I disturbi del comportamento alimentare

  I disturbi del comportamento alimentare

Si definiscono disturbi del comportamento alimentare (DCA) quelle patologie psicologiche che si manifestano attraverso un alterato rapporto con il cibo o con il proprio corpo. Il loro trattamento richiede pertanto anche la consulenza di specialisti orientati alla cura del disagio psichico (psicoterapeuti), oltre che di dietologi. Tali disturbi colpiscono prevalentemente il sesso femminile e si manifestano soprattutto durante l’adolescenza.

I DCA sono la bulimia nervosa, l’anoressia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) e altri disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (NAS).

Nonostante i casi di DCA siano diversi tra loro, si riconoscono alcuni fattori ricorrenti (per esempio i malesseri individuali, familiari e sociali) che favoriscono, innescano e sostengono questi disturbi.

  I rischi delle diete “fai da te”

Il sovrappeso e l’obesità rappresentano veri e propri problemi di salute. Come tali dovrebbero essere affrontati con l’aiuto di un medico specialista in grado di valutarne le cause, definire gli obiettivi da raggiungere, elaborare un regime alimentare idoneo ed effettuare una costante supervisione.

Le diete “fai da te”, invece, possono arrecare seri danni alla salute. È sufficiente avere nozioni basilari di scienze degli alimenti per rendersi conto di come la maggior parte delle diete improvvisate non preveda un apporto equilibrato di nutrienti, determinando disturbi anche a livello di umore e di comportamento. Spesso, poi, tali diete “fai da te” a lungo termine si rivelano inefficaci, poiché non tengono conto del cosiddetto “effetto yo-yo”, ossia della grande capacità di compensazione dell’organismo che, a seguito di veloci e drastiche diminuzioni di peso, reagisce con un repentino recupero dei chili persi.

La bULIMIA NERVOSA

Il termine bulimia deriva dal greco boulimía, che significa letteralmente “fame da bue”. Questo disturbo, più comune tra gli adolescenti, può manifestarsi anche in età adulta ed è caratterizzato da episodi in cui si consumano con voracità grandi quantità di cibo. A queste crisi bulimiche segue un senso di colpa che spinge a condotte compensatorie mirate a evitare l’aumento di peso, come il vomito autoindotto e l’assunzione di lassativi (bulimia definita purgativa) o digiuni e sessioni compulsive di attività fisica (bulimia non purgativa).

L’alternanza di questi comportamenti estremi fa sì che gli individui affetti da bulimia nervosa mantengano in genere un peso normale, e quindi che il disturbo sia più difficilmente diagnosticabile dalle persone che sono vicine a chi ne è colpito.

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L’aNORESSIA NERVOSA

Anche il termine anoressia deriva dal greco: anorexía significa “mancanza d’appetito”. Per il 95% dei casi questo disturbo interessa ragazze in età adolescenziale che spesso non riconoscono di esserne affette. La persona anoressica in realtà percepisce chiaramente lo stimolo della fame, ma lo reprime per soddisfare un desiderio ossessivo di magrezza.

L’anoressia viene diagnosticata quando la persona perde oltre il 15% del suo peso corporeo, ha una paura maniacale di ingrassare, non ha oggettività nella valutazione del proprio corpo, soffre di amenorrea (assenza di tre cicli mestruali consecutivi), ha un indice di massa corporea inferiore a 17,7.

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Il dISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (BED)

Il disturbo da alimentazione incontrollata – o Binge Eating Disorder (BED) – si manifesta con episodi di assunzioni compulsive di cibo, senza i comportamenti compensativi tipici della bulimia nervosa. Tale disordine alimentare colpisce individui in età più avanzata rispetto a bulimici e anoressici.

Le persone affette da BED si abbandonano a crisi bulimiche anche più volte a settimana e ciò conduce progressivamente a una condizione di obesità.

I dISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NON ALTRIMENTI SPECIFICATI (NAS)

Rientrano nel gruppo dei disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (NAS) quei disordini alimentari che differiscono dai precedenti per alcuni aspetti. In questa categoria ricadono tutte le forme anoressiche e bulimiche sottosoglia, ossia quelle che, anche se non ancora conclamate, potrebbero evolvere in patologie vere e proprie.

  Ortoressia e bigoressia

Negli ultimi anni, fortunatamente, sta aumentando l’attenzione da parte dell’opinione pubblica nei confronti della salubrità degli alimenti e della buona forma fisica.

In alcuni rari casi però questa attenzione, portata agli estremi, può trasformarsi in patologia.

L’ortoressia è l’ossessione per i cibi giusti e corretti, che comporta un controllo maniacale degli alimenti (soprattutto in merito alla loro purezza e “naturalità”) spesso basato su conoscenze opinabili.

La bigoressia, invece, colpisce soprattutto i maschi, in particolare appassionati di body building: chi ne è affetto si percepisce troppo magro nonostante abbia una massa muscolare adeguata, e per risolvere il presunto problema adotta diete squilibrate e svolge attività fisica in modo ossessivo.

fissa il concetto

patologia

alterazioni del comportamento

conseguenze

bulimia

abbuffate, vomito autoindotto, utilizzo di lassativi

danni ai denti, ai reni, all’esofago e allo stomaco

anoressia

repressione della fame

denutrizione, perdita di massa ossea, problemi cardiaci

BED

abbuffate ricorrenti (2 volte a settimana)

obesità

Sapere di alimentazione
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