I colori della STORIA - volume 2

9.1 L ET DEI CAVALIERI E CARLO MAGNO Carlo Magno e la sua corte in un incisione del XVI secolo. concessione di benefici: i conti diventavano suoi vassalli giurandogli fedeltà e impegnandosi non solo a combattere per lui, ma anche ad amministrare la provincia che era loro assegnata (e che di solito non coincideva con le terre concesse in beneficio); in cambio del loro servizio, questi funzionari ottenevano diritti di sfruttamento dell area da loro governata, come per esempio il permesso di trattenere le ricchezze incassate durante la carica. L AMMINISTRAZIONE DELLE TERRE Lo Stato aveva a disposizione anche un altro ordine di funzionari, inviati personalmente dall imperatore per controllare le attività dei conti e dei marchesi: i missi dominici ( gli inviati del signore , cioè del padrone delle terre, il re). Si trattava generalmente di una coppia di funzionari, un nobile e un ecclesiastico, con il compito di controllare che le leggi emanate dai sovrani fossero rispettate e di ascoltare eventuali lamentele delle popolazioni locali verso i signori che amministravano quelle terre; alla fine delle loro visite compilavano relazioni dettagliate di quanto avevano osservato. Il ruolo dei missi dominici risultò fondamentale per garantire l unità dell organizzazione amministrativa dell impero: conti e marchesi godevano di una notevole autonomia e l assenza di controlli diretti da parte del sovrano avrebbe potuto alimentare pericolose tendenze autonomistiche. Le visite degli inviati del re erano dunque 294 l unico sistema per mantenere un contatto frequente tra l autorità del sovrano e le periferie dell impero. I re carolingi esercitavano la loro influenza anche sulle autorità ecclesiastiche, che controllavano grandi estensioni territoriali. A vescovi e abati, scelti direttamente dal sovrano, erano affidate spesso anche funzioni amministrative o missioni diplomatiche. Periodicamente il re convocava un assemblea di tutti i nobili e gli ecclesiastici (conti, marchesi, missi dominici e vescovi), il placito generale, in cui si discutevano questioni politiche, amministrative e religiose. In queste occasioni venivano promulgate le leggi i capitolari, così chiamati perché formati da numerosi articoli, i capitula valide in tutto l impero. LA RIFORMA MONETARIA L opera di unificazione e riorganizzazione dell impero venne affrontata da Carlo Magno anche in ambito economico. Egli continuò le riforme monetarie iniziate dal padre e le estese anche ai territori della penisola Italica sottratti ai Longobardi. La riforma più importante consistette nell introduzione del monometallismo argenteo, vale a dire di un sistema monetario in cui l unica moneta legale in circolazione era il denaro d argento. Esso aveva un valore inferiore alle monete d oro in uso nell impero bizantino e, sebbene l economia occidentale registrasse una netta contrazione del volume e del valore degli Guerra contro gli vari Deposizione di Costantino VI Incoronazione di Carlo Magno 796 d.C. 797 d.C. 800 d.C.

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille