LABORATORIO DELLE FONTI - L'estensione della cittadinanza e

5.4 L IMPERO VERSO LA CRISI Nel 218, Giulia Mesa, cognata di Settimio Severo, approfittò della debolezza dell avversario e, con l appoggio dell esercito, riuscì a rovesciarlo dal trono, facendo eleggere il suo giovane nipote, Sestio Vario Avito Bassiano (218-222), passato alla storia con il nome di Eliogabalo. L IMPERO DI ELIOGABALO Il nuovo imperatore, appena quattordicenne, discendeva per parte di madre da una nobile famiglia siriana, legata al culto di origini orientali della divinità solare El-Gabal ( il dio che si manifesta sui monti ), da cui il nome latinizzato Eliogabalo. Il suo bisnonno, Giulio Bassiano, padre di Giulia Mesa e di Giulia Domna (moglie di Settimio L imperatore Eliogabalo. Severo), era stato il sacerdote del tempio del dio Sole di Emesa. Il culto venne importato a Roma tra il II e il III secolo d.C. e fu assimilato al Sol invictus, una divinità della tradizione religiosa romana. Come erede della famiglia materna, Bassiano era dunque il sommo sacerdote del culto rivolto a El-Gabal, che egli impose a tutti i Romani; per questo motivo, a partire dal IV secolo d.C., sarebbe stato ricordato con il nome di Eliogabalo. In realtà, mentre era in vita egli si fece chiamare Marco Aurelio Antonino, come il cugino Caracalla, per legittimare la sua discendenza e ripristinare la continuità della dinastia dei Severi dopo la parentesi dell usurpatore Macrino. LABORATORIO DELLE FONTI I TESTI L estensione della cittadinanza e le sue motivazioni In questi brevi brani sono contenuti alcuni riferimenti alla Constitutio antoniniana: il primo è tratto da un papiro egizio degli inizi del III secolo d.C. e contiene il testo della proclamazione dell editto imperiale; il secondo proviene dalle opere del giurista Domizio Ulpiano, che visse al tempo di Caracalla. Le motivazioni economiche che spinsero Caracalla a promulgare il suo editto sono invece spiegate in un passo dello storico romano di lingua greca Cassio Dione, vissuto tra il II e il III secolo d.C. Do la cittadinanza romana a tutti gli stranieri che abitano l ecumene1, consentendo loro di conservare anche il diritto di cittadinanza2, con la sola eccezione di coloro che si sono arresi3 a Roma e che si sono posti sotto la sua protezione. Papiro Giessen, 40, I, 7-9. 1. Le terre abitate all interno dell impero romano. 2. Cioè i diritti di cittadinanza previsti dalle leggi delle loro città di origine. 3. Si tratta dei cosiddetti dediticii. Coloro che abitano nel mondo romano, in seguito alla Costituzione dell imperatore Antonino sono riconosciuti cittadini romani. Domizio Ulpiano, Digesto, I, 5, 17. Caracalla dichiarò cittadini romani tutti coloro che erano sottomessi al suo potere, a parole per onorarli, in realtà per poter ottenere maggiori entrate grazie a questo provvedimento, poiché gli stranieri non pagavano gran parte dei tributi riservati ai cittadini. Cassio Dione, Storia romana, LXXVII, trad. di A. Stroppa, BUR, Milano 1995.trad. di F. Cassola, Sansoni, Firenze 1967. A quale classe sociale Caracalla negò la cittadinanza romana? Secondo Dione, quali reali motivazioni favorirono l estensione della cittadinanza? 60 Impero di Caracalla 211-217 d.C. Caracalla promulga la Constitutio antoniniana 212 d.C. Guerra contro gli Alemanni 212 d.C. Impero di Macrino 217-218 d.C.

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille