I colori della STORIA - volume 2

PERCORSO BLU Nel 71 d.C. Vespasiano associò al potere il figlio Tito, che l anno prima aveva domato la rivolta degli Ebrei, distruggendo il tempio di Gerusalemme e deportando in schiavitù la popolazione ebraica. Le ricchezze tolte agli Ebrei come bottino di guerra, insieme alle risorse ottenute dall imposizione di nuove tasse, furono utilizzate dai Flavi per risanare il bilancio statale e per realizzare grandi opere pubbliche nella capitale, come l anfiteatro Flavio (il Colosseo), inaugurato nell 80 d.C. Il Colosseo. Vespasiano consentì l accesso al senato agli equites, agli ufficiali dell esercito e agli abitanti delle province occidentali e represse nel sangue l opposizione della nobiltà senatoria. Tito (79-81 d.C.) inaugura il Colosseo. Nel 79 d.C. divenne imperatore Tito, che morì di malattia solo due anni dopo. Tito riuscì a garantirsi il consenso popolare con l organizzazione di grandi spettacoli pubblici ed elargizioni. In politica estera Tito consolidò i confini imperiali in Britannia e lungo i fiumi Reno e Danubio, minacciati dalle popolazioni germaniche. Durante il suo principato, si verificò la violenta eruzione del Vesuvio (79 d.C.) che distrusse le città di Pompei, Ercolano e Stabia. Domiziano (81-96 d.C.) L EPOCA DI DOMIZIANO A Tito successe il fratello minore, Domiziano, che accentuò il carattere dispotico del regime, imponendo la divinizzazione dell imperatore. I membri del senato che si opponevano venivano accusati di lesa maestà e sottoposti a processi che si concludevano con la confisca dei beni. Domiziano fece grandi spese per assicurarsi il consenso della popolazione e dell esercito. E per finanziare questa politica impose un notevole aumento delle tasse. I senatori sfruttarono l impopolarità di questo provvedimento per organizzare una congiura e nel 96 d.C. Domiziano fu assassinato. I SEGNI DELLA CRISI I Flavi erano riusciti a mantenere una relativa stabilità politica, ottenuta sia attraverso il consenso del proletariato urbano e dei legionari, sia tramite la repressione delle opposizioni. Più duro fu l atteggiamento del potere imperiale nelle province, dove i funzionari locali spesso sfruttavano pesantemente le popolazioni sottomesse e dove l esercito non esitava a commettere atrocità per sedare i tentativi di rivolta. Verso la fine del I secolo d.C., ai motivi di preoccupazione per il futuro dell impero si aggiungeva il problema del declino economico della penisola italica. 82

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille