Le bibite
Le bibite, definite anche soft drink, sono bevande dissetanti analcoliche destinate a essere consumate fredde o a temperatura ambiente. Sono prodotte a partire da sciroppi successivamente addizionati di acqua, generalmente gassata. Tali bevande (regolamentate in Italia dal D.P.R. n. 719 del 19 maggio 1958) sono diffuse in tutto il mondo e, sulla scia del loro successo, sono comparse in anni relativamente recenti nuove tipologie: gli sport drink in voga fra gli sportivi e gli energy drink dall’effetto stimolante.
Le bibite sono notoriamente molto popolari fra giovani e adolescenti, finendo in molti casi per sostituire l’acqua: l’anidride carbonica con cui le bibite vengono talvolta addizionate conferisce un’effervescenza che placa lo stimolo della sete, mentre zuccheri e aromi soddisfano il gusto.
Dal punto di vista nutrizionale la quantità di glucidi semplici presenti in queste bibite, oltre ad avere effetto cariogeno, determina la comparsa del picco glicemico che provoca, come conseguenza, un repentino abbassamento del livello di glucosio nel sangue e il manifestarsi dello stimolo dell’appetito. Inoltre questi zuccheri forniscono all’organismo un’elevata quantità di ▶ calorie vuote, destinate a trasformarsi in grassi, se non si svolge adeguata attività fisica. Bisogna considerare infine che un frequente consumo di zuccheri semplici porta a dipendenza. Per tali motivi, le bibite sono in parte responsabili dell’attuale tendenza a sviluppare obesità e diabete in giovane età. In molti Paesi, come gli Stati Uniti e la Francia, è stata introdotta la tassazione delle bevande zuccherate a scopo preventivo ed educativo.
È da sottolineare che anche un consumo eccessivo di edulcoranti sintetici o polialcoli, presenti nelle bibite ipocaloriche (le cosiddette bibite light), può presentare controindicazioni.