I colori della STORIA - volume 2

5.4 L IMPERO VERSO LA CRISI IL RUOLO DELLE PROVINCE Più che di un imposizione da parte del nuovo imperatore, il ruolo sempre più importante che i provinciali avevano assunto nelle istituzioni era la logica conseguenza del crescente peso economico e politico acquisito dalle province, in concomitanza con il declino della penisola Italica. Tra gli abitanti delle aree periferiche dell impero venivano ormai scelti non solo i membri del senato, gli ufficiali dell esercito e i funzionari della burocrazia, ma anche gli stessi imperatori, che a partire dal II secolo furono prevalentemente originari delle province (durante la dinastia dei Severi, in particolare, essi provennero dalle regioni orientali). Di questi mutamenti tenne conto la riforma amministrativa delle province voluta da Settimio Severo, che prevedeva la divisione delle vecchie ripartizioni territoriali in aree più ristrette. Il fine principale della riorganizzazione delle province era quello di risanare le finanze statali, rendendo più efficiente la riscossione dei tributi ed evitando che i governatori locali, che controllavano le truppe stanziate ai confini, ottenessero un potere eccessivo e dunque pericoloso per la stabilità dell impero. Grazie all incremento dei tributi, che gravavano prevalentemente sui grandi proprietari terrieri e, attraverso questi, sui coloni che lavoravano i campi alle loro dipendenze in una condizione ormai pressoché servile, Settimio Severo ottenne in effetti buoni risultati, risollevando le finanze statali duramente provate dagli enormi sprechi dell età di Commodo. HONESTIORES E HUMILIORES Il risanamento economico dello Stato non comportò comunque un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione: la maggior parte delle risorse imperiali continuò infatti a essere impiegata per finanziare l esercito. Durante il principato di Settimio Severo la società romana era caratterizzata da radicali disuguaglianze e risultava in pratica divisa in due grandi gruppi: gli honestiores, cioè, letteralmente, i cittadini più dignitosi , che costituivano la classe dirigente dell impero: senatori, cavalieri, governatori locali, funzionari dell amministrazione statale e dell esercito; gli humiliores, i più poveri , ossia i lavoratori delle campagne e delle città e i nullatenenti, che si trovavano in una situazione di inferiorità non solo dal punto di vista economico, ma anche giuridico, dal momento che per gli stessi reati erano previste pene diverse a seconda della classe di appartenenza. L IMPERO DI CARACALLA Al fine di assicurare la continuità della sua dinastia, Settimio Severo ripristinò la consuetudine dell associazione al trono imperiale, praticata fin dall epoca della dinastia Giulio-Claudia per dare stabilità al governo e 58 Guerre civili 193-197 d.C. impedire l insorgere di nuove guerre civili. A differenza di quanto era accaduto durante tutta l epoca del principato adottivo, però, la designazione del successore non fu concordata con le altre istituzioni (e con il senato in particolare). In virtù del suo potere assoluto, infatti, Settimio Severo si fece affiancare al potere dai suoi due figli: Marco Aurelio Antonino (nel 198), detto Caracalla dal nome del suo mantello militare di origine gallica (il caracallis), e Geta (nell anno 209). Alla morte di Settimio Severo, Caracalla (211-217 d.C.) divenne di fatto il nuovo imperatore. Egli ricorse a ogni espediente per accentrare nelle proprie mani il potere: nel 212, dopo aver corrotto i pretoriani, fece addirittura assassinare il fratello Geta e il giurista Papiniano (che era stato uno dei principali consiglieri del padre ed era allora prefetto del pretorio), considerando entrambi come pericolosi concorrenti al trono imperiale. La crudeltà di Caracalla divenne presto proverbiale: egli fece sterminare buona parte della popolazione di Alessandria d Egitto solo perché un opera satirica diffusa in quella città aveva osato ridicolizzare la ragione da lui addotta per giustificare l omicidio del fratello (la legittima difesa). Caracalla aveva del resto dimostrato fin da giovane notevole ambizione. Il suo vero nome era Lucio Settimio Bassiano, ma lo aveva cambiato fin dal 195 in Marco Aurelio Antonino, per suggerire una parentela con l imperatore Marco Aurelio e legittimare la propria ascesa al potere. Al fine di esaltare la sua persona e suscitare ammirazione tra la popolazione, egli promosse anche la costruzione di varie opere pubbliche, come le imponenti terme di Caracalla, i cui resti sono ancora oggi visibili nel centro di Roma. L ESTENSIONE DELLA CITTADINANZA Nel 212 d.C., dopo aver eliminato i suoi avversari reali o potenziali, Caracalla promulgò una costituzione (come erano chiamate le leggi emanate dall imperatore), cioè un editto che aveva validità in tutti i territori dell impero e che, dal nuovo nome che Caracalla aveva adottato, Antonino, fu chiamato Constitutio antoniniana (X PASSATOPRESENTE). Il provvedimento estendeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti delle province. Se in qualche modo era il riconoscimento dell ormai consolidata parità tra Italici e provinciali (lo stesso imperatore Caracalla era nato in Gallia), l editto era in realtà motivato soprattutto da ragioni economiche e fiscali: l estensione della cittadinanza comportava infatti l allargamento della platea dei contribuenti ai quali lo Stato poteva imporre il pagamento di tributi di varia natura, non solo quelli sul reddito ma, per esempio, anche quelli legati alle successioni ereditarie (X LABORATORIO DELLE FONTI, p. 60). La Constitutio antoniniana concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi delle province dell impero. Continuavano invece a rimanerne Vittoria di Settimio Severo Impero di Settimio Severo Guerre contro i Parti 197 d.C. 197-211 d.C. 197-199 d.C.

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Da Roma imperiale all’anno Mille