I SALI MINERALI

  I sali minerali

Tra i micronutrienti hanno un ruolo importante i sali minerali. Quelli presenti in quantità più elevate sono compresi fra i primi 30 elementi della tavola periodica. Sono principi nutritivi inorganici e non energetici, ma in loro assenza molte molecole non potrebbero svolgere le proprie funzioni e la vita stessa non sarebbe possibile. Per tale ragione i minerali presenti negli organismi sono detti anche bioelementi. Agiscono come coenzimi, regolano la ▶ pressione osmotica e l’equilibrio acido-base, e sono coinvolti nella sintesi di ormoni e vitamine. Nell’uomo costituiscono il 4-5% del peso corporeo.

Sotto forma di ioni, possono trovarsi disciolti nei liquidi intra ed extracellulari, oppure possono essere presenti in forma solida, rientrando nella costituzione di ossa e denti. Ancora, questi elementi possono essere sequestrati da ▶ agenti chelanti andando a formare complessi stabili.

  La composizione e la classificazione dei sali minerali

Sulla base del fabbisogno quotidiano dell’organismo umano, i sali minerali vengono classificati in:

  • macroelementi, il cui fabbisogno giornaliero supera i 100 milligrammi (mg);
  • microelementi (o oligoelementi), il cui fabbisogno giornaliero è inferiore ai 100 mg.

I macroelementi

Come si è detto, i macroelementi sono i sali minerali il cui fabbisogno giornaliero supera i 100 mg. Appartengono a questo gruppo calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, cloro, e zolfo.

Calcio

Il calcio è l’elemento presente in maggiore quantità nel corpo umano: ne costituisce circa l’1,5%. Un adulto del peso di 60-75 kg contiene quindi circa 1 kg di calcio, il 10% del quale si trova nei fluidi intracellulari ed extracellulari e il restante nelle ossa.

Il calcio ha soprattutto funzione strutturale, essendo il costituente principale dello scheletro e dei denti, dove è presente come fosfato di calcio, Ca3(PO4)2, o carbonato di calcio, CaCO3. Oltre al calcio depositato nelle ossa e nei denti (pari al 90% del calcio totale), una minima parte (il 10%) si trova in soluzione nel sangue e nei liquidi extra e intracellulari: qui regola l’attività di numerosi enzimi, partecipa alla trasmissione degli impulsi nervosi, alla contrazione muscolare e ai processi di coagulazione del sangue.

Il calcio è abbondante nel latte e nei suoi derivati. Alcuni alimenti di origine vegetale, per esempio i legumi, i cereali integrali e gli spinaci, pur contenendo buone quantità di calcio contengono anche delle sostanze antinutrizionali (acido fitico e ossalati) che ne impediscono l’assorbimento.

La concentrazione di calcio nell’organismo è soggetta a un minuzioso controllo che coinvolge diversi ormoni:

  • il paratormone, secreto dalle ghiandole paratiroidi, reagisce alla carenza di calcio stimolando la mobilitazione del calcio osseo;
  • la calcitonina, secreta dalla tiroide, antagonista del paratormone, ha invece effetto ipocalcemizzante, stimolando l’eliminazione del calcio per via renale e rallentando il rilascio del calcio osseo;
  • il calcitriolo, prodotto nei reni a partire dalla forma attiva della vitamina D, riduce l’eliminazione urinaria di calcio e aumenta l’assorbimento del calcio a livello intestinale.

Nei bambini la prolungata carenza di calcio può portare a un difetto nello sviluppo delle ossa, noto come rachitismo, mentre negli adulti causa l’osteoporosi, ossia un graduale indebolimento delle ossa.

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  Fattori antinutrizionali

Si definiscono fattori antinutrizionali (o antinutrienti) le sostanze naturali o di sintesi che interferiscono con i processi nutritivi, impedendo, riducendo o rallentando la capacità dell’organismo di assorbire particolari nutrienti. Una categoria specifica di fattori antinutrizionali è rappresentata da alcuni agenti chelanti (o sequestranti).

fitati e gli ossalati sono agenti chelanti che trattengono i sali minerali rendendoli impedendone l’assorbimento da parte dell’organismo.

I fitati inibiscono l’assorbimento di più minerali e sono presenti nei legumi, nei cereali integrali, nella frutta secca e nel cacao. Per contrastare l’azione dei fitati nei legumi è consigliabile mettere in ammollo questi alimenti.

Gli ossalati agiscono specificamente sul calcio: lo imprigionano formando cristalli di ossalato di calcio, successivamente eliminati per via urinaria (in caso contrario il loro accumulo può generare calcoli renali). Sono ricchi di ossalati gli spinaci, le barbabietole, il cacao, le melanzane e i peperoni verdi; per ridurne l’effetto negativo, si consiglia di cuocere queste verdure in acqua e aceto: calore e acidi organici possono infatti inattivare l’effetto chelante degli ossalati.

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Fosforo
Il fosforo è presente nell’organismo sia in forma inorganica (fosfati) che organica (fosfolipidi, acidi nucleici, fosfoproteine) e rappresenta circa l’1% del peso corporeo. L’85% del fosforo si trova nello scheletro, il 14% nei tessuti molli e l’1% nei denti.

Il fosforo è abbondante nei semi dei cereali, nei legumi, nel pesce e nella frutta secca, e il suo assorbimento intestinale aumenta in presenza di vitamina D e calcio.

Oltre ad avere un ruolo strutturale, il fosforo è coinvolto in diverse altre funzioni:

  • è componente essenziale dell’ATP, la “moneta” energetica di ogni essere vivente;
  • rientra nella struttura molecolare del DNA e degli acidi nucleici in genere;
  • si trova nei fosfolipidi di membrana;
  • favorisce lo sviluppo dei tessuti dell’organismo;
  • contribuisce all’assimilazione delle vitamine B2 e B3.

Anche la carenza di fosforo porta alla decalcificazione delle ossa, quindi al rachitismo e all’osteoporosi. Altre conseguenze sintomatiche possono essere anoressia, disturbi mentali, alterazione della conduzione elettrica nei muscoli.

Magnesio

Il corpo umano contiene circa 25-30 g di magnesio, di cui il 60% nelle ossa, il 20-25% nei muscoli, la restante parte nei liquidi intracellulari (associata all’ATP) e nel plasma.

Il magnesio ha un ruolo importante nella mineralizzazione e nello sviluppo delle ossa e nella trasmissione degli impulsi tra cellule nervose e muscolari. Recentemente si è notato che, assunto prima dell’inizio delle mestruazioni, il magnesio contrasta efficacemente la sindrome premestruale.

Questo macroelemento si trova soprattutto nelle parti verdi dei vegetali, ma anche nei cereali integrali, nelle noci, nei legumi, nel cioccolato e nei frutti di mare. Il suo assorbimento può essere ridotto dalla presenza di fitati.

Data l’ampia diffusione del magnesio negli alimenti è piuttosto difficile esserne carenti, a meno che non vi siano condizioni patologiche che ne impediscano l’assorbimento, quali malattie intestinali e renali o forme di alcolismo con compromissione della funzionalità del fegato. In questi casi possono manifestarsi mancanza di appetito, umore alterato, debolezza muscolare, spasmi e tremori.

  Pesce, fosforo e memoria: realtà o pregiudizio?

Il fatto che mangiare molto pesce aiuti la memoria è uno dei luoghi comuni più diffusi.

In realtà, non sempre il pesce contiene una concentrazione di fosforo superiore a quel­la di altri alimenti quali nocipatate e uova.

E, soprattutto, non esiste una dimostrazione scientifica della correlazione fra l’assunzione di fosforo e il miglioramento della memoria.

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Sodio
Il sodio, insieme al potassio, rappresenta uno dei principali ioni con carica positiva presenti nell’organismo. La sua concentrazione regola il movimento dell’acqua in ingresso e in uscita dalle cellule e di conseguenza il volume cellulare. Inoltre il sodio è lo ione principalmente coinvolto nella trasmissione dell’impulso nervoso e regola gli equilibri acido-base.

Questo macroelemento è molto diffuso in tutti gli alimenti, sia animali sia vegetali, dove è presente in forma immediatamente assimilabile, ma la fonte alimentare principale è rappresentata dal sale da cucina.

La carenza di sodio è molto rara, considerato il frequente abuso di sale da cucina; proprio tale abuso comporta invece che si presentino problemi legati all’eccesso di sodio, in particolare ipertensione, con serie conseguen­ze per il sistema cardiocircolatorio (vedi Unità 9, Gruppi alimentari e dieta equilibrata, p. 258).

Potassio

Il potassio è il principale ione a carica positiva presente nell’ambiente intracellulare ed esercita le stesse funzioni del sodio, agendo però all’interno delle cellule: interviene nella trasmissione dell’impulso nervoso, contribuisce a mantenere il volume della cellula, partecipa all’equilibrio acido-base.

Le fonti di potassio sono tutte vegetali, in particolare: piselli secchi, banane, patate, sedano, spinaci, carote, cavolfiori, fagioli.

Viene eliminato attraverso le urine, ma raramente si riscontrano carenze di questo minerale, a meno che non vi siano altre patologie in atto. I principali sintomi da carenza sono debolezza, crampi muscolari, sonnolenza e alterazioni del battito cardiaco.

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  LA Pompa sodio-potassio

Sulla superficie delle loro membrane, le cellule dispongono di proteine di trasporto definite pompe sodio-potassio che, consumando ATP, trasportano i due ioni contro gradiente (il K+ verso l’interno e il Na+ verso l’esterno).


1. Tre ioni sodio e una molecola di ATP si legano alla pompa sodio-potassio.

2. L’energia liberata dall’idrolisi dell’ATP (ADP + P) consente alla pompa di membrana di cambiare conformazione.

3. Gli ioni sodio vengono liberati all’esterno della membrana e la nuova forma del canale permette il legame di due ioni potassio.

4. Il rilascio del fosfato riporta il canale alla sua forma originaria e gli ioni potassio vengono liberati all’interno della membrana.

Cloro
Il cloro viene assunto, assieme al sodio, prevalentemente attraverso il sale da cucina (di formula NaCl) e con l’acqua potabile; è il principale ione con carica negativa presente nei liquidi extracellulari. A livello cellulare, molte sue funzioni sono complementari a quelle del sodio: contribuisce a regolare la pressione osmotica della cellula e l’equilibrio acido-base nei tessuti. Svolge anche un ruolo decisivo nei processi digestivi, poiché viene liberato dalle pareti dello stomaco sotto forma di acido cloridrico (HCl) per rientrare nella composizione del succo gastrico

La carenza di questo sale minerale è rara e può essere dovuta a episodi che ne causano la perdita per vomito, diarrea o disfunzioni renali. Eventuali sintomi si manifestano con anoressia e crampi muscolari.

Zolfo

Lo zolfo è un elemento importante nella composizione di alcune proteine ed enzimi, poiché è presente nella struttura degli amminoacidi solforati, quali la cisteina, la cistina e la metionina. Lo si trova anche in ormoni e vitamine del gruppo B (in particolare nella vitamina B1). 

Le principali fonti di zolfo sono alimenti di origine animale, soprattutto uova, carne, pesce e formaggi. Tra gli alimenti di origine vegetale i più ricchi di questo macroelemento sono aglio, cipolla, verza e cavoli.

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I microelementi

Si definiscono microelementi i sali minerali il cui fabbisogno giornaliero è inferiore a 100 mg. Appartengono a questo gruppo il ferro, lo zinco, il rame, il cromo, il cobalto, il selenio, lo iodio, il fluoro e il manganese.

Ferro

Il ferro presente nell’organismo umano (3-4 g) è contenuto soprattutto nell’emoglobina e nella mioglobina, due proteine adibite al trasporto di ossigeno (l’emoglobina nel sangue e la mioglobina nei muscoli); una parte del ferro viene invece immagazzinata nel fegato, nella milza e nel midollo osseo come ferro di deposito. 

Il ferro risulta indispensabile nei processi di respirazione cellulare, oltre che nelle sintesi del collagene (la proteina principale del tessuto connettivo) e nel metabolismo degli acidi nucleici.

Il ferro è presente sia negli alimenti di origine animale (nella carne in generale e nel fegato in particolare; nel pesce e nei crostacei) sia negli alimenti di origine vegetale (come la frutta secca e gli spinaci, anche se in questi ultimi, per la presenza di acido fitico, l’assorbimento è ridotto). In generale l’assorbimento è maggiore per la carne e minore per i vegetali; tuttavia, la ▶ biodisponibilità del ferro nei vegetali può essere aumentata dalla contemporanea assunzione di vitamina C, calcio e fruttosio.

La carenza di ferro è una delle carenze nutrizionali più frequenti e comporta anemia, suscettibilità alle infezioni, affaticamento.

Zinco

Lo zinco è un microelemento essenziale molto abbondante in natura. Nel corpo umano ne sono presenti circa 2 g, accumulati in muscoli e scheletro. 

Nell’organismo lo zinco svolge molteplici funzioni:

  • interviene nella formazione di alcune proteine che interagiscono con il DNA;
  • interviene nel funzionamento di alcuni ormoni, fra cui l’insulina, e del sistema nervoso;
  • stimola i processi d’accrescimento e di riparazione dei tessuti e quelli di difesa immunitaria;
  • interviene nel metabolismo del fosforo, nella digestione dei carboidrati, nella sintesi degli acidi nucleici e nell’assorbimento delle vitamine;
  • contribuisce alla formazione dello sperma maschile e dell’ovulo femminile;
  • regola il funzionamento del gusto e dell’olfatto.

Lo zinco è contenuto in diversi alimenti quali carni, uova, molluschi, lievito di birra, cereali integrali, noci e frutta a guscio. La sua biodisponibilità varia però in base agli alimenti e ai trattamenti subiti (per esempio, la lievitazione dei panificati lo rende più biodisponibile). In generale, comunque, negli alimenti di origine animale la biodisponibilità risulta maggiore.

La carenza di questo microelemento può essere dovuta non solo a una dieta poco equilibrata, ma anche ad alcolismo o a malattie renali che ne comportino un’eccessiva eliminazione. Gli effetti legati al deficit di zinco sono stanchezza, debolezza, alterazioni della pelle (macchie bianche sulle unghie, perdita di capelli), della risposta immunitaria (cicatrizzazione lenta, maggiore predisposizione alle infezioni) e delle facoltà sensoriali (disturbi ai sensi dell’olfatto e del gusto, cecità notturna), ritardo nella crescita, irregolarità mestruale, impotenza maschile.

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Rame
Solo di recente il rame è stato inserito fra i microelementi essenziali. Il corpo di un adulto ne contiene circa 100 mg. Il rame agisce da coenzima per molti enzimi. È coinvolto in ruoli molto diversi: 

  • nelle cellule, per la produzione di ATP e l’eliminazione di radicali liberi;
  • nel sangue, per i processi di coagulazione, per l’attività dei globuli bianchi e, all’interno dei globuli rossi, per il trasporto e il metabolismo del ferro;
  • nel cervello, per la sintesi della noradrenalina (un ormone simile all’adrenalina) e della mielina (sostanza che funge da isolamento e rivestimento protettivo per i neuroni);
  • nella pelle, per la sintesi del collagene e della melanina (proteina coinvolta nell’abbronzatura);
  • nelle ossa, per il mantenimento della rigidità e della resistenza meccanica.

Il rame in forma organica si trova in svariati alimenti di origine animale, in particolare nel fegato, che ne rappresenta un deposito naturale, ma anche nei reni e nei crostacei; fra i vegetali ne sono ricchi soprattutto gli anacardi e i semi di girasole, ma anche i legumi, le patate, le carote, gli spinaci e i pomodori.

La dieta occidentale contiene di solito una quantità di rame più che sufficiente. I sintomi di un’eventuale carenza consistono in fragilità ossea, anemie, depigmentazione, degenerazione della pelle e del sistema nervoso, maggiore suscettibilità alle infezioni e problemi cardio-circolatori.

Cromo
Il cromo è caratterizzato da una bassa biodisponibilità; solo una piccola parte del cromo ingerito viene infatti trattenuta dall’organismo, dove svolge fondamentalmente tre funzioni: 

  • regola il metabolismo del glucosio;
  • diminuisce il fabbisogno giornaliero di insulina nella regolazione della glicemia;
  • migliora la tolleranza al glucosio in persone affette da diabete grave.

Il cromo si trova in piccola quantità in alimenti quali lievito di birra, aragoste e funghi; nei vegetali (cereali integrali, broccoli, asparagi, noci) la sua concentrazione dipende dalle caratteristiche del terreno.

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Cobalto

Il cobalto è presente negli organismi viventi in quantità minime (poco più di 1 mg) soprattutto come componente della vitamina B12 o cobalamina. È concentrato specialmente nel fegato, nei reni e nelle ossa. 

Nell’organismo umano svolge funzioni che richiamano quelle della vitamina B12:

  • interviene nella sintesi degli acidi nucleici;
  • promuove la formazione dei globuli rossi e interviene nella formazione dell’emoglobina;
  • stimola l’attività di tiroide, pancreas e ghiandole surrenali e favorisce la fecondità.

La fonte principale di cobalto sono i cibi di origine animale, ma esso è contenuto anche in diversi alimenti vegetali come albicocche, ciliegie, fichi, pomodori, radicchio, cavoli, barbabietola.

La carenza di questo microelemento è molto rara; i sintomi sono debolezza, nausea, inappetenza, sanguinamento delle gengive, difficoltà a mantenere l’equilibrio e anemia. Se assunto in concentrazioni troppo elevate il cobalto provoca l’ingrossamento della tiroide, un aumento patologico dei globuli rossi, pallore, stanchezza, diarrea.

Selenio

Nel corpo umano il selenio è contenuto in minime quantità (12-13 mg), concentrato prevalentemente in reni e fegato. È incorporato nella struttura di varie proteine e svolge fondamentalmente tre funzioni: 

  • limita la produzione di radicali liberi e quindi l’invecchiamento cellulare;
  • regola il metabolismo degli ormoni tiroidei;
  • modula l’attività del sistema immunitario.

L’azione antiossidante del selenio, oggi molto pubblicizzata, fa sì che i consumatori a volte preferiscano alimenti arricchiti di questo microelemento, come le patate coltivate in terreni trattati con appositi fertilizzanti. In realtà, se si segue una dieta equilibrata non è necessario ricorrere a tali prodotti, poiché carne, pesce, latte e cereali (soprattutto quelli integrali) sono già buone fonti di selenio.

La carenza di questo microelemento non è comune e comporta sofferenza muscolare alle gambe, albinismo, fragilità delle unghie, invecchiamento dei tessuti e disturbi del sistema immunitario.

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Iodio

L’organismo umano contiene 15-20 mg di iodio, per la maggior parte localizzati nella tiroide, dov’è direttamente implicato nella formazione degli ormoni tiroidei, che complessivamente stimolano i processi di crescita e sviluppo dell’organismo. Lo iodio è un elemento soprattutto “marino” e la sua ridotta concentrazione sulla crosta terrestre (e di riflesso nei vegetali, negli animali e negli alimenti) varia con la storia geologica del territorio. 

Gli alimenti più ricchi di iodio sono i cibi marini, le uova, il latte e i latticini.

La carenza di iodio determina ipotiroidismo e si manifesta con il cosiddetto “gozzo”, ossia un ingrossamento della tiroide, mentre nel feto può essere causa della sindrome nota come cretinismo, caratterizzata da deficit mentali.

  il sale iodato

In commercio si trovano numerosi tipi di sale da cucina; alcuni di essi sono anche molto costosi, e la loro diffusione è frutto di una moda recente.

Il sale iodato, invece, risulta particolarmente economico e il suo consumo è consigliato dal Ministero della Salute in quanto utile nella prevenzione delle patologie tiroidee.

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Fluoro

Nell’organismo il fluoro si trova depositato soprattutto nelle ossa e nei denti. Nei denti il fluoro svolge una funzione di protezione e prevenzione della carie dentaria, mentre nelle ossa stimola la produzione di nuovo tessuto osseo. 

Il fluoro alimentare proviene soprattutto da formaggi, carne, pesce, frutti di mare, lattuga, spinaci e tè, ma è presente in quantità significative anche nell’acqua potabile, dove si trova in forma più assimilabile. In Nord America e in Australia l’acqua potabile viene normalmente addizionata con fluoro.

La carenza di questo microelemento causa un’alterazione del metabolismo delle ossa e dei denti, rendendoli più deboli.

Quantità eccessive di fluoro possono portare a fluorosi (con formazione di macchie prima chiare e poi scure sullo smalto e alterazioni dentarie).

Manganese

Il manganese risulta importante per ogni specie animale, poiché svolge il ruolo di coenzima e partecipa alla formazione delle ossa, oltre che al metabolismo di amminoacidi, colesterolo e urea. Nel corpo umano è presente in quantità limitata (12-20 mg), concentrato nelle ossa, nel fegato, nei reni e nel pancreas. 

Sono particolarmente ricchi di manganese i cereali, le nocciole, il tè, il tuorlo d’uovo e il cacao, ma lo si trova anche in molti altri alimenti, come nello zenzero e in varie altre spezie (chiodi di garofano, cardamomo, cannella, zafferano).

Altri elementi probabilmente essenziali

Pur essendo presenti solo in tracce negli alimenti, alcuni elementi risultano comunque importanti per l’organismo umano. Tra questi i più importanti sono il nichel e il vanadio.

  • Il nichel attiva alcuni enzimi (coinvolti nel metabolismo di glucidi e lipidi) e facilita l’assorbimento del ferro. Inoltre risulta importante nel mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari.
  • Il vanadio ha un ruolo nella regolazione sodio-potassio e attiva enzimi coinvolti nel metabolismo dei principi nutritivi, degli ormoni e del tessuto osseo.

  Nichel e allergie

Il nichel è uno degli allergeni (cioè delle sostanze capaci di provocare allergie) più diffusi. L’allergia a questo elemento può manifestarsi con vari sintomi, ma quelli più comuni ed evidenti sono dermatiti e pruriti, concentrati soprattutto sul volto, sulle mani e sulle gambe. Se l’allergia è grave e la dose consumata è massiccia può verificarsi uno stato di malessere diffuso, con nausea e mal di testa.

Chi è allergico al nichel deve sapere che lo si può trovare anche in altri alimenti oltre a quelli citati, come asparagi, funghi, cipolle, spinaci, pomodori, lattuga, cacao, tè, aringhe, e nei cibi in scatola, perché il contenitore può rilasciare nichel nell’alimento.

Il nichel è presente inoltre in molti cosmetici e articoli di bigiotteria.

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fissa il concetto

macroelementi 

Sale minerale

Dove si trova (principali alimenti)

Fabbisogno giornaliero

Principali patologie (o sintomi) da carenza

calcio

latte e suoi derivati, soia secca, ceci, fagioli borlotti, ortaggi, verdure

800-1100 mg

rachitismo (mancato sviluppo delle ossa), osteoporosi (indebolimento delle ossa)

fosforo

carne, latte, patate, carote, spinaci, legumi, frutta secca, semi oleosi

580-1055 mg

rachitismo, osteoporosi, anoressia, disturbi mentali, alterazione della conduzione elettrica nei muscoli

magnesio

frutta, vegetali a foglia verde, cereali integrali, noci, legumi, frutti di mare, cioccolato

85-220 mg

molto rari i casi di carenza: anoressia, debolezza, vomito

sodio

sale da cucina, salumi, formaggi

1,1-1,5 g

molto rari i casi di carenza; un consumo eccessivo può provocare ipertensione

potassio

piselli secchi, banane, patate, sedano, spinaci, carote, cavolfiori, fagioli

2,3-3,9 g

molto rari i casi di carenza: aritmie, debolezza muscolare

cloro

sale da cucina, salumi, formaggi

1,3-2,3 g

anoressia, crampi muscolari

zolfo

uova, carne, pesce, formaggi

non indicato dai LARN

microelementi

Sale minerale

Dove si trova (principali alimenti)

Fabbisogno giornaliero

Principali patologie (o sintomi) da carenza

ferro

carne, fegato, pesce, molluschi, crostacei, legumi, spinaci

11-18 mg

anemia ferrocarenziale (affaticamento, debolezza fisica, pallore)

zinco

carne, fegato, uova

6-9 mg

stanchezza, mancata sintesi delle proteine, ritardo nella crescita

rame

carne, pesce, crostacei, patate, carote, spinaci, pomodori

0,3-0,8 mg

molto rari i casi di carenza: problemi ossei, depigmentazione, anemia, suscettibilità alle infezioni

cromo

cereali integrali, broccoli, asparagi, noci

15-35 μg

cobalto

carne, uova, latticini, albicocche, ciliegie, fichi, pomodori, radicchio, cavoli, barbabietola

non indicato dai LARN

debolezza, nausea, inappetenza, sanguinamento delle gengive, difficoltà a mantenere l’equilibrio, anemia

selenio

carne, pesce, latte, cereali integrali

30-55 μg

invecchiamento dei tessuti, disturbi nervosi, scarsa mobilità degli spermatozoi

iodio

cibi marini, uova, latte, latticini

90-150 μg

ingrossamento della tiroide, rallentamento del metabolismo, aumento di peso, spossatezza, aumento del colesterolo

fluoro

formaggio, carne, pesce, frutti di mare, tè, acqua

3-4 mg

alterazione del metabolismo delle ossa e dei denti

manganese

cereali, nocciole, tè, tuorlo d’uovo, cacao

1,9 -2,7 mg

Sapere di alimentazione
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Corso di Scienza degli alimenti per il primo biennio