LABORATORIO DELLE FONTI - La società alessandrina tra

LABORATORIO DELLE FONTI La società alessandrina tra Oriente e Occidente Mentre la scultura dell età classica rappresentava la figura umana in modo idealizzato, considerando la perfezione fisica specchio dell equilibrio e dell armonia interiori, nelle opere dell arte figurativa ellenistica i soggetti sono raffigurati nelle diverse età della vita, colti in semplici momenti della loro quotidianità e con diversi atteggiamenti espressivi. Anche nelle opere monumentali, in cui sono rappresentate figure mitologiche ed eroiche, l arte ellenistica indaga gli aspetti psicologici e ci propone non più soltanto immagini che immortalano la bellezza ideale e la gioventù atletica: i volti e le pose sono espressivi e drammatici, ben lontani dalla serenità imperturbabile della scultura classica. La scultura ellenistica Museo nazionale romano, Roma (immagine 1); Gliptoteca, Monaco di Baviera (immagine 2); Musei Capitolini, Roma (immagine 3); Pergamon Museum, Berlino (immagine 4). immagini interattive 1 La statua in bronzo del Pugilatore in riposo, che risale alla fine del IV secolo a.C., raffigura un atleta in un momento di pausa durante un combattimento: il volto, tumefatto dai colpi e segnato da evidenti ferite, trasmette un senso di angoscia e di inquietudine. Si tratta di una rappresentazione molto lontana dall idealizzazione eroica e dall esaltazione delle virtù individuali con cui in età classica erano trattati i soggetti impegnati in attività sportive. I MITI GRECI E L ESALTAZIONE DEI SOVRANI ELLENISTICI A Pergamo, nella capitale del regno degli Attalidi, verso la metà del II secolo a.C. il re Eumene II fece costruire un altare in onore di Zeus per celebrare la vittoria sui Galati, una popolazione di origine indoeuropea penetrata in Anatolia e sconfitta dal sovrano alessandrino nel 166 a.C. Le decorazioni del fregio dell altare riprendono il mito greco della Gigantomachia, cioè della guerra vittoriosa contro i Titàni (o Giganti) condotta da Zeus e dalle altre divinità dell Olimpo greco. In questa simbologia il re Eumene II si identificava con le divinità della tradizione greca, mentre gli dèi sconfitti, che avevano osato sfidare il potere di Zeus, rappresentavano i nemici Galati. La scelta del tema della Gigantomachia si ricollegava direttamente alla cultura ateniese: il mito era infatti riprodotto sul peplo che ogni anno le donne nobili consegnavano alla dea Atena durante le feste Panatenee; inoltre le due principali divinità raffigurate sul fregio, Zeus e Atena, sono rappresentate in una posa che ricorda quella di Atena e di Poseidone nel frontone occidentale del Partenone ateniese. Con quest opera Eumene II intendeva dunque esprimere l identità di valori e di tradizioni culturali che accomunavano il suo regno all Atene dell età classica. 2 Una copia di epoca romana di una statua alessandrina 254 del III secolo a.C. raffigurante una Vecchia ubriaca che stringe felice a sé un otre colmo di vino: la resa realistica del volto e del corpo degli anziani diviene un esercizio per la rappresentazione di rughe, vene e corpi in decadenza.

I colori della STORIA - volume 1
I colori della STORIA - volume 1
Dalla preistoria a Roma imperiale