Disporre di frutti rari e ricercati, provenienti da Paesi esotici, un tempo era indicativo di uno status sociale privilegiato, e questa inconscia percezione è rimasta anche se si parla di fragole che possono essere acquistate a Natale. Ma il superamento delle stagioni realizzato dalla grande distribuzione ha molti aspetti negativi: inquina, perché la frutta deve percorrere migliaia di chilometri per arrivare sui banchi, ed è sicuramente meno sano, perché la frutta, raccolta prima del tempo in modo da facilitarne il trasporto, non è certo la stessa colta a maturazione.
Eppure la frutta fuori stagione non è mai stata una chimera: fin dall’antichità l’uomo si è sforzato di adottare tecniche di conservazione che, oggi, raggiungono livelli di qualità davvero notevoli. È certo meglio servire una buona marmellata di frutta o delle pesche sciroppate, piuttosto che un prodotto che arriva da un altro continente, con il suo carico d’insostenibilità ambientale e, per forza di cose, la sua minore qualità. Invece, i vantaggi che una filiera corta porta nell’approvvigionamento della frutta sono innegabili. Innanzitutto si è obbligati a rispettare la stagionalità della produzione, riportando così una serie di variazioni cicliche nell’offerta che, generalmente, i clienti apprezzano. Inoltre, riducendo i trasporti che la frutta deve subire (una pera fuori stagione arriva necessariamente da un altro continente), si riduce l’inquinamento e, soprattutto, potremo gustare senza ombra di dubbio un prodotto fresco di raccolta, con tutti i vantaggi che ciò comporta in termini di gusto e salubrità.
C’è poi anche l’aspetto economico da valutare: la frutta di stagione sui mercati locali costa molto meno, a causa dell’offerta abbondante. Non solo: se si riesce a instaurare un rapporto diretto con il coltivatore che vende il proprio prodotto, si può risparmiare ulteriormente, evitando tutti i ricarichi che si verificano a ogni passaggio di mano della merce. E con il produttore è facile che si stabilisca un rapporto di fiducia, che permette di rifornirsi delle prime scelte e di essere informati in tempo reale su quanto le bizze meteorologiche di stagione possono influire sulla qualità, la quantità e i prezzi della frutta.