per facilitare la raccolta dei germogli delle foglie.

Oltre a queste esistono molte altre varietà che, incrociate più volte, hanno dato origine a un gran numero di ibridi dalle numerose e diverse sfumature di sapore.

Il raccolto migliore si ottiene dagli alberi più giovani, e in particolare dalle gemme non ancora schiuse, chiamate pekoe (dal cinese pek = bianco e hoe = giù, con riferimento alla lanugine bianca che le ricopre, destinata a cadere) o, in inglese, golden o silver tips (cime dorate o argentate), e dalle foglie più tenere che si trovano di solito subito sotto ai germogli.

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La raccolta e la lavorazione

Dopo la prima operazione di raccolta, in origine effettuata rigorosamente a mano, ma oggi sempre più spesso affidata alle macchine, così come accade anche per le altre lavorazioni – cosa che, però, comporta spesso una riduzione della qualità –, foglie e germogli subiscono varie fasi di lavorazione, tutte in grado di influenzare il risultato finale. Vediamole brevemente.

L’appassimento

Foglie e germogli disposti su graticci sono fatti appassire all’aperto o sotto un flusso di aria calda per un periodo di tempo che va da un minimo di 1 ora (negli essiccatoi) a un massimo di 6-24 ore all’aria aperta. Questa operazione serve a ridurre l’umidità e a far sì che le foglie non si rompano durante l’operazione successiva.

La cilindratura, o arrotolamento o avvolgimento

È un’operazione che dura 1-2 ore: le foglie vengono arrotolate in modo che le loro cellule si rompano liberando gli enzimi che favoriranno la fermentazione.

Durante questa fase, il tè acquista il suo colore e l’aroma caratteristico.

La classificazione

Le foglie vengono classificate in intere, spezzate o rotte, foglie in pezzettini e polvere.

La fermentazione

Le foglie sono messe in un ambiente a 30 °C circa con un’umidità del 90 % per 1-3 ore: in queste condizioni gli enzimi svolgono una reazione chimica che conferisce particolari aromi alla bevanda e che scurisce ulteriormente il colore.

La cottura o essiccamento

Quando la fermentazione raggiunge il punto desiderato, si passa alla cottura: sistemate su un nastro trasportatore, le foglie passano in un essiccatore per circa 20 minuti; qui la temperatura è al massimo a 90-95 °C, ed elimina tutta l’umidità residua.

Conservazione e confezionamento

Il tè, che tende ad assorbire con facilità l’umidità e gli odori con cui viene a contatto, va poi conservato in luoghi secchi e confezionato in contenitori chiusi ermeticamente.

Le storie del tè

L’origine del tè risale alla notte dei tempi, e il mistero della sua scoperta si ammanta di mille leggende. Secondo una di queste, nella Cina di circa cinquemila anni fa l’imperatore Shen-Nung, esperto conoscitore delle proprietà medicinali di erbe e piante, era seduto all’ombra di una pianta. Essendo un maniaco dell’igiene al punto da bere solo acqua bollita, mentre aspettava che gliela versassero per bere, si accorse che alcune foglioline della pianta erano cadute nella sua acqua, donandole un caldo color oro. Incuriosito da questo strano evento, l’imperatore decise di assaggiarla, e dopo averla bevuta si sentì così bene da voler conoscere meglio quell’albero. Divenne un appassionato del tè, favorendone la coltivazione e l’uso.

Secondo una leggenda indiana, invece, a scoprire il tè fu Bodhidarma, figlio di Kosjuwo, re delle Indie. Fervente seguace di Buddha, aveva fatto voto di non dormire durante i 7 anni della sua meditazione, ma dopo 3 anni di veglia ininterrotta cadde addormentato. Sognò alcune donne amate in gioventù, e per punirsi, al risveglio, si tagliò le palpebre e le sotterrò. Passando nello stesso luogo qualche anno più tardi, si accorse che là dove aveva seppellito le sue palpebre era cresciuto un arbusto: assaggiandone le foglie, percepì una nuova forza, sentendo che gli occhi rimanevano aperti nelle veglie di meditazione. Da quel giorno, chiunque volesse meditare ricorreva al tè, che divenne una coltivazione sempre più diffusa.

Quando gli inglesi conquistarono l’India facendone la loro più ricca colonia orientale, il tè acquistò un’enorme importanza nella società britannica, al punto da diventare un’abitudine quotidiana inderogabile: il tea time, pausa pomeridiana, simbolo della civiltà anglosassone. Così, tutta l’Europa ha avuto modo di conoscere questa bevanda che, oggi, è la più bevuta al mondo, seconda solo all’acqua.

In Italia, pur non avendo avuto lo stesso successo né la medesima cura nel servizio, la produzione di tè freddo costituisce la principale fonte di guadagno di molte industrie alimentari. In effetti è solo grazie all’intervento delle grandi industrie di lavorazione del tè che oggi si riserva a questa bevanda il giusto peso anche nel nostro Paese: un vasto assortimento di gusti e aromi, la possibilità di scegliere le comode bustine monouso (bag), le campagne promozionali e la crescente disponibilità di attrezzature per il servizio del tè stanno facendo crescere i consumi anche da noi.

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Tanti tipi di tè

Il tè si divide in tre categorie merceologiche diverse (tè verde, tè nero e tè oolong), determinate dalla lavorazione più che dalla qualità o dai i tipi di piante da cui derivano le foglie. Ma ci sono anche altri tipi di tè prodotti da ulteriori modi di lavorare questa materia prima.

Il tè verde

È un tè non fermentato: le foglie, dopo essere state trattate a vapore, vengono solo seccate, lentamente, in forno; è il tipo di tè più consumato in Oriente e nei Paesi arabi, e anche quello più salutare.

Il tè nero

È un tè fermentato: dopo il processo di fermentazione, le foglie sono seccate rapidamente nei forni; è il tipo più diffuso in Occidente e quello che si avvicina di più al gusto comune in Europa.

Il tè oolong

In cinese, oolong significa letteralmente “drago nero”, con riferimento all’aspetto che assumono le foglie: dopo l’appassimento, vengono agitate in ceste così che i loro bordi si frantumano e diventano rossastri ossidandosi, mentre il corpo della foglia ingiallisce. È un tè semifermentato. È molto usato in Oriente durante il pasto; è poco conosciuto ma molto apprezzato anche in Europa.

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Il tè bianco

È un tipo di tè verde chiamato “bianco” perché deriva dal germoglio apicale prima che si schiuda (il pekoe). Ha un prestigio superiore agli altri perché i germogli sono più ricchi di sapore delle foglie sviluppate. Viene raccolto solo 2 giorni l’anno, agli inizi di aprile e di settembre, e se piove o tira vento la raccolta viene sospesa. La sua produzione, ovviamente, è minima e solo una piccola parte raggiunge l’Europa dove viene commercializzata a prezzi proibitivi.

Il prodotto finale è costituito da foglioline dal tipico colore argenteo che danno un tè chiaro e delicato: secondo alcuni studi, avrebbe la capacità di bloccare il naturale deterioramento del DNA e svolgerebbe un’azione di rinforzo delle difese immunitarie, in modo molto più marcato rispetto al tè verde. La sua azione svilupperebbe le difese contro le infezioni da virus e batteri, utili anche a prevenire la carie.

Il tè deteinato

Con particolari procedimenti tecnologici, la caffeina contenuta nelle foglie viene eliminata in modo da permettere il consumo di questa bevanda anche a persone che non tollerano questo eccitante.

Il tè scented

Dall’inglese “profumato”, questa denominazione indica una varietà di miscele di tè aromatizzati (con fiori, frutti o spezie).

Le proprietà del tè

Il tè è una bevanda ricca di vitamine A, del gruppo B, P e di tannino. Ha proprietà terapeutiche e dietetiche e, essendo privo di calorie e sodio, viene suggerito in tutte le diete, in particolar modo in quelle dove il sale non è permesso. Contiene caffeina o teina, in quantità che variano dal 2 al 4%, e la teofillina, responsabile di un’azione favorevole sulle funzioni cardiorespiratorie e sulla circolazione sanguigna renale.

Preparare una buona tazza di tè

Il tempo ideale di infusione necessario per produrre una buona tazza di tè dipende molto dal tipo di tè scelto. Il risultato, infatti, è dato proprio dal tempo di contatto delle foglie con l’acqua calda. È molto difficile parlare delle qualità di tè perché esistono numerosissime miscele, diverse per tipologia e provenienza. Spesso il principale punto di riferimento è la zona di produzione. Va ricordato, comunque, che il tè in commercio deriva sempre da una miscela di almeno 25-30 tipi differenti di foglie.

Per fare una buona tazza di tè, è fondamentale scegliere bene tutti gli ingredienti e seguire regole antiche, che non sono solo semplici cerimoniali.

Tempi di infusione di vari tipi di tè

Nome del tè

Minuti

Tè nero classico

3-5

Tè nero aromatizzato

2-3

Tè verde cinese

2-3

Tè verde giapponese

1-2

Tè oolong

fino a 7

L’acqua

Dev’essere povera di calcare e di cloro: per questo le macchine da espresso, che hanno un decalcificatore, danno un risultato migliore. Se l’acqua che avete a disposizione non ha queste caratteristiche, è meglio usare acqua oligominerale in bottiglia, o bollirla a lungo prima di passare all’infusione.

La temperatura ideale è sui 95 °C, poco al di sotto del punto di ebollizione: l’acqua si può ottenere sia dalla macchina da espresso, che ha un particolare beccuccio per “spillare” l’acqua mantenuta alla temperatura ideale, sia con un bollitore. Nel servizio del tè di gran classe d’origine russa, l’acqua viene tenuta calda con il samovar, un contenitore d’argento riccamente ornato, che ricorda vagamente un vaso, scaldato da un fornellino ad alcol, dotato di un rubinetto.

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La teiera

Quella più adatta è di ceramica, porcellana, vetro, terracotta ma non di metallo, anche se molti servizi eleganti sono in argento. Di forma panciuta, ha un forellino nel coperchio attraverso cui può uscire il vapore. La teiera va riscaldata con l’acqua bollente prima di metterci quella che servirà per l’infuso.

Le tazze

Anche le tazze ideali sono in porcellana fine o in materiale simile alla teiera: hanno forma bassa e larga per permettere la giusta espansione dei profumi del tè. Ogni tazza va sul suo piattino con il cucchiaino da tè, che è leggermente più grande di quello da caffè.

La miscela

Si può scegliere tè sfuso o in bustina preconfezionata, contenente la dose necessaria a una tazza.

Nel caso del tè sfuso, venduto in scatole di metallo o di cartone, si può fare direttamente nella teiera dopo averlo messo nel cuoci tè (infusore), oppure aggiungendolo all’acqua e filtrando il liquido con un colino al momento di versarlo nella tazza. Si considerano 2-3 g per ogni tazza da 200 ml.

Origine

Nome

Tipo

Caratteri organolettici

Uso consigliato

Con latte

Cina

Lapsang Souchong

nero

abbastanza leggero

pomeriggio-sera

NO

 

Rose

nero

molto leggero

pomeriggio-sera

NO

 

Gunpowder

verde

molto leggero

pomeriggio-sera

NO

 

Keemun

nero

dolce ma pungente

pomeriggio-sera

a piacere

 

Jasmin

verde

aromatizzato al gelsomino

pomeriggio-sera

NO

 

Yunnan

verde-nero

dolce ma pungente

pomeriggio-sera

a piacere

Taiwan

Taiwan Oolong

oolong

colore chiaro sapore delicato

pomeriggio-sera

NO

Cina, India

Earl Grey

nero

leggero al bergamotto

pomeriggio-sera

a piacere

India

Darjeeling

nero

dolce leggero

pomeriggio-sera

a piacere

 

Assam

nero

deciso

sempre

India, Sri Lanka

Orange Pekoe

nero

morbido

mattino

Sri Lanka

Ceylon

nero

colore dorato sapore pieno

mattino

 

Lemon Tea

nero

aromatizzato al limone

sempre

India, Sri Lanka, Afghanistan

English Breakfast

nero

di corpo

mattino

o con limone

Giappone

Japanese Sencha

verde

molto leggero

pomeriggio-sera

NO

 

Jamashiro

verde

molto leggero

durante i pasti

NO

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