Fabbisogno e bilancio idrico
Affinché il contenuto idrico dell’organismo rimanga costante, è importante mantenere un equilibrio tra l’assunzione e la perdita d’acqua. Si definisce fabbisogno idrico la quantità di acqua indispensabile a mantenere in pareggio il bilancio quotidiano fra “entrate” e “uscite” d’acqua: tale bilancio a sua volta è chiamato bilancio idrico.
Il fabbisogno idrico dipende dall’età, dalle condizioni ambientali, dall’attività svolta e dallo stile di vita dell’individuo. I quantitativi d’acqua raccomandati dai LARN sono per gli adulti 1 ml d’acqua per ogni kcal assunta e per i bambini 1,5 ml/kcal. Il neonato, in particolare, necessita di elevate quantità di acqua poiché la notevole velocità dei processi metabolici determina un rapido ricambio idrico.
La maggior parte dell’acqua utilizzata dall’organismo proviene dalle bevande e dagli alimenti. Tale acqua è definita esogena.
Una minima parte dell’acqua presente nell’organismo (circa 300 ml) viene invece ricavata dalle reazioni di ossidazione di glucidi, lipidi e protidi: in questo caso si parla di acqua endogena. Dall’ossidazione di 1 g di glucidi, durante la respirazione cellulare, si generano 0,6 g di acqua, mentre da 1 g di proteine 0,4 g, e da 1 g di acidi grassi 1,07 g di acqua.
Le perdite idriche avvengono per lo più per via renale, vale a dire sotto forma di urina. La quantità di urina eliminata varia soprattutto in relazione allo stato di idratazione della persona. I reni, infatti, hanno la capacità di controllare il volume di liquido escreto oltre che la concentrazione di soluti disciolti.
L’organismo perde acqua anche attraverso la traspirazione, la sudorazione e la defecazione.
La traspirazione è la perdita di vapore acqueo da parte di un tessuto biologico: si tratta dell’acqua persa attraverso la respirazione (acqua espirata) e di quella persa attraverso la cute per evaporazione. È un fenomeno continuo di cui non si è consapevoli, la cui intensità cambia notevolmente in relazione a fattori esterni (temperatura e umidità ambientali) e individuali (attività fisica, metabolismo personale, temperatura del corpo). Basti considerare che quando la temperatura esterna passa da 24 a 31 °C, la perdita di vapore acqueo arriva a raddoppiare.
Molto variabile è anche la quantità d’acqua persa con la sudorazione. Sudorazione ed evaporazione dell’acqua dalla cute sono fondamentali per la termoregolazione corporea, in quanto consentono di sottrarre al corpo il calore in eccesso.
Una modesta parte di acqua è persa poi attraverso la defecazione: in condizioni fisiologiche normali, con le feci si perdono in media dai 100 ai 200 ml di acqua.